MENSOLA

Enciclopedia Italiana (1934)

MENSOLA

Giorgio ROSI
Maria ACCASCINA

. Architettura (fr. corbeau, console; sp. ménsula, cartela; ted. Kragstein, Sparrenkopf; ingl. bracket). - Costruttivamente si può dire mensola qualunque solido sporgente da una parete, assicurato a essa per incastro, e sottoposto nella sua parte libera a sollecitazioni di varia natura. Di queste la più comune è la flessione semplice dovuta all'azione di pesi agenti parallelamente alla parete. Possono però darsi condizioni di carico tali da determinare contemporaneamente sollecitazioni diverse, in genere flessione e torsione, come nel caso di mensole destinate a portare impianti meccanici, nelle quali le azioni esterne e il loro punto di applicazione variano continuamente. Caso piuttosto raro è quello in cui il peso, pur esercitandosi simmetricamente in modo da non determinare torsione, agisce non parallelamente al muro, ma secondo una linea obliqua verso l'interno di esso. Questa condizione, che si riscontra nel caso di vòlte impostate su mensole, non rara nell'architettura romana, mette le mensole stesse in favorevoli condizioni di stabilità, liberandole dalla maggior parte del peso della copertura che viene scaricato nell'interno del piedritto.

In ogni caso il momento flettente che agisce nelle sezioni della mensola è quello che si riscontra nel caso di solidi incastrati a un estremo, e determina quindi trazione nelle fibre superiori e compressione nelle inferiori. Inoltre esso cresce quanto più si avvicina alla sezione d'incastro dove raggiunge il massimo. A ciò si deve la forma più comune con la base più alta dell'estremità libera, specialmente quando, trattandosi di materiali non elastici, è consigliabile trascurare la resistenza della parte tesa e aumentare quindi la superficie compressa. La più razionale soluzione di tale problema è quella che può realizzarsi mediante il cemento armato (v.), nel quale, col disporre l'armatura metallica nella parte tesa, si ottiene che l'asse neutro passi in alto e quindi la sottostante area compressa sia la maggiore possibile.

Da quanto si è fin qui detto, risulta che la forma e più ancora il rapporto fra aggetto e altezza delle mensole dipendono principalmente dal materiale usato. Nel caso di mensole in pietra, adottate specialmente nell'architettura monumentale del passato, quando si volle raggiungere un forte aggetto senza ricorrere, come avevano fatto di regola i Romani, all'uso di blocchi di eccezionali dimensioni, si usò suddividere la mensola in tante minori, ciascuna aggettante rispetto alla sottostante; tale sistema è caratteristico dell'architettura medievale, che l'adottò correntemente, dai coronamenti sporgenti delle fortificazioni alle cornici, ai balconi delle costruzioni civili, ecc.

In rispondenza alla necessità statica sopra ricordata, per la quale la mensola risulta più spessa all'incastro che all'estremo libero, la sagoma più usata fu di regola una gola di forte aggetto, di cui il profilo e la decorazione seguirono il gusto e lo stile dei tempi. I Romani usarono comunemente mensole di tale forma in pietra, ora lisce a sostegno di vòlte, balconi, cornicioni, ora decorate a reggere elementi decorativi, come statue, edicole, cornici.

L'arte medievale, dopo avere nei periodi più antichi imitato timidamente le forme romane riducendone le dimensioni e l'ornato diede loro, specie in periodo gotico, aspetti caratteristici, sia introducendo nuovi elementi figurati e animali, sia trattando diversamente i vecchi motivi col renderne più acuti i profili e i rilievi. Dal Rinascimento in poi le forme classiche ripresero la loro evoluzione, passando dalla libera e sapiente emulazione dell'antico, perseguita nel Quattro e nel Cinquecento, alla vivace dovizia di trovate del barocco. Nelle costruzioni odierne l'uso di materiali elastici, limitato in antico alle mensole di sostegno di tetti e solai, le cui forme seguivano, accentuandone solo l'aggetto, quelle delle mensole in pietra, consente proporzioni e disposizioni nuove e ardite. L'aspetto però delle mensole in ferro e in cemento armato non si scosta dalla nuda forma che deriva dalla tecnica costruttiva.

Arredamento. - Nella sua forma più semplice di tavoletta rettangolare sospesa alla parete mediante chiodi, la mensola fu largamente usata. Non v'è interno di casa dei secoli XV e XVI che ne sia sprovvisto e le pitture e le incisioni dell'epoca ci offrono numerosi esempî di queste strette e lunghe mensole, di scarso ornamento, che fanno parte della decorazione degl'interni. La forma della mensola in quell'epoca scarsamente interessa l'artista, tranne nel caso che essa serva di supporto a un'opera d'arte, a un busto di marmo o di terracotta, da porre appoggiata alla parete nell'interno d'una stanza; allora, nelle proporzioni, nella materia come nella decorazione - a baccellature, a fregi, a rilievi, a maschere - il più delle volte s'adatta all'opera da sostenere (mensole a sgabellone del palazzo Davanzati, Museo Nazionale, Firenze; Kaiser-Friedrich-Museum, Berlino; National Gallery, Londra, ecc.). L'arte barocca preferì un nuovo tipo di mensola non infissa in alto sulla parete, ma poggiata sul pavimento e accostata al muro. Questi piccoli tavoli poco alti, di limitatissimo uso pratico, ebbero un grande uso decorativo, sia per la rarità dei legni e dei marmi, sia per le sculture e gl'intagli. In Francia tali mensole ebbero grande fortuna e si chiamarono tables consoles e poi semplicemente consoles.

La mensola del sec. XVII è piccola e bassa con le gambe e i piedi in legno dorato sfarzosamente ornati o composti da testine di cherubi, da frutta, da foglie accartocciate. Per tutto il '700 e l''800 ebbe continuità di uso, ma nelle proporzioni, nella materia, nella colorazione, nella linea seguì le mutazioni del gusto. Lo stile Luigi XV la rese agile, elegantissima, nell'accordo tra la linea ondulata delle gambe e le ondulazioni dei festoncini appuntati con somma grazia; lo stile Luigi XVI irrigidì la linea, diminuì l'ornato. Le mensole erano poste sotto gli altissimi specchi, elementi decorativi di grande importanza nei palazzi del '700, ma il loro ufficio di mensola era apparente e non sostanziale, perché gli specchi erano infissi alle pareti. Uniformi nella linea generale, esse furono tuttavia varie nelle varie regioni e nella stessa Italia caratteri differenziali esistono fra le mensole veneziane e le piemontesi, tra le napoletane e le genovesi. Grandiose e severe furono le mensole di stile impero con piano di marmo poggiante su colonnine scanalate e capitelli; lisce o con qualche scultura zoomorfica furono le mensole di stile Luigi Filippo, di larghissima , diffusione. L'arte ha ora bandito quasi del tutto l'uso di tali mensole e torna a usare la mensola sulle pareti, variandone la semplice linea.

V. tavv. CLV-CLVIII.