MILANO

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

MILANO

Anna Bordoni
Sandra Sicoli
Guido Zucconi

(XXIII, p. 265; App. I, p. 850; II, II, p. 315; III, II, p. 115)

Il comune di M., che nel decennio 1961-71 ha avuto una crescita demografica meno intensa rispetto al decennio precedente, durante gli anni Settanta e Ottanta ha visto diminuire con andamento progressivo la sua popolazione. Questa, che nel 1971 contava 1.725.000 unità, è scesa a 1.604.000 ab. nel 1981 e a 1.369.000 nel 1991. A questo decremento concorrono sia cause demografiche (come, per es., un tasso di natalità che tende a eguagliare quello di mortalità), sia cause economico-sociali, legate all'evoluzione della città, al valore del suolo urbano, ecc. La città vera e propria tende a esaltare le proprie funzioni amministrative, culturali, finanziarie e direzionali, a essere sede di uffici, banche, negozi e luoghi di spettacolo, a scapito delle funzioni abitative. Destinazione residenziale preliminare diventano i comuni prossimi alla città (quelli della prima cintura, ma anche quelli più lontani, specie verso nord), che formano un complesso e poderoso sistema metropolitano. Questo si è confermato come un formidabile polo di attrazione demografico ed economico, richiamando grandi masse di immigrati e consentendo l'affermazione di attività industriali (nei settori high tech) e terziarie. I suoi confini non corrispondono ad alcuna divisione amministrativa: il territorio urbanizzato si estende su una superficie di poco inferiore ai 3000 km2 e interessa non meno di 300 comuni distribuiti su tre diverse province (Varese, Como e, naturalmente, M.).

Anche le attività secondarie, un tempo accentrate nel capoluogo lombardo, in parte se ne allontanano, e i nuovi insediamenti industriali prediligono aree extraurbane. Tuttavia nel nucleo centrale di M. (cerchia dei navigli e anello delimitato dai bastioni) la consistenza industriale continua ad apparire notevole e, oltre alle attività manifatturiere in senso stretto, esso ospita le attività direzionali e gli uffici amministrativi di imprese i cui stabilimenti sono localizzati nel resto della provincia e della regione.

La struttura produttiva milanese rimane imperniata sui settori metalmeccanico, elettrotecnico, tessile, chimico e, inoltre, alimentare, dell'abbigliamento, dell'arredamento, grafico-editoriale, ma, in pratica, sono presenti tutte le lavorazioni manufatturiere. A questo elevato livello del settore secondario fanno riscontro adeguate attività terziarie, che rappresentano ormai il motore della dinamica urbana. M. è, innanzi tutto, un grande emporio nel quale si svolgono un quinto del commercio al minuto e un quarto del commercio all'ingrosso nazionali. Il commercio al dettaglio si avvale di moderne strutture (grandi magazzini, supermercati), mentre quello all'ingrosso non solo assicura l'approvvigionamento della città, ma spesso svolge un importante ruolo nell'intera rete distributiva italiana: è questo, per es., il caso del modernissimo mercato ortofrutticolo, spostato a sud-est rispetto al precedente, attraverso il quale si acquistano da tutta Italia prodotti agricoli che vengono poi avviati anche all'estero. La stessa Fiera campionaria, che ogni anno richiama migliaia di operatori − in buona percentuale stranieri − e milioni di visitatori, è tra i maggiori eventi mondiali del genere. Accanto a essa sono sorte numerose altre iniziative commerciali, quali il mercato della maglia, il salone del giocattolo, della nautica, del mobile, degli elettrodomestici, ecc., che fanno convergere a M. i principali operatori economici italiani ed esteri. Due volte l'anno, inoltre, hanno luogo le sfilate di moda dei principali stilisti italiani, e anche queste innescano un ampio giro di affari.

M. rimane il principale polo finanziario italiano: vi hanno sede alcune fra le maggiori banche, grandi società d'intermediazione mobiliare e la più importante borsa valori d'Italia. Un ruolo non trascurabile nell'ambito dell'economia comunale ha il movimento turistico, favorito anche dalla presenza di numerose attività culturali e ludiche, dall'intensità degli scambi commerciali, dal numero e dalla validità delle strutture ricettive.

