Mediastino

Universo del Corpo (2000)

Mediastino

Daniela Caporossi
Red.

Il mediastino rappresenta lo spazio mediano della cavità toracica, compreso fra i polmoni, che contiene: il cuore, avvolto nel pericardio, l'esofago, il timo, gran parte della trachea e i bronchi principali, il dotto toracico, vari nervi, l'aorta e altri vasi. È delimitato inferiormente dalla cupola diaframmatica, verso l'alto da un piano immaginario passante per il margine superiore della prima costa e per il disco intervertebrale tra la settima vertebra cervicale e la prima vertebra toracica, anteriormente dal piastrone sternocostale e dalla muscolatura annessa, posteriormente dalla faccia anteriore dei corpi vertebrali toracici e dai legamenti vertebrali che ricoprono i dischi intervertebrali. Lateralmente, è circoscritto dalle pleure mediastiniche destra e sinistra (v. il capitolo Torace, Mediastino).

Aspetti anatomofisiologici

di Daniela Caporossi

Il mediastino viene idealmente suddiviso in una porzione anteriore e una posteriore da un piano frontale passante per la biforcazione della trachea. Il mediastino anteriore contiene il sacco pericardico con il cuore, il timo o, negli adulti, il corpo adiposo restrosternale, la trachea e i bronchi principali, l'ilo polmonare destro e sinistro, il complesso linfoghiandolare anteriore, i nervi frenici, la vena cava superiore, l'aorta ascendente, l'arteria polmonare e altri vasi derivanti da questi. Nel mediastino posteriore sono localizzati l'esofago, il dotto toracico, i legamenti polmonari triangolari, i nervi vaghi e la porzione toracica della catena simpatica, l'arco aortico con l'aorta discendente, le vene toraciche e i seni pleuromediastinici posteriori. Lo spazio tra gli organi è riempito da tessuto connettivo lasso, con funzioni di sostegno e ancoraggio dei vari organi, il quale ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dei giusti rapporti tra le strutture contenute nel mediastino. Le sue dimensioni e la sua posizione, infatti, sono determinate principalmente dalle modificazioni dovute agli atti respiratori e dalla pressione endotoracica esercitata dalla tensione elastica dei polmoni e dal liquido endopleurico. Poiché l'intensità della pressione è distribuita pressoché uniformemente nell'emitorace destro e sinistro, il mediastino occupa una posizione mediana. L'elasticità del tessuto di riempimento, poi, garantisce l'autonomia strutturale e funzionale dei singoli organi, attenuando gli effetti degli sbalzi di pressione determinati, per es., da asimmetria nella funzione respiratoria, o, più semplicemente, dall'attività dinamica di organi quali il cuore o l'esofago.

Filogenesi

di Daniela Caporossi

A eccezione di Poriferi (spugne), Mesozoi (polipi e meduse) e Platelminti (vermi piatti), composti da ammassi compatti di cellule che circondano la cavità gastrointestinale, tutti gli altri animali possiedono una cavità corporea piena di liquido, il celoma, che si origina da suddivisione o invaginazione del mesoderma embrionale. Dal celoma derivano poi progressivamente le cavità pericardica, peritoneale e pleuriche. Il vantaggio funzionale di possedere cavità secondarie si può spiegare con l'evidenza che, non trovandosi compressi in una massa di tessuto ma immersi nel liquido celomatico (pericardico, pleurico o peritoneale) che funge da lubrificante, gli organi interni possono mantenere separate le proprie funzioni, modificare il volume e la forma in relazione alla loro attività e all'accrescimento dell'organismo, ripiegarsi su sé stessi, riempirsi e svuotarsi. Questa novità nell'organizzazione interna ha determinato una spinta evolutiva enorme rispetto alla dimensione e allo sviluppo delle capacità motorie degli animali. Il mediastino, che rappresenta di fatto lo spazio compreso tra le cavità pleuriche e la cavità pericardica, compare presumibilmente per garantire autonomia ed efficienza alle strutture in esso comprese, come il canale digerente e i vasi sanguigni. Infatti, la presenza di tessuto connettivale elastico, che può assorbire le modificazioni strutturali di organi dinamici quali polmoni e cuore, permette agli organi compresi nello spazio mediastinico di mantenere la propria individualità. Esso è quindi presente in quegli organismi animali, i Vertebrati, in cui le dimensioni corporee, unitamente a uno stile di vita complesso, richiedono attività cardiache e respiratorie notevoli, sostenute da organi completamente circoscritti in cavità specifiche.

