medicina nucleare Il complesso di conoscenze, ricerche e tecniche (sperimentali, diagnostiche e terapeutiche) che riguardano l'impiego di energia nucleare, e segnatamente di radioisotopi, nelle indagini biologico-mediche. Nell'ambito di queste, la possibilità di impiego di radionuclidi è resa possibile e proficua dallo stesso comportamento della materia vivente, le cui reazioni chimiche sono condizionate dalla configurazione elettronica delle sostanze con cui viene a contatto e non dalle loro proprietà nucleari. Ne deriva che la somministrazione di isotopi, stabili e radioattivi, usati come tali o incorporati in composti organici (sostanze marcate o labellate), permette di indurre, in radicali, molecole e perfino elementi cellulari dell'organismo, caratteristiche fisiche che ne consentono il riconoscimento e permettono a volte di seguire il destino metabolico di alcuni composti: assorbimento, assimilazione, trasporto, eliminazione.
La medicina n. si è sviluppata negli anni che hanno seguito la
Particolarmente fecondo di risultati è stato l'impiego di sostanze marcate che, somministrate per varie vie (orale, iniettiva, inalatoria), hanno tra l'altro consentito: a) di fornire corrette valutazioni quantitative in merito alla composizione dell'organismo vivente (volume totale del sangue circolante, entità della massa muscolare, ecc.); b) di conoscere la durata di vita di determinati elementi cellulari (tra cui gli elementi corpuscolati del sangue); c) di allestire precise metodiche rivolte allo studio dell'attività funzionale di molti organi (per es., le prove di captazione del radioiodio per valutare la funzione tiroidea; lo studio degli scambî ossigeno-anidride carbonica a livello dei polmoni e dei varî tessuti, ecc.); d) di chiarire o interpretare numerosi eventi metabolici (come la sintesi endogena dell'acido urico e del colesterolo, il metabolismo del calcio, dei lipidi, ecc.); e) di trarre indicazioni diagnostiche sulla sede e l'estensione di alterazioni anatomiche a carico di varî organi (v. scintigrafia) e, talora, di fornire significativi orientamenti sulla struttura di tali alterazioni (come la distinzione di noduli tiroidei in "caldi" e "freddi": v. tiroide); f) di facilitare la diagnosi differenziale tra forme morbose affini; g) di curare malattie endocrine (morbo di Basedow) o proliferative (morbo di Vaquez) o tumorali, sfruttando il tropismo di determinati radioisotopi nei confronti di particolari organi.