MERCURIO

Enciclopedia Italiana (1934)

MERCURIO

Luigi Carnera

. Astronomia. - È, fra i pianeti noti appartenenti al sistema solare, il più piccolo di mole e di massa, superando di poco la nostra Luna. Nel suo giro intorno al Sole si muove in un piano sensibilmente più inclinato sull'eclittica di quanto non lo siano i piani degli altri pianeti (7°); compie la sua rivoluzione in 87,969 giorni, mantenendosi a una distanza media di circa 0,3871 unità astronomiche, pari a 58 milioni di chilometri, ossia alla minima distanza conosciuta per un pianeta; e percorre circa 47 km. al minuto secondo. La forma dell'orbita è un'ellisse, con 0,2 di eccentricità; è pertanto molto più allungata di quelle degli altri pianeti. Data la distanza relativamente piccola dal Sole in cui si mantiene costantemente, non lo si può scorgere mai a una distanza maggiore di 28° dal Sole: ci appare quindi sempre in regioni del cielo illuminate da raggi solari: da ciò la difficoltà di vederlo e studiarlo. Esso appare, visto dalla Terra, analogamente a Venere, in fase, cioè come una piccola Luna, di diametro variabile fra 4″ 4 e 12″, 2. G. V. Schiaparelli, da alcune macchie oscure scorte sulla superficie del pianeta, ritenne poter conchiudere che la rotazione intorno all'asse debba compiersi con grande lentezzai e che probabilmente debbano essere sensibilmente uguali il periodo di rotazione e quello di rivoluzione. Le indagini spettroscopiche e fotometriche, mentre hanno potuto escludere la presenza di una atmosfera che non sia tenue, hanno messo in luce un'albedo simile a quella lunare, e hanno constatato irregolarità nelle variazioni di luce, che sembrano potersi spiegare solo ammettendo che in certi istanti vi siano notevoli quantità della superficie a noi visibile oscurate da ombre gettate da notevoli elevazioni del terreno. Allo stato attuale delle nostre conoscenze circa il moto di Mereurio, è notevole il fatto che la legge newtoniana, pure tenendo conto delle perturbazioni inflitte da tutti i pianeti all'orbita di esso, è impotente a dare ragione, nella sua totalità, dell'ammontare osservato dell'accelerazione del perielio, in quanto restano ancora ingiustificati circa una quarantina di secondi d'arco di detta accelerazione, di essi dà invece ragione completa la teoria della relatività. Ma solo quando si avrà una più precisa nozione della teoria del pianeta, si potrà dichiarare definitiva la spiegazione relativistica ora accennata.

Bibl.: G. V. Schiaparelli, Sulla rotazione di M., in Astron. Nachrichten, XXIII; id., Sulla rotazione e sulla costituzione fisica di M., in Rend. R. Acc. dei Lincei, s. 4ª, V, p. 283; E. Grossmann; Die Bewegung des Merkurperihels nach den Arbeiten Newcombs, in Astron. Nachrichten, CCXIV, n. 5115.