GIBSON, Mel

Enciclopedia del Cinema (2003)

Gibson, Mel (propr. Mel Columcille Gerard)

Simone Emiliani

Attore, regista e produttore cinematografico statunitense, nato a Peekskill (New York) il 3 gennaio 1956. Interprete tra i più rappresentativi del cinema d'azione sin dall'inizio degli anni Ottanta, ha frequentemente portato sullo schermo eroi positivi, personaggi agguerriti, ribelli e generosi che combattono per una giusta causa. Deve la celebrità soprattutto ai ruoli del guerriero postatomico Mad Max nella trilogia diretta dall'australiano George Miller (Mad Max, 1979, Interceptor; Mad Max 2 ‒ The road warrior, 1981, Interceptor ‒ Il guerriero della strada; Mad Max beyond thunderdome, 1985, Mad Max oltre la sfera del tuono, quest'ultimo codiretto da George Ogilvie), e dell'agente Martin Riggs nella tetralogia di Lethal weapon (Arma letale) ‒ i film sono stati realizzati rispettivamente nel 1987, 1989, 1992 e 1998 da Richard Donner ‒, in cui il lato comico del protagonista, soprattutto nei duetti con Danny Glover, rivela anche il talento brillante dell'attore. Oltre che alla produzione (ha fondato la Icon Production) si è dedicato anche alla regia: il secondo film da lui diretto, Braveheart (1995; Brave-heart ‒ Cuore impavido), ha vinto nel 1996 cinque Oscar, tra cui quello per il miglior film e la miglior regia.Figlio di un cattolico osservante, nel 1968 si trasferì con la numerosa famiglia (undici fratelli) in Australia, terra di origine della nonna paterna, poiché il padre non voleva che i figli combattessero in Vietnam. Laureatosi al National Institute of Dramatic Art di Sydney, verso la fine degli anni Settanta ottenne i primi ruoli cinematografici nei film Summer city (1977) di Christopher Fraser e Tim (1979) di Michael Pate. Con Mad Max, in cui interpreta un poliziotto che diviene uno spietato giustiziere dopo l'assassinio della moglie, G. ha dimostrato di saper costruire un personaggio ‒ ispirato, soprattutto nell'abbigliamento e nei movimenti, agli eroi dei fumetti ‒ sospeso tra la vendetta e la solitudine, la rabbia e l'impotenza. Oltre ad aver ricoperto questo stesso ruolo anche nei due sequels, Mad Max 2 e Mad Max beyond thunderdome, all'inizio degli anni Ottanta l'incontro con Peter Weir gli ha permesso di rivelare le sue capacità drammatiche in Gallipoli (1981; Gli anni spezzati) e in The year of living dangerously (1982; Un anno vissuto pericolosamente). In questi film ha interpretato rispettivamente un giovane atleta, costretto a combattere durante la Prima guerra mondiale nella penisola di Gallipoli (Turchia), e un giornalista drammaticamente coinvolto negli eventi che nel 1965 sconvolsero l'Indonesia. Al 1984 risale il suo primo ruolo in una produzione statunitense, quello di Christian Fletcher, capo degli ammutinati in The Bounty (Il Bounty) di Roger Donaldson, già interpretato da Clark Gable e da Marlon Brando. È stato poi un detenuto che, nei primi del Novecento, evade grazie all'aiuto della moglie del direttore del carcere in Mrs. Soffel (1984; Fuga d'inverno) di Gillian Armstrong, e un agricoltore in lotta contro le calamità naturali e le speculazioni in The river (1984; Il fiume dell'ira) di Mark Rydell, prima di raggiungere il successo con Lethal weapon, opera ideata dal produttore Joel Silver in cui G., oltre a confermarsi uno degli attori più popolari dell'action movie, ha saputo dar prova di una notevole autoironia nel tratteggiare il proprio personaggio. Dopo Tequila sunrise (1988; Tequila connection) di Robert Towne (in cui ha interpretato uno dei rari ruoli negativi della sua carriera, quello di un trafficante di droga), ha riproposto la fortunata commistione di azione e umorismo di Lethal weapon, sia nel secondo episodio della serie sia in Bird on a wire (1990; Due nel mirino) di John Badham e in Air America (1990) di Roger Spottiswoode, prima di essere chiamato da Franco Zeffirelli per Hamlet (1990; Amleto). Protagonista della commedia fantastica Forever young (1992; Amore per sempre) di Steve Miner, nel 1993 ha esordito dietro la macchina da presa con The man without a face (L'uomo senza volto), tratto dal romanzo di I. Holland, riuscita rappresentazione del difficile passaggio dall'infanzia all'adolescenza in cui G. ha interpretato la parte di un insegnante dal volto sfigurato. È stato quindi un incallito giocatore d'azzardo nel western Maverick (1994) di Donner e ha poi diretto, prodotto e interpretato Braveheart. Nel ruolo dell'irredentista scozzese William Wallace che nel 13° sec. si mise a capo della rivolta scozzese contro gli inglesi, il regista ha dato vita a un'opera di imponente spettacolarità e di forte respiro epico e lirico. Per uno dei suoi personaggi più belli, quello del milionario cui viene rapito il figlio in Ransom (1996; Ransom ‒ Il riscatto) di Ron Howard, G. è riuscito a rappresentare con particolare intensità un profondo dolore. Ha poi interpretato il protagonista istrionico del poliziesco Conspira-cy theory (1997; Ipotesi di complotto) ancora di Donner, il vendicativo Porter in Payback (1999; Payback ‒ La rivincita di Porter) di Brian Helgeland, lo strano detective in The million dollar hotel (2000) di Wim Wenders, il seduttore che legge il pensiero delle donne in What women want (2000; What women want ‒ Quello che le donne vogliono) di Nancy Meyers; ha portato quindi sullo schermo altri uomini d'azione assetati di giustizia in The patriot (2000; Il patriota) di Roland Emmerich e in We were soldiers (2002) di Randall Wallace. Un'ulteriore svolta della sua carriera è stata segnata da Signs (2002) di M. Night Shyamalan, thriller soprannaturale in cui la recitazione dell'attore è volutamente 'invisibile', basata sul gioco di sguardi a esprimere ora stupore ora paura.

Bibliografia

K. McKay, Mel Gibson, Garden City (NY) 1986.

A. Heinzlmeier, Mel Gibson: Schauspieler und Regisseur, München 1996.

R. Perry, Mel Gibson: actor, director, producer, Sydney 1996.

B. Pendreigh, Mel Gibson and his movies, London 1997.

W. Clarkson, Mel Gibson: living dangerously, New York 1999.

J. McAvoy, Mel Gibson, San Diego 2002.

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