MIDOLLO osseo

Enciclopedia Italiana (1934)

MIDOLLO osseo

Adolfo Ferrata

Il midollo osseo è il più importante degli organi ematopoietici dell'adulto ed è rappresentato da un particolare tessuto che si riscontra in tutte le cavità ossee: nel canale midollare delle ossa lunghe, nelle areole del tessuto spugnoso e nei canali stessi di Havers. Esso si presenta sotto tre aspetti diversi: midollo rosso o fetale, midollo giallo o adiposo, midollo gelatinoso. Il midollo rosso o fetale si trova nelle ossa in via di sviluppo ed esiste pure nell'adulto nei corpi vertebrali, nello sterno e nelle coste; il midollo giallo o adiposo si riscontra nella maggior parte delle ossa dell'adulto; il midollo gelatinoso nelle ossa del cranio e nelle ossa della faccia in via di sviluppo. Il midollo osseo è formato da larghe vescicole chiare (adipose) comprese in un tessuto cellulare ematogeno che costituisce il tessuto ematopoietico mieloide propriamente detto. Diverse sono le proporzioni fra il tessuto mieloide e il tessuto grassoso; nel midollo rosso prevale il primo, mentre nel midollo giallo prevalgono le cellule adipose. Col progredire dell'età va gradatamente riducendosi il tessuto ematogeno così che nella vecchiaia il midollo diventa quasi esclusivamente grassoso e solo nelle epifisi e in alcune ossa brevi conserva funzioni citoemoblastiche. Nel midollo osseo si distinguono due parti anatomicamente e funzionalmente ben differenziate: la parte cosiddetta stromatica, e quella costituita dalle cellule formanti il tipico parenchima mieloide. La parte stromatica è costituita da un sistema di fibre assai sottili le quali formano una rete; a questa rete sono legate le cellule fisse che prendono il nome di reticolari, o cellule mesenchimali indifferenti, o istiociti. Queste cellule sono colorabili intra vitam col litio-carminio, tripanblau ecc. Oltre alle cellule grassose, alle cellule reticolari e alle fibre del reticolo sopra ricordate, esiste nel midollo delle ossa una ricca rete vasale sotto forma di capillari anastomizzati fra di loro con sottilissima parete i cui endotelî sono in continuazione con le cellule reticolari stesse. Entro le maglie del tessuto reticolare suaccennato sono contenuti, raggruppati in modo da formare nidi o focolai degli elementi cellulari fra loro assai disparati, i quali costituiscono il vero parenchima mieloide o parenchima midollare. I costituenti cellulari del parenchima midollare sono precisamente tutti gli elementi maturi e immaturi della serie eritrocitica, della serie granulocitica e della serie megacariocitica o piastrinoblastica, nonché altri elementi non molto abbondanti ma indiscutibilmente esistenti i quali rappresentano le cellule indifferenziate parenchimali capostipiti comuni degli elementi della serie rossa e di quelli della serie sia granulocitica sia piastrinica.

L'elemento parenchimale indifferenziato, chiamato da A. Ferrata emocitoblasto, è una cellula con protoplasma basofilo con nucleo formato da un reticolo di cromatina assai tenue a maglie intrecciate finissime e omogenee e fornito di uno, due o più nucleoli. Questo emocitoblasto è, come s'è detto, una cellula indifferenziata e come tale non è né un leucocito né un eritrocito, ma può generare sia globuli rossi sia globuli bianchi attraverso modificazioni morfologiche che permettono chiaramente di distinguere se la differenziazione avviene verso la serie eritroblastica o verso la serie granuloblastica. Quando un emocitoblasto si evolve verso la maturazione eritrocitica, presenta delle modificazioni morfologiche caratterizzate da un aumento della basofilia del protoplasma (colorato in blu) e da una disposizione radiariforme della cromatina del nucleo che mantiene ancora i nucleoli. Questo elemento detto proeritroblasto, in una fase successiva perde i nucleoli e prende il nome di eritroblasto basofilo. In un'ulteriore fase di maturazione, il protoplasma comincia ad acquistare una quota di emoglobina che è acidofila (color rosa col Giemsa), di modo che il protoplasma dell'eritroblasto sarà in parte basofilo (blu) in parte acidofilo (rosa). Si ha cioè il cosiddetto eritroblasto policromatofilo o policromatico. Successivamente, continuando la sua evoluzione, l'eritroblasto policromatico si trasforma in eritroblasto ortocromatico o acidofilo, quando cioè il protoplasma ha assunto completamente l'emoglobina apparendo uniformemente acidofilo (rosa). Il nucleo frattanto invecchia, impicciolisce, si fa più intensamente colorato e successivamente si frammenta o si dissolve per scomparire completamente. Scomparsi dal globulo il nucleo o i prodotti della dissoluzione nucleare, rimane il globulo rosso o eritrocito. Il primo orientamento dell'emocitoblasto verso la serie leucocitaria granulocitica è l'assunzione da parte di esso di granulazioni che non sono ancora specifiche, vale a dire non sono ancora neutrofile, eosinofile o basofile, ma sono granulazioni aspecifiche ossia azzurrofile (rosso-violetto). Questo primo elemento della serie granulocitica prende il nome di mieloblasto. Ulteriomiente, alle granulazioni azzurrofile si sostituiscono gradatamente delle granulazioni neutrofile, o eosinofile, o basofile, mentre il nucleo perde la caratteristica del nueleo emocitoblastico; il reticolo cromatinico appare più grossolano, i nucleoli scompaiono, si ha il cosiddetto promielocito. Questo diventa mielocito quando le granulazioni azzurrofile sono scomparse diventando tutte granulazioni specifiche: in questa fase il nucleo è ancora unico rotondeggiante e a grosse maglie. La successiva fase di maturazione del mielocito sia esso con granulazioni eosinofile, neutrofile, basofile, è rappresentata da un incurvamento del nucleo a ferro di cavallo; tale nuova forma prende il nome di metamielocito. Dalla forma di metamielocito (neutrofilo, eosinofilo, basofilo) si passa in seguito alla comparsa di successivi strozzamenti della massa nucleare, al leucocito polimorfo-granuloso neutrofilo, eosinofilo, basofilo.

La formazione delle piastrine avviene pure nel midollo delle ossa per opera, secondo la maggioranza degli autori, di particolari elementi cellulari detti megacariociti che, con gli elementi sopra descritti, concorrono a costituire il parenchima mieloide propriamente detto, formando nel loro complesso il sistema megacariocitico o piastrinoblastico.

La genesi dei megacariociti non è ancora del tutto chiarita; secondo alcuni autori proverrebbero dagli elementi indifferenziati parenchimali (emocitoblasti), secondo altri dagli elementi mesenchimali; nell'uno o nell'altro caso o per un processo d'ipertrofia cellulare seguito da processo di divisione diretta o di gemmazione o per processo di cariocinesi o di fusione cellulare. Qualunque sia l'origine di questi megacariociti, essi seguirebbero la seguente scala di evoluzione: megacarioblasto, cellula voluminosa con uno o più nuclei con protoplasma basofilo senza granulazioni; megacariocito linfoide, cellula come la precedente, ma con nucleo già a carattere megacariocitico, ossia grossolano, intensamente colorato e protoplasma ancora privo di granulazioni; megacariocito granuloso, con granulazioni protoplasmatiche azzurrofile, le quali si ammassano in piccoli cumuli circondati da un alone di protoplasma basofilo; tali formazioni si staccherebbero gradualmente dal protoplasma per costituire le piastrine libere.