Mersenne

Enciclopedia della Matematica (2013)

Mersenne


Mersenne Marin (La Soultière, presso Oizé, Maine, 1588 - Parigi 1648) matematico e filosofo francese. Studiò nel collegio di La Flèche, dove conobbe Cartesio; continuò i propri studi alla Sorbona e nel 1611 entrò nell’ordine dei minimi di San Francesco da Paola. Dal 1615 al 1617 insegnò a Nevers e successivamente in altre città della Francia, stabilendosi nel 1620 a Parigi. Durante un viaggio in Italia nel 1644 colse l’occasione per assistere ad alcuni esperimenti barometrici e discutere con alcuni scienziati italiani. Intellettuale dai molteplici interessi scientifici e aperto ai problemi della scienza moderna, ebbe un ruolo essenziale nel diffondere la cultura europea dell’epoca, nel promuovere i rapporti (soprattutto epistolari) tra gli scienziati dell’epoca e nel costruire un cenacolo intellettuale, l’Academia Parisiensis, attorno all’ordine dei minimi, che influenzò gli studi di geometria e anche la produzione artistica e pittorica dell’epoca (particolarmente interessanti le realizzazioni di alcuni disegnatori e pittori appartenenti a questo circolo, come il padre Jean-François Niceron, che realizzarono trompe-l’oeil e anamorfosi matematicamente definite). Per lungo tempo Mersenne fece da intermediario fra i maggiori scienziati e filosofi del momento (Cartesio, Galileo, Hobbes, Pascal padre e figlio, Gassendi, Huygens, Torricelli e altri), intrattenendo con essi una fitta corrispondenza. Cartesio gli affidò il manoscritto delle proprie Meditazioni perché lo facesse leggere agli amici e raccogliesse da questi le Obiezioni che lo stesso Cartesio aggiunse (con le risposte) all’edizione francese del 1647. Nel 1634 tradusse in francese il Trattato di meccaniche di Galileo; nel 1642 curò la pubblicazione del De cive di Hobbes. A partire dal 1634 elaborò le regole del nuovo metodo scientifico: abbandono del principio di autorità, ricorso all’esperimento, matematizzazione della natura. Ma il rifiuto della metafisica in nome di una fisica concepita come pura scienza dei fenomeni si accompagna in Mersenne, nella prima fase della sua attività intellettuale, alla polemica contro scettici, atei, deisti e libertini, all’affermazione dell’accordo tra scienza e religione e alla concezione di quest’ultima come istituzione garante di ordine civile. In una seconda fase, abbandonata l’apologetica scientifica, Mersenne si dedicò prevalentemente a ricerche scientifiche e alla promozione della nuova scienza meccanicistica: studiò le proprietà delle corde vibranti, dei fluidi, e la resistenza dei materiali, cercò di misurare la velocità del suono nell’aria e formulò le leggi dell’acustica musicale. In matematica è ricordato per i cosiddetti numeri primi di Mersenne ( Mersenne, successione di), che sono della forma 2p − 1, dove p è un numero primo; il più grande numero primo di Mersenne fino a oggi (2013) conosciuto è 257885161 − 1. Scritto in forma decimale ha più di 17 milioni di cifre ed è stato individuato da ricercatori della University of Central Missouri grazie a una enorme rete di computer operanti in parallelo. Opere principali: L’impiété des deistes, athées et libertins (L’empietà di deisti, atei e libertini, 1624), La vérité des sciences contre les sceptiques ou Pyrrhoniens (La verità delle scienze contro scettici e pirroniani, 1625), Traité de l’harmonie universelle (Trattato dell’armonia universale, 1636-37).

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