Bibl.: E. Dalmasso, Milan, capital économique de l'Italie, Parigi 1971; R. Camagni, M.C. Gibelli, Urban planning strategies in an era of deindustrialization: the scheme for a technological pole in Milan, in Les PME innovatrices et leur environnement local et économique, in Révue d'économie régionale et urbaine, 5 (num. spec., 1986), pp. 663-79; Lo scenario tecnologico della città in trasformazione, a cura di IRER, Progetto Milano, Milano 1989; Milano e la Lombardia. Per una rete urbana policentrica, a cura di A. Tosi, ivi 1990; Alta tecnologia e rivitalizzazione metropolitana, a cura di R. Camagni e M.C. Gibelli, ivi 1992.

Arte. - Piuttosto complessa ed eterogenea è stata sia l'attività critica ed espositiva che la promozione culturale svoltesi a M. a partire dal secondo dopoguerra, e in particolare negli ultimi vent'anni. A differenza degli altri capoluoghi di provincia della regione Lombardia (v. lombardia: Arte, in questa Appendice, per le coordinate generali e per la ricca bibliografia), M. si pone come riferimento nazionale e internazionale per le funzioni direzionali, d'informazione, di cultura (case editrici, agenzie di stampa, strutture universitarie, istituzioni culturali, ecc.) e di mercato artistico e antiquariale (gallerie d'arte, case d'asta). Partecipa poi attivamente con iniziative di diversa natura e qualità al dibattito relativo alla salvaguardia del patrimonio artistico (esposizioni, convegni, restauri − ed è qui sufficiente ricordare l'emblematico restauro intrapreso del Cenacolo di Leonardo −, nuove istituzioni, ristrutturazioni e ampliamenti di musei e gallerie, riallestimento di collezioni, acquisizioni, ecc.). Ed è a M. che si riscontrano due realizzazioni museografiche tra le più raffinate e qualificate di questi anni, che testimoniano dei profondi mutamenti del modo di pensare e organizzare da parte di alcune strutture pubbliche l'esposizione e la promozione della cultura artistica.

La prima, in ordine di tempo, è la costituzione del Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC), affiancato alla neoclassica Villa Reale, sede dal 1920 delle collezioni municipali di arte moderna. Esso venne costruito tra il 1948 e il 1954 da I. Gardella sull'area trapezoidale delle vecchie scuderie della Villa, distrutte nel corso di un bombardamento. Di struttura metallica, disposto su tre diversi livelli, con volumi compenetrati l'uno nell'altro, illuminato dall'alto da lucernari e lateralmente da una grande vetrata che inquadra il giardino, è la prima proposta museografica d'Italia ispirata a criteri funzionali, con una programmazione di mostre differenziate anche spazialmente per sezioni di pittura, grafica e scultura. È stato gravemente danneggiato il 27 luglio 1993 dall'esplosione di un'autobomba a scopi terroristici. La seconda è l'esposizione delle Civiche Raccolte d'Arte Antica collocate presso il Castello Sforzesco, danneggiato in molte parti nei bombardamenti del 1943. Nell' immediato dopoguerra, nel clima della ricostruzione, il direttore delle raccolte, C. Baroni, predispose un piano generale di riordino dei musei che stabilì il trasferimento del Museo del Risorgimento in via Borgonuovo e delle collezioni archeologiche nell'ex Monastero Maggiore in corso Magenta. Prioritaria inoltre fu la rigorosa selezione delle opere da esporre e l'individuazione di un percorso non sospetto di casualità e fortemente comunicativo, rivolto a una fruizione non solo di élite. Venne quindi prescelto un itinerario ordinato in senso cronologico, il raggruppamento delle opere per nuclei omogenei. L'allestimento, affidato allo studio BBPR, sottolineava, nel rispetto delle strutture esistenti e di quelle che il restauro aveva riportato alla luce, la monumentalità dell'ambiente. Il museo, aperto nel 1956, dovette essere chiuso nel 1972 per il rifacimento dell'impianto di climatizzazione. Nel 1980 venne poi realizzato un nuovo allestimento dallo studio Albini-Helg-Piva, limitato al settore della Pinacoteca, che puntava su criteri di flessibilità atti a consentire la possibilità di nuovi o diversi inserimenti e, attraverso la trasparenza dei pannelli, a permettere la lettura degli spazi interni ed esterni del Castello. Sempre negli anni Ottanta, su progetto di L. Belgioioso e di F. Helg, venne istituito, presso l'ala destra dell'ex Palazzo Reale, il Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC), che raggruppa le acquisizioni della Galleria d'Arte Moderna e quelle del PAC, nonché donazioni di collezionisti (tra le altre, quelle di Vismara, Grassi, Canavese, Boschi) e di artisti (quali Fontana, Melotti, Marino Marini, ecc.). Dal 1984 il pianterreno è utilizzato per le esposizioni temporanee, mentre i piani superiori sono dedicati all'arte contemporanea, con annessi biblioteca, fototeca, sale di proiezioni, laboratori di restauro, ecc., servizi peraltro non ancora attuati.

