METAPONTO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

Vedi METAPONTO dell'anno: 1961 - 1973 - 1995

METAPONTO (Μεταπόντιον, Metapontum)

P. C. Sestieri

Uno dei centri archeologici più importanti della Magna Grecia. Benché gli scavi non siano molto estesi, tuttavia è riconoscibile, specialmente da fotografie aeree, il nucleo di impianto ortogonale della città con gli edifici più notevoli. Quello più conservato e più interessante è il tempio detto delle Tavole Palatine, periptero dorico, esastilo, della fine del VI sec. a. C. Esso misurava m 34,29 × 13,66, e se ne conservano 10 colonne sul lato N e 5 su quello S, oltre a una parte della trabeazione e a resti della cella. I primi scavi risalgono al 1833, e furono dovuti al Duca De Luynes; altri scavi eseguì il Lacava nel 1886. Nel 1925 il Quagliati rimetteva in luce tutto lo stilobate e le fondazioni del pronao. Nel 1926 il Galli esegui saggi all'intorno, rimettendo in luce molti frammenti di terrecotte architettoniche dipinte, statuette votive della fine del VI e del principio del V sec. a. C., e un frammento di vaso assai interessante, perché su esso è una parte d'iscrizione, in cui si legge una dedica a Hera, che probabilmente era la divinità cui il tempio apparteneva. Questo tempio si trova al di fuori delle mura, di cui alcuni tratti sono stati identificati a non molta distanza dalla stazione ferroviaria. Entro alla loro cerchia è stata riconosciuta l'area dell'agorà, presso la quale sono i resti probabili, non scavati, del teatro. Presso il lato settentrionale di quest'area sono i resti, piuttosto confusi, di un altro tempio, che un iscrizione dedicatoria ha permesso con certezza di attribuire ad Apollo Lökaios. L'edificio era anch'esso dorico esastilo periptero, ma più grande di quello precedente (misura m 41,50 × 22,50). Oltre a frammenti architettonici fittili e in pietra, si è trovata anche una statua di Koùros attualmente conservata nel museo di Potenza.

Gli ultimi scavi eseguiti a M. risalgono al 1939, e sono consistiti in saggi eseguiti nella necropoli e presso i due templi, allo scopo di accertare la presenza delle stipi votive. Nella prima si è rivelato di grande interesse un ipogeo d'età ellenistica, costituito da due ambienti, in uno dei quali era conservata la klìne o letto funebre, in pietra, con i particolari intagliati e dipinti. Il sepolcro è costruito in maniera accuratissima, con bei blocchi parallelepipedi, i quali all'interno erano coperti di uno strato di stucco, sul quale era condotta una decorazione dipinta, di cui non rimangono che scarse tracce di una fascia in colore rosso. Nell'interno si sono trovati vasi e statuette fittili in frammenti.

Altre tombe appartenenti al VI sec. a. C., come hanno dimostrato i vasi in esse rinvenuti, sono costruite con lastroni di pietra, riuniti in modo da formare una cassa. Infine, non lontano dalla Masseria "Casa Ricotta", si sono trovate numerose tombe d'età ellenistica, costruite con tegoloni disposti a cappuccina, o con grandi tegole semicilindriche (tombe a culla), contenenti vasi di fabbrica lucana che permettono di assegnarle al IV sec. a. C.

Presso il tempio di Apollo Lökaios è stata scavata una parte della stipe, la quale ha restituito materiali di grande interesse, che vanno dall'età arcaica a quella ellenistica. Tra queste vanno segnalate una testina di terracotta di stile geometrico, e varie statuette fittili, sia maschili che femminili, che permettono di conoscere alcuni aspetti dell'arte di M., che nei suoi primi periodi ha un suo carattere particolare, mentre in seguito si identifica con quella della vicina Taranto. Alcuni materiali sono conservati in un Antiquarium locale.

Bibl.: W. Helbig, Ripostiglio di monete scoperto a Metaponto, in Bull. Inst., 1882, p. 223; F. Lenormant, Métaponte, in Gaz. Arch., 1883, p. 62-72; A. Emerson, An Engraved Bronze Bull at Metaponto, in Am. Journ. Arch., IV, 1888, p. 28; M. Lacava, Topografia e storia di Metaponto, Napoli 1891; G. De Petra, Il geison nel tempio di Apollo Lycio a Metaponto, in Atti Accad. Napoli, XVII, 1893-1896; id., Cornice del tempio di Apollo Lycio in Metaponto, in Rendic. Accad. Napoli, VIII, 1894, p. 124; S. Mirone, L'Apollo Citaredo di Metaponto, in Riv. Critica di Cultura Calabrese, 1922, p. 188; Q. Quagliati, Scavi nel tempio di Metaponto, Società Magna Grecia, Relazione e bilancio 1924-25, Roma 1925; E. Galli, Metaponto: esplorazioni archeologiche e sistemazione dell'area del Tempio delle Tavole Palatine, Campagne Soc. Magna Grecia, 1926-27, p. 63; S. P. Noe, The Coinage of Metapontum, New York 1927, 1931; P. C. Sestieri, Campagna di Scavi (Metaponto), in Not. Scavi, 1940, p. 51; id., Note sull'arte di Metaponto, in Le Arti, III, dicembre 1940-gennaio 1941, p. 92; J. Berard, Il Tempio delle Tavole Palatine a Metaponto, in Arch. Stor. Calabria e Lucania, Anno VI, fasc. I-II, p. 6; id., Bibliographie topographique des principales cités grecques de l'Italie méridionale et de la Sicile dans l'antiquité, Parigi 1941, p. 69; T. J. Dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948, passim; F. Castasgnoli, La Pianta di Metaponto. Ancora sull'Urbanistica ippodamea, in Rend. Acc. Lincei, XIV, 1959, p. 49 ss.