MESSINA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

MESSINA (XXIII, p. 1; App. I, p. 838; II, 11, p. 292)

Aldo PECORA

Da 192.051 ab. nel 1936, la popolazione residente del comune di Messina è aumentata a 220.766 nel 1951 e a 246.504 nel 1959. Nel 1951 la città comprendeva 178.204 ab., mentre la rimanente popolazione si distribuiva in un numeroso stuolo di medî e piccoli centri e in molti nuclei sparsi sul suo esteso territorio. L'aumento demografico del comune è dovuto in modo preminente all'eccedenza del movimento naturale della popolazione.

Rispetto al 1931, sia l'indice di natalità sia quello di mortalità sono diminuiti, ma con maggior evidenza quello di mortalità in rapporto alle migliorate condizioni igienico-sanitarie di tutto il territorio, e soprattutto dei quartieri baraccati che sono per la massima parte scomparsi. I movimenti migratorî sono stati negli anni del dopoguerra molto disformi prevalendo ora gli emigrati ora gli immigrati: nel 1953 comincia la serie positiva, con una media annua di 629 unità.

La struttura industriale della città si è arricchita in questi ultimi decennî: la popolazione attiva, che nel 1936 rappresentava soltanto il 33,1% di quella in età superiore ai 10 anni, ne costituisce ora il 37%. Mentre l'agricoltura ha visto i suoi addetti ridotti di circa un terzo dal 1936 al 1951 (da 14.948 a 10.281), le attività industriali si sono sensibilmente rafforzate, soprattutto le meccaniche, le alimentari e quella del legno. Sono pure aumentati gli addetti al commercio, e soprattutto alla pubblica amministrazione, mentre stazionarî risultano quelli dei trasporti.

Il traffico attraverso lo Stretto, per mezzo dei ferry-boats, è aumentato considerevolmente in questo dopoguerra: nel 1957 il numero delle doppie corse effettuate fu di 12.859 (+ 19,4% rispetto al 1952), e le persone traghettate sono salite da 2,3 milioni nel 1936-37 a 4,7 nel 1957 (+104,3 per cento); il numero dei carri carichi traghettati fu nello stesso anno di 316.703 (+ 20,4% rispetto al 1952): il traffico si svolge per più dell'80% con Villa San Giovanni, e solo per un quinto con Reggio di Calabria. Il traffico del porto, al contrario, è diminuito in modo considerevole, scendendo da un milione di tonnellate di merci nel 1936-37 a 365.255 nel 1954: l'87% del movimento commerciale è assorbito dalle importazioni, che per poco più della metà provengono dalla navigazione di cabotaggio.

L'incremento delle attività economiche e l'aumentare del carico demografico hanno stimolato la ricostruzione di larghe aree urbane e l'allestimento di nuovi quartieri residenziali. Questi ultimi si trovano ai margini della città, sui primi sproni dei Peloritani, e tendono a concentrarsi in prevalenza tra il torrente Boccetta e la zona industriale, che dell'agglomerato costituisce il settore più meridionale, sulla strada per Catania. Nel resto quasi tutte le nuove vie, sebbene assai più ampie, corrispondono nel tracciato alle antiche.

Bibl.: Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Messina, Indici della vita economica della provincia di Messina, anni 1952-57, Messina s.d.; D. Saitta, Strutture sociali della popolazione di Messina fra il 1820 e il 1827, desunte dai documenti di Stato Civile, in Quaderni di Geografia umana per la Sicilia e la Calabria, ivi 1957.

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