MILAZZO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

MILAZZO (Μύλαι, Μυλαί; Mylae)

G. V. Gentili

Le fonti storiche (Thucyd., iii, 90; Diod., xii, 54) indicano Mylai come un ϕρούριον, una fortezza, costruita dagli Zanclei verso la fine del sec. VIII a. C., sulla costa settentrionale della Sicilia, alla base di quella penisola di M., che, lungo molo naturale, racchiude l'omonimo golfo, per difendere il proprio territorio lungo la via costiera Panormus-Messana e guardarsi poi da Himera, fondata pure dai Calcidesi di Zankle nel 649, unica città greca sul litorale N dell'isola al dire di Tucidide (vi, 62).

Dello stabillmento greco, come delle successive costruzioni romane, si è però perduta ogni traccia, tolto il rinvenimento nell'ex convento di S. Francesco di Paola di un mosaico pavimentale forse dell'età degli Antonini con una figurina muliebre nuda incedente a sinistra. Dell'antica Mylai si conosce solo la storia strettamente collegata a quella di Messana. Per la sua fortunata posizione di alta importanza strategica, oltre che di interesse marittimo per il collegamento con le Eolie, fu infatti contesa da quanti aspiravano al dominio di Messana: Reggini, Ateniesi, Cartaginesi; passò poi nelle mani dei siracusani Dionigi, Agatocle e Gerone II. Il console Duilio riportò nelle sue acque la prima vittoria navale di Roma sulla flotta punica (260 a. C.). Più tardi, Agrippa distrusse a Mylae la flotta di Sesto Pompeo (36 a. C.) ed Ottaviano si accampò nell'Artemision, sobborgo sorto attorno al santuario di Artemide Phakelìtis, che va cercato, secondo il Pace, nel suburbio.

Si può presumere che la città antica occupasse pressappoco il sito di quella attuale intorno al porto e che sua acropoli fosse il colle roccioso, ove ora si ergono il castello medievale e la fortezza spagnola.

All'abitato della colonizzazione greca sulla rocca corrisponde una necropoli, incontrata fra le attuali via XX Settembre e piazza Roma. Le tombe a cremazione si scaglionano fra gli ultimi decennî dell'VIII sec. - Eusebio pone al 71-65 la fondazione di "Chersoneso" in Sicilia, in cui deve riconoscersi Mylai e la fine del VII o i primi inizi del VI a. C. I cinerarî sono costituiti da olle, anfore, hydriai e piccoli pithoi in prevalenza di fabbriche ioniche e cicladiche, mentre tra i vasetti di corredo abbondano quelli di fabbriche cretesi, protocorinzie e corinzie.

Ma prima dell'insediamento greco nel sito, gli scavi recenti (1951-52) vi hanno ancora testimoniato un più remoto stabillmento indigeno. Sottostante alla necropoli greca, nella stessa area, ma separato da un notevole intervallo di tempo, si è incontrato un più antico sepolcreto, databile tra l'XI e il IX sec. a. C.: è un "campo di urne" del tutto simile alle necropoli "protovillanoviane" della penisola italiana. Le urne, spesso decorate, coperte con ciotole, sono deposte entro pozzetti scavati nello strato di ghiaia talvolta assieme ad alcuni vasetti di corredo, mentre vi figurano scarsi oggetti di bronzo (fibule ad arco semplice, rasoi, ecc.).

Un altro documento di vita preistorica nella zona è offerto da una necropoli dell'Età del Bronzo, con scheletri rannicchiati entro grandi pithoi, esplorata nella contrada Sottocastello. Pìthoi e vasi di corredo sono tipici di quella cultura del "Milazzese" nota nelle Eolie attraverso i villaggi del Castello di Lipari, del Milazzese di Panarea, della Portella di Salina, che le ceramiche egee importate hanno permesso di datare fra il 1400 e il 1250 circa a. C. Come nei ricordati villaggi, compaiono nelle tombe anche ceramiche "appenniniche" provenienti dalla penisola italiana, accanto alle ceramiche locali, sulle quali ricorrono contrassegni o marche di vasai: sono invece assenti le micenee.

Queste testimonianze della preistoria e della protostoria di M. sono conservate nel Museo Eoliano di Lipari.

Bibl.: G. Piaggia, Illustrazione di Milazzo e studi sulla morale e sui costumi dei villani del suo territorio, Palermo 1856; id., Nuovi studi sulle memorie della città di Milazzo, Palermo 1866; P. Orsi, in Not. Scavi, 1929, p. 59 ss.; P. E. Arias, in Not. Scavi, 1936, p. 366 ss.; P. Griffo, in Atti Accademia Palermo, 1942, p. 487 ss.; L. Barnabò Brea - M. Cavalier, in Bull. Paletn. Ital., LXV, 1956, p. 7 ss.; id., Mylai, Catania 1959. Per il Santuario di Artemide Phakelìtis: B. Pace, Studi Siciliani, Palermo 1921, p. 85 ss. Per la battaglia di Mylae: O. Beltzer, Geschichte der Karthager, II, Berlino 1896, p. 277 ss.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, Torino 1916, pp. 128 ss.; 226.

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