MINEO

Enciclopedia Italiana (1934)

MINEO (A. T., 27-28-29)

Guido LIBERTINI
Vincenzo EPIFANIO

Paese della provincia di Catania, sorto a 543 m. s. m., presso l'orlo nordoccidentale dei M. Iblei, in posizione naturalmente forte e dominante la valle del fiume Caltagirone, ivi larga a guisa di conca. Sorge con tutta probabilità sul luogo dell'antica Mene (gr. Μένα, Μέναινον, lat. Menae), fondata, secondo Diodoro, da Ducezio (XI, 78, 5); si dovrebbe dunque rifiutare l'opinione di coloro che in un passo corrotto dello stesso scrittore (XI, 88, 6) vorrebbero leggere Menas come patria del duce siculo che ne sarebbe divenuto re e che l'avrebbe restaurata. Dopo il fallimento del movimento nazionale indigeno (450 a. C.), della città rimase padrona Siracusa. Cicerone la ricorda tra le civitates decumanae; Plinio annovera i Menaeni tra gli stipendiarî della regione interna dell'isola. Nei tempi cristiani una matrona del luogo, certa Euprassia, avrebbe accolto le spoglie di S. Agrippina martire, che divenne la patrona della città. In Mineo si osservano ancora avanzi di antiche fortificazioni e frequenti sono le scoperte di sepolcreti, ripostigli monetali, ecc., nel suo territorio. Del castello e delle mura di questo centro che acquistò rinomanza negli ultimi tempi dell'età aragonese (sec. XIV) non vi sono che rovine, per il famoso terremoto del 1693. Nel suo vasto territorio (kmq. 245,23) che dà in abbondanza ulive, mandorle e sommacco, si trovano sorgenti acidule e ferruginose, che richiamano il non lontano laghetto vulcanico dei Palici. La popolazione del comune, che era di 8456 ab. nel 1570, scese a poco più di 5000 nel secolo seguente e, dopo, dal XVIII, progredì lentamente. Nel 1931 era di 11.390 ab. (11.975 nel 1921) quasi tutti accentrati.

Bibl.: A. Holm, St. d. Sicilia, trad. it., I, Torino 1896, p. 483; E. A. Freeman, Hist. of Sicily, I, Oxford 1891, pp. 152-362 seg. e 560-64; G. Beloch, Appunti di topogr. sicil., in Riv. d. storia antica, I (1895), p. 79 segg.; inoltre C. Tamburino, Le antiche Mene, Palermo 1841; V. Casagrandi, in Atti Acc. Dafnica di Acireale, 1895. Per le recenti scoperte: Not. Scavi, 1899, 1901, 1903-5, 1909, 1915. Per le monete, B. V. Head, Hist. Numorum, 2ª ed., Oxford 1911.

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