Minerva

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Minerva

Emanuele Lelli

La vergine guerriera ispiratrice dei saperi

Originariamente differenti l’una dall’altra, la greca Atena e la romana Minerva hanno in comune il ruolo di protettrici delle arti e dei mestieri, cioè di ogni attività dell’ingegno. Atena, inoltre, è anche la dea dell’astuzia militare e, soprattutto, la patrona della città che da lei prende il nome, Atene

Atena: vergine guerriera ma non solo

Dopo aver inghiottito la dea dell’astuzia, Metis, Zeus accusa un forte mal di testa. Dalla sua nuca, accortamente aperta da Efesto, esce una vergine con le armi in pugno e gli occhi brillanti, che diviene una delle divinità più amate dai Greci.

Atena è in realtà un’antichissima dea micenea (micenea, civiltà), conosciuta come Atena signora e come dea dei serpenti, venerata sui monti e nei boschi: protegge i sovrani micenei e i loro palazzi, nonché la loro espansione militare nel Mediterraneo antico, fatta di guerre ma anche di pirateria. Per questa ragione diviene dea dell’astuzia militare e dell’intraprendenza, al contrario di Ares (il Marte romano), che simboleggia la cieca violenza della battaglia.

Carattere fiero e orgoglioso, vergine per scelta, Atena indossa abiti da guerra, corazza ed elmo; ha in mano la lancia e l’egida, lo scudo fatto con la pelle di un mostro di forma caprina: al centro vi è fissata la testa di Medusa, donatale da Perseo.

È ispiratrice di azioni militari anche spregiudicate. Uno degli eroi da lei più amati è Odisseo (Ulisse), che insieme a Diomede riesce, di notte, a introdursi nella rocca di Troia dove è custodito il Palladio, antichissima immagine sacra della dea, e a impossessarsene.

Pur dedita all’attività per eccellenza maschile, quella militare, è gelosa della propria bellezza. Il troiano Paride, figlio di Priamo, la giudica seconda per bellezza alla dea dell’amore Afrodite (la romana Venere): Atena non lo perdona e aiuta in tutti i modi i Greci nella guerra contro Troia. Il giovane Tiresia la vede mentre, nuda, fa il bagno in un fiume: Atena se ne accorge e lo rende cieco, ma gli concede il dono dell’arte profetica. Efesto (Vulcano per i Romani), che ha ottenuto da Zeus la sua mano, vuole farla sua, anche con la forza; non riesce, e il suo seme, cadendo a terra, genera Erittonio, uno dei leggendari re ateniesi.

La città prediletta

La regione della Grecia in cui Atena è maggiormente venerata è l’Attica, in particolare Atene.

Il mito vuole addirittura che Atena e Posidone (il Nettuno romano) si scontrino per il privilegio di essere la divinità prediletta dagli abitanti dell’Attica, offrendo a questi ultimi due doni. Posidone fa sorgere sull’acropoli una fonte di acqua salata, mentre Atena fa conoscere l’ulivo e la tecnica per ricavarne l’olio. Gli dèi, riuniti in giudizio, assegnano la vittoria ad Atena.

La dea diviene protettrice della città, in particolare degli artigiani: a lei si attribuiscono l’invenzione del tornio, della squadra da carpentiere e del telaio per filare. L’attributo con cui viene spesso evocata, colei dagli occhi di civetta, richiama l’animale sacro ad Atene. Ogni anno, tra luglio e agosto, la città celebra la sua protettrice nelle Panatenee, grandi feste in cui si svolgono gare di ogni tipo, chiuse da una lunga processione che vuole rappresentare l’omaggio di tutte le classi sociali ateniesi e di tutti i mestieri.

Il tempio ancora oggi più famoso dell’antichità, il Partenone, è dedicato a lei e sorge sulla collina che domina Atene: è il tempio della dea parthènos – cioè «vergine» – e assicura alla città fama immortale.

Minerva protettrice di artisti e artigiani

Nell’antica religione romana e italica la dea Minerva protegge gli artigiani e le attività dell’ingegno. Il suo nome è forse legato al termine che indica la mente, quindi il sapere, anche pratico. Il suo tempio più antico è sul colle Aventino, e diviene la sede delle corporazioni di artisti e artigiani: i poeti romani invocano spesso Minerva come dea della memoria e dell’ispirazione. Nella festa a lei dedicata, a metà marzo, i cantori e i musicisti sfilano per le vie di Roma suonando e bevendo fino a ubriacarsi.

Un altro tempio, sul colle Esquilino, è dedicato a Minerva medica, protettrice della medicina.

Solo in età classica la figura di Minerva viene assimilata a quella di Atena. Nel medioevo cristiano Minerva, nata direttamente dalla testa della suprema divinità maschile, venne interpretata come la Sapienza che muove da Dio.

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