Mirtali

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Ordine di piante Dicotiledoni Tricolpate, comprendente 12 famiglie e circa 9000 specie. Il monofiletismo delle M. è stato sostenuto da studi morfologici, anatomici, embriologici e dall’analisi delle sequenze di DNA. Tra le famiglie incluse nelle M. ci sono Litracee, Mirtacee, Onagracee, Combretacee e Melastomatacee. Le Punicacee e le Trapacee, tradizionalmente considerate come famiglie dell’ordine M., vengono da molti autori inserite nelle Litracee, mentre le Timeleacee sono classificate nelle Malvali. Le M. hanno foglie semplici, solitamente dal margine intero e spesso opposte; stipule assenti o presenti come piccole strutture laterali o ascellari; fiori con l’ipanzio corto o allungato; stami incurvati (ma diritti nelle Onagracee); carpelli completamente connati, con un singolo stilo.

La famiglia Mirtacee presenta fiori attinomorfi, 4-5-meri, numerosi stami e 2 o più carpelli che costituiscono un ovario infero. Il monofiletismo delle Mirtacee è sostenuto dall’analisi morfologica e delle sequenze di DNA. Tra i caratteri morfologici sinapomorfi (➔ cladismo) vi sono quelli delle foglie: intere, dotate di punti pellucidi sparsi, e contenenti terpenoidi e altri composti aromatici resinosi. Le Mirtacee sono suddivise in due sottofamiglie: le Mirtoidee con foglie opposte e bacche e le Leptospermoidee con foglie alterne od opposte, e capsule o nocciole per frutto. La famiglia comprende circa 3000 specie di piante legnose delle regioni calde, molte specie sono coltivate come piante ornamentali, altre forniscono essenze e frutti mangerecci. I generi principali sono: Psidium, Myrtus, Eugenia, Melaleuca, Eucalyptus.

Al genere Myrtus appartiene il mirto (Myrtus communis; detto anche mortella), arbusto sempreverde, diffuso nella macchia mediterranea, in particolare nei luoghi non molto aridi. È alto 2-3 m, con foglie opposte, ovate, quasi sessili; i fiori sono ascellari, bianchi e profumati; i frutti sono bacche ovato-piriformi grosse come un pisello, di color blu nerastro o, in alcune varietà, bianche. È coltivato nei giardini delle regioni temperato-calde, soprattutto nella varietà tarentina, originaria dell’Italia meridionale, che ha rami eretti con foglie più piccole, molto ravvicinate. Nell’antichità era pianta sacra a Venere, e quindi simbolo dell’amore e della poesia amorosa.

Le foglie del m. si usano per la concia delle pelli. L’acqua distillata delle foglie, molto aromatiche, è detta acqua angelica o acqua di mirto ed è usata come astringente. Dalle bacche, per infusione alcolica, si ottiene un liquore, anch’esso chiamato mirto, molto diffuso in Corsica e Sardegna.

L’olio essenziale di mirto è un liquido di colore giallo, leggero, di odore aromatico, gradevole, caratteristico delle foglie di mirto, dalle quali si può estrarre per distillazione; contiene come componenti principali mirtenolo, cineolo, borneolo, pinene e dipentene. Si usa in medicina come balsamico, sedativo, antisettico; in profumeria per preparare fissativi e come sostanza odorosa.

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