MESEMBRIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

MESEMBRIA (Μεσαμβρίη)

A. Bellini

Città menzionata da Erodoto (VII, 108), che la ricorda come colonia fondata dai Greci di Samotracia, sulla costa NE dell'Egeo nel VII sec. a.C. Le sue supposte rovine sono state rinvenute nella parte E di una baia a 20 km a O di Alexandroupolis; L. Robert, però, considerando le numerose monete di bronzo di Zonè rinvenute, ha proposto di riconoscere nell'abitato portato alla luce i resti di quest'ultima città o di un centro a essa collegato.

Durante la prima guerra mondiale, trincee scavate nella zona avevano rivelato la presenza di reperti ora conservati al museo di Sofia, ma è solo a partire dal 1966 che sono stati condotti nel sito scavi sistematici che hanno interessato varie parti della città e hanno fornito materiali risalenti fino all'epoca preistorica, ma databili per la maggior parte tra il V e il III sec. a.C. suggerendo che M., se in questo sito si deve riconoscere la colonia ricordata da Erodoto, raggiunse il suo apogeo in tale periodo. Particolare menzione merita il rinvenimento, nel settore E dell'abitato, di frammenti di kouroi arcaici e quello di numerosi vasi traci insieme a vasellame attico, circostanza che sembra indicare la convivenza di Greci e Traci nella città. Fra le testimonianze di epoca preistorica si deve ricordare una figurina alta 15 cm.

Oltre ad alcuni tratti (principalmente sui lati E e O) della cinta fortificata munita di torri, sono stati portati alla luce numerosi quartieri di abitazione, costituiti da blocchi quasi regolari. Le case hanno una pianta simile a quelle di altri siti della Grecia ellenistica, con stanze che si aprono su un cortile pavimentato posto sul lato S. L'acropoli è stata identificata a Ν della città.

Particolare impulso è stato dato nelle ricerche allo scavo della zona di abitato situata sul mare, all'estremità SO dell'insediamento, dove sono state individuate cinque fasi diverse, scaglionate tra il V e il III sec. a.C. Una cinta fortificata, rinforzata da torri agli angoli SO, NO e NE, la delimitava su tre lati (50,50 m sul lato E-O, 46,50 m sui lati N-S) uno dei quali corrispondeva a parte del muro di cinta della città. A S invece era aperta sul mare. Ai piedi della torre NO è stata rinvenuta sulla faccia esterna di due blocchi un'iscrizione recante i seguenti nomi: αδαμας βοςταδος e μυρσίνη αλκεβιαδο. Le ricerche hanno reso possibile la ricostruzione dello schema topografico delle fasi più recenti, costituito dall'intersecarsi ad angolo retto di tre strade E-O e tre N-S. Lungo il lato O della fortificazione vi erano magazzini. Nelle murature degli edifici, costruite con pietre legate con terra, sono state recuperate stele funerarie riutilizzate, mentre in una costruzione dell'angolo NE sono stati rinvenuti ampi frammenti di intonaco rosso con bordo blu e tracce di bianco. Fra i reperti di rilievo un gran numero di statuette in terracotta, di cui una di Cibele, due di Ercole, un piccolo Eros.

Presso il lato E della cinta della città è stato portato alla luce un tempio prostilo (9 x 15 m) in antis, orientato NE-SO e posto su una crepidine di tre gradini. Esso era probabilmente dedicato ad Apollo come sembrerebbe provare il rinvenimento di numerose tessere recanti il suo nome. A S è stato scoperto un gruppo di costruzioni, organizzate intorno a una corte lastricata, identificate come probabili ambienti di servizio collegati con l'edificio cultuale. Il complesso occupa, nella sua totalità, uno spazio di 35 x 45 m. La ceramica rinvenuta è databile tra il VI-V sec. a.C. Muri più tardi sono stati scavati a Ν e a O del santuario.

Sempre nella stessa area è stato portato alla luce un edificio a pianta molto allungata (1,50 x 7,50 m), identificato come Santuario di Demetra per la presenza di una base iscritta menzionante il nome di questa dea. Da segnalare il rinvenimento di placchette votive in oro, argento e bronzo decorate da rappresentazioni in rilievo di fedeli recanti offerte alla divinità o nell'attitudine della preghiera, di un medaglione d'argento ornato da una testa femminile, di una statua maschile acefala, di una vasca in terracotta del tipo di quelle di Olinto e di Pella ma ornata sul bordo da un kymàtion ionico, e di numerose monete di bronzo.

Gli scavi nella necropoli occidentale hanno portato alla luce numerose sepolture, principalmente di quattro tipi: tombe a cassa in pietra locale, pìthoi di varia grandezza, sarcofagi di marmo locale e semplici fosse ricoperte con tegole; in due casi una inumazione è stata rinvenuta all'interno di un períbolo rotondo. Si segnala inoltre la scoperta di monumenti in pietra collegati al culto dei morti. Il corredo delle sepolture entro pìthoi è in genere il più ricco, con numerosi gioielli in oro e in argento. Fra i reperti particolare menzione meritano un paio di orecchini in filigrana d'oro a disco e con pendente, una figurina in terracotta raffigurante una divinità tracia, un'anfora panatenaica con rappresentazione di cavalieri, un anello d'oro con castone decorato da un'immagine di Atena. Rinvenimenti di tombe sparse sono segnalati all'interno e all'esterno della cinta della città.

A. Vavritsas indica come proveniente dalla necropoli un decreto del III sec. a.C., importante per la topografia della regione.

Presso Klemataries, a 1,5 km a NO dell'abitato, sono state trovate tracce di una canalizzazione che riforniva d'acqua Mesembria.

Bibl.: Resoconti di scavo: Ergon, 1966-1971, 1973, 1975-1981, 1983-1984, 1987-1988; A. K. Vavritsas, in Prakt, 1966-1971, 1973, 1975-1981, 1983-1984, 1987; T. Tsatsopoulou, in AErgoMak, I, 1987, pp. 469-478; II, 1988, p. 489 ss.; III, 1989, p. 577 ss. - V. inoltre L. Robert, in Bulletin Epigraphique, 1981, η. 326.

(Α. Bellini)

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