Messapi

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(gr. Μεσσάπιοι) Antica popolazione della Puglia, stanziata assieme a Calabri e Salentini nella Penisola Salentina (antica Calabria). Prende il nome da Messapo, eroe beota, emigrato in Italia meridionale.

Talora identificati con gli Iapigi, i M. erano forse immigrati dall’Illiria agli inizi del 1° millennio a.C. La documentazione archeologica mostra l’esistenza, già alla fine del 9° sec. a.C., di rapporti con il mondo greco attestati dal rinvenimento di ceramiche mediogeometriche corinzie, cui si affiancano, nell’8° sec., importazioni attiche ed euboico-cicladiche; contemporaneamente si afferma la caratteristica ceramica locale, a decorazione geometrica dipinta. Rito funerario dominante è l’inumazione in posizione rannicchiata.

La fondazione di Taranto (706-705 a.C., secondo la cronologia di Eusebio) segna un momento importante nella relazione con i Greci. Nel corso del 7° sec. il processo di frantumazione dell’originaria unità culturale iapigia porta all’emergere di un’identità messapica. La strutturazione etnica e culturale dei M. si compie nel segno di una crescente ellenizzazione, più evidente nel 6° sec., con la nascita delle città e di un’architettura monumentale civile e religiosa, l’introduzione della scrittura e la diffusione di nuovi rituali funerari. I M. sostennero lotte contro Taranto al principio del 5° sec. a.C.; battuti intorno al 500, riportarono una vittoria nel 473 o 471. L’espansionismo tarantino continuò ad alimentare il conflitto con i M.: Taranto chiamò in proprio aiuto, nel 343, Archidamo di Sparta, e nel 334-333, Alessandro d’Epiro. Alleati dei Romani nella prima e seconda guerra sannitica, nella terza (299 a.C.) i M. si distaccarono in parte, paventando la crescente potenza di Roma. Sconfitti dai Romani nel 280 e nel 267-266, dovettero aderire alla confederazione guidata da Roma. Durante la seconda guerra punica si ribellarono, e nel 90 a.C. parteciparono alla guerra sociale, dopo la quale fu accelerato il processo della loro romanizzazione. La lingua dei M., documentata da graffiti, leggende monetali e glosse, iscrizioni in grafia greca, è di tipo indoeuropeo con probabili affinità balcaniche.

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