MIMETISMO

Enciclopedia Italiana (1934)

MIMETISMO (dal gr. μιμέομαι "imito"; ingl. mimicry)

Alessandro Ghigi

Imitazione a scopo protettivo, aggressivo o anche casuale e senza finalità, di colori e di forme appartenenti all'ambiente, da parte di molte specie animali. Infatti i loro colori, talvolta anche le forme, sono spesso intonati all'ambiente che le circonda. Parecchie specie polari sono bianche; varie forme alpine vestono d'inverno un abito candido che mutano d'estate in uno scuro; gli animali del deserto, dalle cavallette al fennec, dai ragni alle lucertole e alle lodole, sono di un colore giallastro o rossiccio simile a quello della sabbia; gli animali verdi frequentano i prati e le foreste (v. colore: Colori degli animali). Tale armonia fra organismo e ambiente, detta anche omocromia o colorazione simpatica o mimetismo, ha frequentemente un valore protettivo per la specie che se ne giova. Il mimetismo oltre che protettivo può divenire anche aggressivo.

Il raccoglitore di farfalle insegue la sua preda che brilla di vivaci e variopinti colori ai raggi del sole, ma se il cielo si copre di nubi, gli insetti si nascondono alla sua vista perché nell'atto in cui cessano le loro attività, posandosi, chiudono le ali e mostrano soltanto la pagina esterna di quelle posteriori, che è colorata ora come la corteccia degli alberi, ora come le foglie, ora come le pietre. È evidente che se questo non fosse, i nemici avrebbero maggiori probabilità di ghermire quegl'individui durante il riposo. Se le verdi locuste camminassero sulla sabbia e le cavallette grigie si arrampicassero sulle erbe, richiamerebbero maggiormente l'attenzione dei predatori. Però bisogna tener conto che tale apprezzamento è puramente soggettivo e che animali, le cui impressioni visive sono diverse da quelle dell'uomo, non vengono ingannati dalle colorazioni protettive. La protezione inoltre, nei casi esposti, vale soltanto nei riguardi della vista, perché l'odore può tradire la preda di fronte al nemico. Né basta che una specie possegga forma o colorazione protettiva; perché queste siano efficaci occorre che l'animale abbia la capacità istintiva di valersene, così come Hippolyte varians, gamberello che offre parecchie varietà di colore, ciascuna delle quali vive sopra una specie di alga verde, bruna o rossa di colore corrispondente. Tra le forme mimetiche più interessanti va citato l'intero ordine dei Fasmidi (Insetti ortotteri) che somigliano a ramoscelli, a bacchette, a foglie ora verdi ora secche. Sono molto curiosi alcuni Coleotteri (Lithinus) e bruchi di farfalle che vivono sul lichene Parmelia crinita di Madagascar, col quale si confondono, come pure certi altri Coleotteri (Mormolyce phyllodes), che somigliano a foglie secche.

Il mimetismo - si è detto - può divenire aggressivo. Se una possibile preda, color del suolo, può richiamare col proprio odore l'attenzione del carnivoro, questo è presumibilmente favorito nella sua caccia da analoga omocromia che lo rende meno visibile. Così nei paesi iperborei bianche lepri formano la preda di bianche volpi e di bianchi gufi e nel deserto il fulvo topo delle Piramidi non si accorge talvolta di un fennec, egualmente fulvo, strisciante a poca distanza.

Il mimetismo, protettivo o aggressivo che sia, può essere legato non soltanto a una o più caratteristiche somatiche stabili, ma anche ad accorgimenti etologici o a cambiamenti improvvisi e temporanei dell'aspetto. Taluni Crostacei marini lasciano crescere sul loro dorso piante e animali sedentarî, come Briozoi, Idrozoi e Anellidi tubicoli: il granchio Dromia rumphi porta sul dorso una spugna che lo nasconde e lo protegge completamente; la comune grancevola (Maia verrucosa) è pure interamente coperta di ogni sorta di animali, più o meno arborescenti. Molte specie hanno la facoltà di modificare la colorazione della loro pelle (v. colore: Colori degli animali), in modo da cambiar colore e da imitare la tinta del fondo su cui stanno. Tale è il comportamento di molti pesci, come le sogliole e i rombi. Anche le rane hanno la capacità di cambiare colore. I movimenti dei cromatofori, innervati dal gran simpatico, sono in relazione con le impressioni visive e sono determinati da una reazione all'intensità della luce; l'animale accecato è costantemente scuro e non cambia colore. Questa particolare attività è detta "funzione cromatica" e raggiunge la sua massima intensità nel camaleonte e nei Molluschi Cefalopodi (seppie e calamari). Nel primo, che si muove lentissimamente, il cambiamento di colore è estremamente rapido e l'animale passa dal bianco gialliccio al bruno e al verde, secondo il colore dell'oggetto, ramo, fronda o rupe, sul quale cammina.

Accanto a queste forme di mimetismo che hanno per effetto la possibilità di celare la presenza dell'animale, ve ne sono altre che permettono ad alcune specie d'ingannare specie differenti e ciò indipendentemente dall'aspetto esteriore che può essere anche molto appariscente. Gli Eliconidi sono belle farfalle sudamericane che gli uccelli non appetiscono a cagione delle loro secrezioni fetide; talune Pieridi che somigliano agli Eliconidi nel colore, pur senza avere odore ripugnante, sono egualmente sdegnate dagli uccelli; lo stesso accade per quegl'insetti dell'ordine dei Ditteri, il cui colore e il modo di ronzare rammenta quello delle api e delle vespe. Nei formicai e termitai vivono in qualità di commensali, ragni e varie specie d'insetti, tollerati dalle formiche e dalle termiti, perché l'aspetto generale e l'odore ne ingannano il tatto e l'olfatto.

Sull'origine e sul significato del mimetismo sono stati scritti grossi volumi e sono state formulate varie ipotesi. Secondo alcuni autori, come Bates e Wallace, esso è dovuto all'azione della cernita naturale; secondo i seguaci di Lamarck il bisogno di protezione è la causa determinante delle colorazioni protettive; secondo Loeb, Bohn e altri, i colori sono indipendenti dall'utile che può derivare alla specie e sarebbero determinati da fattori fisici o chimici. Il mimetismo è, sostanzialmente, una correlazione fra caratteri utili, ma non necessarî alla vita di una specie, e le esigenze di un determinato ambiente. Pertanto le principali teorie formulate per spiegare l'adattamento, valgono in massima parte anche per spiegare il mimetismo (v. adattamento).

Bibl.: F. A. Dixey, Recent Developments in the theory of Mimicry, in Nature, LXXVI (1907); A. Jacobi, Die Bedeutung der Farben im Tierreich, Brackwede 1905; K. Kraepelin, Die Beziehungen der Tiere zueinander und zur Pflanzenwelt, Lipsia (1905).

V. tavv. LXXXVII e LXXXVIII e tavv. a colori.

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