Ontogenesi

di Daniela Caporossi

Durante lo sviluppo embrionale, il mediastino si organizza successivamente alla suddivisione della cavità embrionale, o celoma. Infatti, nei primi stadi dell'embriogenesi umana, comune anche a molti altri organismi animali, la cavità secondaria del corpo, che si sviluppa all'interno del mesoderma embrionale intorno alla 3ª settimana di gestazione, si suddivide inizialmente in cavità peritoneale e cavità pericardica, tramite dei setti trasversi comunicanti attraverso canali pericardioperitoneali. Tra la 5ª e la 6ª settimana si formano altri setti, le membrane pleuropericardiche, che si fondono con il mesoderma ventrale (mediastino primitivo) separando la cavità pericardica dalle cavità pleuriche. La chiusura dei canali pleuroperitoneali, dovuta alla formazione del diaframma, determina la definitiva separazione tra cavità peritoneale e cavità pleuriche. A partire dalla 7ª settimana di vita fetale, quindi, si può identificare il mediastino embrionale costituito da una massa di mesenchima embrionale, da cui originerà il connettivo lasso di riempimento, compresa tra le cavità pleuriche con gli abbozzi polmonari in via di sviluppo e contenente la cavità pericardica, l'intestino anteriore, o mesoesofago, l'aorta e la vena cava inferiore, da cui si svilupperanno i vasi accessori.

Patologia

(Red.)

Il mediastino, in rapporto a svariate affezioni pleuropolmonari, può subire variazioni laterali di posizione, può cioè abbandonare la sua posizione mediana per spostarsi verso un emitorace. Gli spostamenti mediastinici possono dividersi in statici e dinamici, a seconda che si tratti di situazioni stabili o variabili, a tipo pendolare in rapporto agli atti respiratori. I primi dipendono da uno squilibrio persistente tra le forze opposte dei due emitoraci (pneumotorace, idrotorace, sclerosi polmonare), i secondi da una dissimmetria delle variazioni pressorie endopleuriche (stenosi bronchiali, atelectasia ecc.) in relazione agli atti del respiro. Gli spostamenti possono verificarsi con un meccanismo di trazione, per cui il mediastino si sposta verso il lato malato, o di pulsione, per cui il mediastino è respinto verso il lato opposto. La sindrome mediastinica è caratterizzata dalla compressione degli organi mediastinici da parte di formazioni patologiche. Può essere causata da tumori primitivi o metastatici, da iperplasia del timo, da aneurismi aortici e dei grossi vasi, da pleuriti mediastiniche ecc. I sintomi che si presentano più frequentemente sono dispnea, inspirazione rumorosa e prolungata, emottisi, versamenti pleurici, cianosi ed edema del volto, singhiozzo, disfagia, disfonia, accessi d'asma, dolore precordiale a tipo anginoso. La mediastinite è una flogosi, acuta o cronica, del tessuto connettivo lasso del mediastino. Le forme acute sono solitamente imputabili alla propagazione, per via ematica o linfatica, di processi infettivi oppure alla diffusione per contiguità di processi flogistici a carico degli organi mediastinici; esse si distinguono in forme diffuse a tipo flemmoso, a prognosi molto grave, e in forme circoscritte a tipo ascessuale. Nelle mediastiniti il tessuto cellulare lasso va incontro a fenomeni di sclerosi con formazione di un tessuto fibroso, duro, anelastico che coinvolge e strozza gli organi mediastinici.

Bibliografia

Gray's anatomy, ed. P.L. Williams et al., Edinburgh, Churchill Livingstone, 199638 (trad. it. Bologna, Zanichelli, 19933).

w.j. hamilton, j.d. boyd, h.w. mossman, Human embryology, Cambridge, Heffer, 1945 (trad. it. Padova, Piccin-Nuova libraria, 19774).

e. padoa, Manuale di anatomia comparata dei Vertebrati, Milano, Feltrinelli, 199615.

a.s. romer, t.s. parson, The vertebrate body, Philadelphia, Saunders, 19866 (trad. it. Anatomia comparata dei Vertebrati, Napoli, SES, 19872).

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