Molto intensa è l'attività espositiva di questi decenni, ma che purtroppo frequentemente presenta un carattere casuale e frammentario, come d'altronde attesta la bibliografia. Fa eccezione in questo panorama l'organico e accurato programma di mostre, anche di ricerca e di esplorazione, su momenti artistici attuali, presentate al PAC, dove inoltre si è attuata un'intelligente promozione di politica artistica contemporanea (si veda in proposito il volume di M. Garberi, Il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano. PAC 1979-1989, pubblicato nell'anno del decennale). E ancora le raffinate e ben allestite esposizioni presentate al museo Poldi Pezzoli a cominciare dagli anni Settanta. Ma nonostante la città si sia dotata di nuove sedi espositive, pubbliche e non, alcune delle quali di recente rinnovate (Palazzo della Triennale, Palazzo della Permanente), altre create ex novo (Palazzo Dugnani, Palazzo Bagatti-Valsecchi, Palazzo delle Stelline, ecc.), è manifesta la carenza di un'unitaria e sistematica programmazione di politica culturale da parte delle numerose istituzioni attive nella città (Musei Civici, Soprintendenze, Università, ecc.). A questo proposito si può ricordare il progetto ideato nel 1975 dall'allora direttore della Pinacoteca di Brera, F. Russoli, e denominato ''La Grande Brera'', che prevedeva la riorganizzazione di tutto il complesso braidense, comprensivo, oltre che della Pinacoteca, anche dell'Accademia, della Biblioteca Nazionale Braidense, dell'Orto Botanico, dell'Osservatorio Astronomico, dell'Istituto Lombardo; e che, più estesamente, avanzava la richiesta di usufruire degli spazi dell'ex chiesa di S. Maria di Brera, della chiesa sconsacrata di S. Carpoforo, sita di fronte al palazzo. In questa logica era stato acquistato dallo stato nel 1972 Palazzo Citterio (Brera 2) e il suo giardino, confinante con l'Orto Botanico, di cui si prevedeva un collegamento interno con la Pinacoteca, progetto peraltro ancora allo studio. Negli stessi anni poi, grazie sempre all'intelligente impegno di Russoli (morto prematuramente nel 1977) e successivamente (1978-84) di C. Bertelli, la Pinacoteca acquisì la prestigiosa collezione Jesi, con un nucleo straordinario di dipinti e di sculture che per rarità non ha eguali negli altri musei statali italiani e che documenta con esempi di altissima qualità l'arte italiana dal 1910 al 1940. E ancora un'altra famiglia di raffinati collezionisti, gli Jucker, ha dato in deposito a Brera la sua splendida collezione di dipinti futuristi, oltre che importanti opere del periodo metafisico di Morandi. Nel 1992, però, la raccolta Jucker, non essendo stata acquistata per tempo dallo stato, venne acquisita dal Comune di M. con il proposito di esporla in permanenza presso il Museo d'Arte Contemporanea di Palazzo Reale.

