OTERO SILVA, Miguel

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

OTERO SILVA, Miguel

Luisa Pranzetti

Poeta, romanziere, saggista e giornalista venezuelano, nato a Barcelona (Anzoátegui, Venezuela) il 26 ottobre 1908, morto a Caracas il 28 agosto 1985. Abbandonati gli studi d'ingegneria, prese posizione contro la dittatura di J.V. Gómez; costretto all'esilio, si stabilì a Parigi (1932) e rientrò in patria due anni dopo, alla morte del dittatore. Nel 1941 fondò il settimanale satirico El morrocoy azul, e nel 1942, insieme ad A. Arraiz, il quotidiano El Nacional. Iniziò l'attività di scrittore con la raccolta di poesie Agua y cauce (1937); le successive raccolte − Venticinco poemas (1942), Elegía coral a Andrés Eloy Blanco (1958), Sinfonías tontas (1962), La mar que es el morir (1965), Umbral (1966) − sono state riunite in Obra poética (1976). Il suo primo romanzo, Fiebre (1939), narra le lotte studentesche (1928-29) contro Gómez. Inizia con questo romanzo l'ampio affresco della storia contemporanea del Venezuela dagli inizi del secolo alla metà degli anni Sessanta. O.S. s'impose all'interesse della critica con Casas muertas, pubblicato nel 1955 (trad. it., 1960), lo stesso anno in cui ottenne il Premio Nacional de Literatura.

In Casas muertas il tema del dispotismo di Gómez è ripreso attraverso la descrizione di una piccola città, Ortiz, un tempo prospera, diventata fatiscente e ridotta a un agglomerato di case morte, i cui abitanti sono stati annientati da epidemie devastatrici. Ortiz è un microcosmo devastato più dall'oppressione dell'oligarchia che da una natura spietata. In Oficina n. 1 (1960), O.S. allarga il vasto affresco agli anni Quaranta, poco prima della deposizione del generale I. Medina Angarita (1945). Lo spazio geografico è quello dei giacimenti di petrolio, e vi compaiono alcuni dei personaggi di Casas muertas, qui alla ricerca di una terra migliore. Ne La muerte de Honorio (1963) il racconto abbraccia gli anni successivi, fino al 1958, anno in cui cade un altro dittatore venezuelano, M. Pérez Jiménez. In Cuando quiero llorar no lloro (1970; trad. it., Qui succede, signori, che mi gioco la vita, 1974) l'azione prende le mosse dal 1948 per arrivare al 1966, due date significative nella storia politica venezuelana (rispettivamente, governo del colonnello C. Delgado Chalbaud, che scioglie il Parlamento; e chiusura e occupazione dell'università, ritenuta un covo di terroristi). Lope de Aguirre, principe de la libertad (1979) e La piedra que era Cristo (1984), il suo ultimo romanzo, vanno oltre il ristretto panorama storico venezuelano. Nel primo infatti O.S., nel tentativo di legittimare la ribellione del nefando conquistatore, lo raffigura come precursore dell'indipendenza americana. Nel secondo, pur continuando a indagare la realtà storica con gli strumenti della finzione, sceglie personaggi e fatti che hanno, per il loro significato religioso, una connotazione soprannaturale che conferisce loro una complessità specifica.

Come saggista O.S. ha pubblicato El cercado ajeno. Opiniones sobre arte y política (1961), e Prosa completa (1976). È anche autore di un'opera teatrale, Romeo y Julieta (1975), e del reportage Obra humoristica completa (1976).

Bibl.: A. Márquez Rodríguez, Acción y pasión en los personajes novelescos de Miguel Otero Silva, Bogotá 1984.