MEDUSA

Enciclopedia del Cinema (2004)

Medusa

Gaia Marotta

Casa di produzione e di distribuzione italiana, fondata a Roma nel 1964 da Felice Colajacono e Franco Poccioni con la denominazione di Medusa distribuzione S.r.l.

A partire dal 1965 per circa un ventennio la M. distribuzione venne gestita da Maria Grandilla Innocenti, supportata da due produttori esecutivi, Renato Jaboni e Franco Rossellini. Fu grazie a quest'ultimo che la società poté collaborare con imprese cinematografiche come la Dania Film di Luciano Martino e la Devon Film. La politica produttiva di questo primo periodo fu così indirizzata prevalentemente verso un genere popolare e 'boccaccesco' con la realizzazione di film commerciali di registi quali Nando Cicero (La dottoressa del distretto militare, 1976), Mariano Laurenti (L'insegnante va in collegio, 1978; La liceale seduce i professori, 1979; L'infermiera nella corsia dei militari, 1979), Sergio Martino (La moglie in vacanza… l'amante in città, 1980) e Michele Massimo Tarantini (La poliziotta della squadra del buoncostume, 1979; La poliziotta a New York, 1981), che lanciarono Edwich Fenech e Alvaro Vitali. In questi anni, eccezioni importanti a questo particolare filone della commedia furono film come Basta che non si sappia in giro!… (1976), composto da episodi firmati da Nanni Loy, Luigi Magni e Luigi Comencini, Roma a mano armata (1976) di Umberto Lenzi, i primi film di Carlo Verdone (Un sacco bello, 1980; Bianco, rosso e Verdone, 1981) e il film in costume State buoni se potete (1983) di Magni.

Nel 1983 Poccioni divenne amministratore unico, mentre Colajacono assunse un ruolo di semplice socio. Nel 1988 vi fu una prima svolta per la M.: Reteitalia del gruppo Fininvest decise infatti di acquistare una parte del pacchetto azionario della casa di produzione. La responsabilità di occuparsi della gestione di questa operazione fu affidata a Carlo Bernasconi, ragioniere milanese e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi. Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta si verificò dunque una sorta di politica 'mista' tra un cinema ancora prevalentemente commerciale (fatta eccezione per pochi film d'autore come Tempo di uccidere, 1989, di Giuliano Montaldo) e i prodotti televisivi del gruppo Fininvest interpretati dai suoi divi di maggior successo. D'altra parte, in quel periodo la più importante casa di produzione e di di-stribuzione nel panorama cinematografico italiano era quella di Mario e Vittorio Cecchi Gori, la cui politica produttiva era volta a comprare film nazionali e internazionali per creare dei 'pacchetti' da vendere ad altre società, tra le quali anche la M., che sentiva minacciata la sua posizione di potere. Nacque così dall'unione delle due società la Penta Film (1989), di Berlusconi e Cecchi Gori, con l'obiettivo di una collaborazione reciproca. Fu una fase di grandi successi, in cui la Penta Film da un lato si assicurò il monopolio della produzione italiana con divi come Adriano Celentano, Roberto Benigni, Francesco Nuti, Carlo Verdone, dall'altro comprò e distribuì film statunitensi, il cui mercato venne suddiviso da Bernasconi e Cecchi Gori in due settori: il primo manteneva i rapporti e comprava prevalentemente i prodotti delle majors, il secondo si rivolgeva ai produttori indipendenti statunitensi. Tra i film più noti di questa nuova casa di produzione vi furono quelli di Gabriele Salvatores (Mediterraneo, 1991, vincitore di un Oscar come miglior film nel 1992; Puerto Escondido, 1992; Sud, 1993), le commedie di Massimo Troisi (Pensavo fosse amore… invece era un calesse, 1991; Il postino, 1994) e quelle di Carlo Verdone (Il bambino e il poliziotto, 1989; Stasera a casa di Alice, 1990; Maledetto il giorno che t'ho incontrato, 1992; Perdiamoci di vista, 1994) ma anche di autori come Maurizio Nichetti (Volere volare, 1991) o Carlo Mazzacurati (Il toro, 1994).

La collaborazione finì alla metà degli anni Novanta quando Cecchi Gori portò negli Stati Uniti il marchio Penta creando la Penta America, con l'ambizioso obiettivo di produrre direttamente film americani. Ma l'operazione non ebbe seguito e il suo fallimento portò allo scioglimento anche della Penta italiana.

Intanto Bernasconi aveva compreso le potenzialità insite nel controllo integrato di sale cinematografiche, rete distributiva, home video e televisione che gli avrebbe consentito il monopolio di tutto il mercato cinematografico nazionale. Fu così che nel 1995 decise di agire su più fronti, trasformando la M. distribuzione (dal 1990 divenuta S.p.a.) in Medusa Film, creando un circuito di sale e una catena home video (Medusa video) e conservando al contempo il potere delle reti televisive. La strategia che contraddistinse la gestione della complessa filiera (produzione-distribuzione-esercizio-home entertainment) fu quella di garantire a ogni settore la sua completa autonomia e agli autori libertà politica e artistica, senza perdere di vista l'obiettivo fondamentale, cioè la promozione del prodotto. Così i piccoli produttori indipendenti che sceglievano un progetto, facendo gli investimenti iniziali (magari per la sceneggiatura), lo proponevano poi alla M., la quale, se ne intravedeva le potenzialità di riuscita, decideva di finanziarlo. Si trattò di una svolta nella storia della casa cinematografica, che per la prima volta dalla sua fondazione cominciò a focalizzare la sua produzione sulla scelta di film d'autore e sulla loro valorizzazione. La nuova politica permise al cinema italiano in qualche modo di risorgere, dando un certo spazio ad autori emergenti.

A partire dalla fine degli anni Novanta la M. ha legato il suo successo a quello di molti giovani registi che fino a quel momento non avevano avuto la possibilità di farsi conoscere. Tra questi Gabriele Muccino (L'ultimo bacio, 2001; Ricordati di me, 2003), Luciano Ligabue (Radiofreccia, 1998; Da zero a dieci, 2002), Vincenzo Salemme (Volesse il cielo, 2002), Aldo, Giovanni e Giacomo (Tre uomini e una gamba, 1997; Così è la vita, 1998; Chiedimi se sono felice, 2000; La leggenda di Al, John e Jack, 2002), Ferzan Ozpetek (Le fate ignoranti, 2001), Marcello Cesena (Mari del Sud, 2001), Gianluca Fumagalli (Quasi quasi, 2002), Enzo Monteleone (El Alamein ‒ La linea del fuoco, 2002), comprendendo vari generi, dalle commedie romantiche a quelle comiche, dai film d'azione a quelli drammatici. Ma oltre che su questi autori e sulle case di produzione indipendenti di riferimento (Fandango di Domenico Procacci, Cattleya di Riccardo Tozzi ecc.), la M. ha costruito la sua notorietà su nomi e titoli di sicuro successo sia italiani (Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Ettore Scola, Giuseppe Tornatore e Franco Zeffirelli) sia internazionali, acquistando e distribuendo i grandi blockbusters statunitensi tra i quali, per es., la trilogia The lord of the rings (2001-2003; Il signore degli anelli) di Peter Jackson o affidandosi a registi importanti come Robert Altman, Woody Allen, Brian De Palma e a grandi star come Mel Gibson, Richard Gere, Robert De Niro, Julia Roberts.

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