Leiris, Michel

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Scrittore ed etnologo francese (Parigi 1901 - Saint-Hilaire, Essonne, 1990). Formatosi nell'ambito del surrealismo, in seguito se ne dissociò, privilegiando il racconto autobiografico inteso come viaggio alla conoscenza di sé stessi attraverso introspezione e riflessione etica. Appassionato viaggiatore e acuto osservatore, L. ha lasciato una nutrita serie di testimonianze e di contributi scientifici di alto livello per la conoscenza di popoli e civiltà, soprattutto africani.

Vita

Iniziatosi alla letteratura sotto la guida di R. Roussel e M. Jacob, partecipò (1924-29) al movimento surrealista, da cui in seguito si allontanò insieme a Masson, Limbour e Boiffard. Segretario della rivista Documents (1929-30), prese parte, dopo una terapia psicanalitica, alla missione etnografica Dakar-Gibuti, diretta da M. Griaule; grande viaggiatore si recò anche nelle Antille, in Cina, a Cuba. Dal 1934 lavorò come etnografo al Musée de l'homme. Partecipò al Collège de sociologie e dal 1946 fu redattore di «Les temps modernes». Nel 1980 rifiutò il Grand Prix national des Lettres.

Opere

Gli esordi letterari, le raccolte poetiche Simulacre (1925); Le point cardinal  (1927); Glossaire, j'y serre mes gloses (pubbl. 1940) e il romanzo in versi  Aurora (pubbl. 1946), risentono dell'ambiente surrealista in cui furono prodotte. Con L'âge d'homme (1939; trad. it. 1980), riedito nel 1946 unitamente con De la littérature considérée comme une tauromachie, ebbe inizio la sua opera autobiografica, ispirata alla rischiosa arte della corrida: Nuits sans nuit (1945); i 4 voll. di La règle du jeu (Biffures, 1948, trad. it. 1979; Fourbis, 1955; Fibrilles, 1966; Frêle bruit  (1976); Le ruban au cou d'Olympia (1981); Langage tangage ou ce que les mots me disent (1985); À cor et à cri (1988). Raccolse le sue poesie in Mots sans mémoire (1969) e Haut mal (1973).  L'Afrique fantôme (1934; trad. it. 1984) segnò l'avvio della sua carriera di etnografo. Tra gli altri contributi in questo ambito: La langue secrète des Dogons de Sanga (1948); L'éthnographe devant le colonialisme (1950), un ripensamento sulla posizione ambigua dell'etnografia, scienza dei colonialisti; Race et civilisation (1951); Contacts de civilisation en Martinique et en Guadeloupe (1955), nel quale lo studio etnografico viene riscattato come valido strumento di lotta contro il razzismo; Afrique noire (1967; trad. it., 1984); Cinq études d'ethnologie (1969). Tra le altre opere: Miroir de la tauromachie (1938; trad. it. 1986); Brisées (1966); Francis Bacon ou la vérité criante (1974); i volumi postumi Zébrages (1992), Opérratiques (1992), Journal de Michel Leiris. 1922-1989 (1992).

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