METATARSO

Enciclopedia Italiana (1934)

METATARSO (dal gr. μετά "dopo" e ταρσός "tarso")

Riccardo Dalla Vedova

È il tratto distale del massiccio del piede, interposto fra il tarso e le 5 dita, che lo prolungano distalmente. Non esiste una linea di delimitazione superficiale fra metatarso e tarso; e questa può essere tracciata soltanto riferendola all'articolazione dei relativi componenti scheletrici.

Le 5 ossa metatarsali, che ne costituiscono l'impalcatura, sono ossa lunghe, a sezione prismatica triangolare, leggermente curve a concavità rivolta verso la pianta del piede, con la base prossimale, più cuneiforme che cuboide, e la testa, distale, condiloidea, schiacciata trasversalmente. I singoli metatarsali si distinguono per le loro dimensioni (il primo è notevolmente più grosso degli altri e l'ultimo è il più corto), per la conformazione delle loro basi ma anche per il numero delle faccette articolari in conseguenza dell'intimo e complesso rapporto che le basi stesse assumono articolandosi con le ossa distali del tarso, i tre cuneiformi e il cuboide, nell'articolazione di Lisfranc.

Robusti legami interossei, oltre i legamenti plantari e dorsali, ne vincolano ancora più strettamente le basi, a eccezione di quella del primo; il quale però con gli altri quattro è collegato nel suo estremo distale dal legamento trasverso plantare, che connette insieme gli elementi fibrosi delle articolazioni metatarso-falangiche.

Nel loro complesso i metatarsali, che hanno un decorso parallelo all'asse longitudinale del piede, formano una doccia a concavità plantare (vòlta trasversale del piede); nell'articolazione di Lisfranc e con le restanti ossa tarsali sono atteggiati in tale rapporto da costituire il pilastro distale della vòlta antero-posteriore del piede.

Lo scheletro è molto più superficiale verso il dorso del metatarso che non verso la pianta; dove la cute è imbottita da una suoletta - simile a quella della regione plantare del calcagno, ma più sottile - di tessuto adiposo stipato fra sepimenti connettivali compatti, che poggia su una valida formazione fibrosa (l'aponeurosi plantare), sottesa alle logge nelle quali tendini, muscoli, vasi e nervi percorrono la pianta, restando a riparo dalla compressione diretta dello scheletro metatarsale che scarica il peso del corpo al suolo soltanto attraverso il suo margine esterno e le teste del 1° e del 5° metatarsale (e attraverso il calcagno; v.).

Fra le deformità congenite circoscritte al metatarso, oltre alle aplasie, merita di essere ricordato soltanto il varismo. Le deformità acquisite sono più spesso traumatiche: ma possono essere patologiche in conseguenza di flogosi e di neoplasmi che interessino i suoi componenti. Per cause violente dirette cospicue il metatarso può subire la lussazione sul tarso: oppure fratture simultanee di parecchi o di tutti i metatarsali; anche senza che agisca una causa diretta, può determinarsi la frattura (isolata, diafisaria) del II e del III metatarsale in conseguenza di una marcia prolungata (piede da sforzo, o piede del soldato), per le particolari sollecitazioni statiche alle quali quei metatarsali sono soggetti.