Bibl.: Cataloghi di mostre: Mostra del Divisionismo italiano, Palazzo della Permanente, Milano 1970; Milano 70/70, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1970; Affreschi di Firenze, Palazzo Reale, ivi 1971; Mostra del Liberty italiano, Palazzo della Permanente, ivi 1973; Il Seicento lombardo, Palazzo Reale, ivi 1973; Per Brera, Pinacoteca di Brera, ivi 1974; Pittura inglese 1660-1840, Palazzo Reale, ivi 1975; Mostra dei Maestri di Brera (1776-1850), Palazzo della Permanente, ivi 1975; La ricerca dell'identità, Palazzo Reale, ivi 1975; Processo al Museo, Pinacoteca di Brera, ivi 1976; Omaggio a Tiziano. La cultura artistica milanese nell'età di Carlo V, Palazzo Reale, ivi 1977; Neoclassicismo e Trombadour nelle miniature di Giambattista Gigola, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1978; L'idea della magnificenza civile. Architettura a Milano 1770-1848, Rotonda della Besana, ivi 1978; Letteratura. Arte Miti del '900, PAC, ivi 1979; Mario Nigro, PAC, ivi 1979; Arte e Socialità, Palazzo della Permanente, ivi 1979; Origini dell'Astrattismo, Palazzo Reale, ivi 1979; Mattia Moreni, PAC, ivi 1980; Nuove tendenze. Milano e l'altro Futurismo, PAC, ivi 1980; Cy Twombly, PAC, ivi 1980; La stazione centrale di Milano, mostra del cinquantenario, Stazione centrale, ivi 1981; La Ca' Granda, Palazzo Reale, ivi 1981; Vito Acconci, PAC, ivi 1981; Edward Hopper. Gli anni della formazione, PAC, ivi 1981; Dalla casa al Museo, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1981; Giulio Paolini, PAC, ivi 1982; Claudio Oliveri, PAC, ivi 1982; Anni Trenta, Palazzo Reale, ivi 1982; Gerhard Richter, PAC, ivi 1982; Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnovamento della pittura lombarda, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1982; Giuseppe Sommaruga. Un protagonista del Liberty italiano, PAC, ivi 1982; Carla Accardi, PAC, ivi 1983; Il Novecento italiano, Palazzo della Permanente, ivi 1983; Alighiero e Boetto, PAC, ivi 1983; Raffaello e Brera, Pinacoteca di Brera, ivi 1984; Giulio Turcato, PAC, ivi 1984; Alberto Burri, Palazzo Citterio (Brera 2), ivi 1984; Francesco Hayez, Palazzo Reale, ivi 1984; Gli ori di Taranto, Palazzo Citterio (Brera 2), ivi 1984; Meret Oppenheim, PAC, ivi 1984; Tancredi. Il mio vocabolo è l'universo, PAC, ivi 1984; Sironi, Palazzo Reale, ivi 1985; Domenico Gnoli. Disegno e Pittura, PAC, ivi 1985; Kandinsky a Parigi 1934-44, Palazzo Reale, ivi 1985; Antonietta Raphaël. Sculture, PAC, ivi 1985; De Pisis, Palazzo Reale, ivi 1985; ''Fatti come nuovi''. Restauro di oggetti d'arte applicata nel Museo Poldi Pezzoli, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1985; Osvaldo Licini. I cieli della fantasia. Opere su carta 1926-1958, PAC, ivi 1986; Milano ritrovata. L'asse di via Torino, L'Arengario, ivi 1986; Disegni lombardi del cinque e seicento della Pinacoteca di Brera e dell'Arcivescovado di Milano, Pinacoteca di Brera, Firenze 1986; Cassinari, Palazzo Reale, Milano 1986; Il luogo del lavoro, Palazzo della Triennale, ivi 1986; La Permanente. Un secolo d'arte a Milano, Palazzo della Permanente, ivi 1986; Il progetto domestico. La casa dell'uomo: archetipi e prototipi, Palazzo della Triennale, ivi 1986; Perugino, Lippi e la Bottega di San Marco alla Certosa di Pavia, 1495-1511, Pinacoteca di Brera, Firenze 1986; Fausto Melotti. L'acrobata invisibile, PAC, Milano 1987; Le città immaginate. Un viaggio in Italia. Nove progetti per nove città, Palazzo della Triennale, ivi 1987; Carlo Carrà, Palazzo Reale, ivi 1987; Mauro Reggiani. La gioia della riflessione, PAC, ivi 1987; Capolavori impressionisti, Pinacoteca di Brera, ivi 1987; Mosè Bianchi, Serrone della Villa Reale di Monza, ivi 1987; Disegni e dipinti leonardeschi dalle collezioni milanesi, Palazzo Reale, ivi 1987; Oltre la città, la metropoli, Palazzo della Triennale, ivi 1988; Le stanze della memoria, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1988; Arte in Lombardia tra Gotico e Rinascimento, Palazzo Reale, ivi 1988; Il Futurismo e la moda, PAC, ivi 1988; Il secondo Ottocento italiano, Palazzo Reale, ivi 1988; Pino Pascali, PAC, ivi 1988; Silvestro Lega, Palazzo della Permanente, ivi 1988; Ambrogio Bergognone. Acquisizioni, scoperte e restauri, Pinacoteca di Brera, Firenze 1989; Il conoscitore d'arte, Museo Poldi Pezzoli, Milano 1989; Verso l'arte povera. Momenti e aspetti degli anni sessanta in Italia, PAC, ivi 1989; Robert Motherwell, PAC, ivi 1989; Fernard Léger, Palazzo Reale, ivi 1989; Longoni, Palazzo della Permanente, ivi 1989; Boldini, Palazzo della Permanente, ivi 1989; I Surrealisti, Palazzo della Permanente, ivi 1989; Daniele Ranzoni, Palazzo della Permanente, ivi 1989; Marino Marini, Palazzo Reale, ivi 1989; Milano capitale dell'impero romano, Palazzo Reale, ivi 1990; Arte e Moda negli anni Venti, PAC, ivi 1990; De Pisis a Milano, Palazzo Reale, ivi 1990; Morandi a Milano, Palazzo Reale, ivi 1990; Disegno italiano XX secolo, PAC, ivi 1990; Casorati, Palazzo Reale, ivi 1990; Giuseppe De Nittis, Palazzo della Permanente, ivi 1990; Brera nascosta, Palazzo Reale, ivi 1991; La pittura russa quando era Zar Alessandro II 1855-1881, Serrone della Villa Reale di Monza, ivi 1991; Il Settecento lombardo, Palazzo Reale, ivi 1991; Da Modigliani a Fontana. Disegni italiani del XX secolo nelle Civiche Raccolte d'arte di Milano, PAC, ivi 1991; Le Muse e il Principe, Museo Poldi Pezzoli, ivi 1992; Il Primo Ottocento, Palazzo Reale, ivi 1992; Janiis Kounellis, PAC, ivi 1992; Afro, Palazzo Reale, ivi 1992; L'idea del classico 1916-1932, PAC, ivi 1992; Ignazio Gardella. Opere 1933-1990, PAC, ivi 1992.

Architettura - Il piano regolatore del 1953 aveva previsto un'alta concentrazione terziaria nel Centro direzionale, nelle vicinanze della Stazione centrale. Solo in tempi più recenti, la vocazione terziaria di M. ha investito le aree suburbane; ciò è avvenuto in parte attraverso progetti coordinati: lungo la via Emilia, Metanopoli (quartier generale dell'ENI, fondato nel 1952, ma in continua espansione); a sud, il centro di Milanofiori; a nord-est, i complessi residenziali-terziari di Milano 2 e di S. Felice, ove è il Palazzo Mondadori (arch. O. Niemeyer, 1974). Fallita tra il 1955 e il 1971 qualsiasi ipotesi di pianificazione metropolitana, la grande M. si è così ampliata in modo disordinato: in assenza di un piano generale, la crescita si è attestata negli anni Sessanta lungo le direttrici nord e nord-ovest, creando un'artificiosa continuità edilizia con i comuni settentrionali (Sesto S. Giovanni, Cologno Monzese, Cinisello-Balsamo). Dopo il 1970, l'espansione ha coinvolto le aree agricole degli altri settori. La crescita a macchia d'olio ha fatto sì che anche alla scala metropolitana si riproducesse il carattere radiocentrico di M., con gravi effetti sull'efficienza e la mobilità del sistema urbano. Con la creazione di tre linee di metropolitana (di cui una in corso di ultimazione) e del passante ferroviario, per il transito sotterraneo dei treni regionali, si è cercato di razionalizzare gli ingenti flussi pendolari (oltre 500.000 persone) che investono quotidianamente il centro.

Tra le altre iniziative pubbliche si segnalano la realizzazione di una corona di parchi suburbani (Lambro, Trenno, Forlanini, Parco Nord) e la creazione, tra il 1955 e il 1975, di grandi quartieri di edilizia economica: tra gli altri i quartieri Feltre, Quarto Oggiaro, Gratosoglio, Rozzano e Gallaratese, ove sorge il complesso Monte Amiata (arch. C. Aymonino e A. Rossi, 1972).

La crescita del peso economico di M. non si è riflessa in un'attività edilizia paragonabile, per qualità e quantità, a quella di altre grandi città europee: nell'ultimo ventennio lo sforzo si è concentrato sulla trasformazione dell'esistente e sulla riqualificazione, specie nei comuni della cintura, di nodi significativi (tra questi, i nuovi municipi di Segrate, Pioltello, Pieve Emanuele, progettati da G. Canella). In questo contesto si colloca anche la nuova sede del Piccolo Teatro, in corso di completamento su disegno di M. Zanuso. Più che delle realizzazioni occorre parlare dei progetti futuri, per lo più relativi ad aree industriali ormai inattive: l'ex stabilimento Alfa Romeo al Portello, ora di pertinenza della Fiera, il complesso Pirelli-Bicocca, ''Montecity'' a Taliedo. Questi progetti testimoniano il mutamento di M. da centro industriale a città dei servizi.

Bibl.: Milano: città, piano, progetti, in Casabella, 451-52 (1979); M. Grandi, A. Pracchi, Milano, guida all'architettura moderna, Bologna 1980; Milano, collana Guida d'Italia del Touring Club Italiano, Milano 1985; Housing 3. Abitare Milano, a cura di L. Spagnoli, Milano 1989; Milano, architetture per la città (1980-1990), Rozzano 1990.

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