MITRA

Enciclopedia Italiana (1934)

MITRA (μίτρα, mitra)

Salvatore AURIGEMMA
Luigi GIAMBENE

I Greci chiamavano μίτρα la fascia di stoffa, di cuoio o di metallo usata sia per ricingere e difendere il ventre, sia come semplice cintura, e il nastro o la fascia destinata a fermare e ad abbellire la capigliatura.

Nell'antichità omerica taluni guerrieri portavano una mitra direttamente aderente al ventre, come unica difesa dell'addome, mentre altri la portavano sotto un usbergo (ϑώρηξ), che era fermato a sua volta da una cintura esteriore (ζωστη0ρ).

Che la mitra fosse portata da guerrieri a protezione del ventre, anche senz'altra difesa, è reso sicuro da numerose statuette virili in bronzo che, recuperate negli scavi di Delfi e di Olimpia, e certo pertinenti ad età assai antica, raffigurano in modo non dubbio divinità o personaggi mortali forniti di mitra, la cui qualità di guerrieri appare manifesta o dall'elmo che portano in capo o dalla mossa delle braccia che dovevano recare la lancia o lo scudo.

La mitra è disposta spesso attorno ai fianchi in più zone, o si stringe alla persona come una fascia semplice, con chiusura mediana e con i bordi in risalto. Per disavventura, nessuna mitra ci è pervenuta completa, non ostante essa fosse fatta di frequente in metallo laminato o in maglie metalliche. Essa fu usata sino circa al 500 a. C., come appare dalle figurazioni, di cui talune sono da ascrivere al sec. VI a. C.

Secondo un'accezione che nell'età classica fu più generale perché più recente, si disse mitra anche il nastro di stoffa adoperato soprattutto dal mondo muliebre greco per stringere e ornare i capelli. Era, Demetra, Kore e le donne mortali ne appaiono spesso adorne; e, con loro, l'effeminato Dioniso, che ne ha talora il capo recinto o lo reca legato al tirso. Con Dioniso, portano questo nastro di stoffa i personaggi del tiaso, e i bevitori e i banchettanti, i quali credevano che quell'ornamento scongiurasse gli effetti dell'ubbriachezza.

Il nastro, di lana o d'altra stoffa, appare variamente ornato e ricamato, e si avvolgeva al capo una o più volte (tre, per lo più). Ai due capi pendevano di solito cordelline, che servivano talora per fare o fermare il nodo. I lembi della mitra erano anche variamente disposti, così da dare grazia all'insieme dell'acconciatura.

La mitra fu considerata alla fine come l'emblema della sovranità. Anche la tiara asiatica nelle figurazioni dei re di Persia è fissata attorno alla fronte per mezzo di una mitra, la quale - come accade non di rado - ha finito per designare la tiara stessa.

Nel mondo romano la mitra non ha fatto mai parte dell'acconciatura virile; le donne portavano già da tempo un nastro semplice attorno ai capelli; sicché la parola mitra entrò presto, nell'uso corrente, accanto ai nomi di ταινία e di vitta. Ma per lo più presso gli scrittori latini la voce mitra indicò un particolare dell'acconciatura essenzialmente barbarica.

Bibl.: A. De Ridder, s. v. Mitra, in Daremberg e Saglio, Dict. des ant. grecq. et rom., III, ii, Parigi 1918, pp. 1954-56; cfr. anche A. Müller, s. v. Waffen, in A. Baumeister, Denkmäler des klassischen Altertums, III, Monaco e Lipsia 1888, e spec. p. 2019.

Liturgia cristiana. - Copertura del capo che alcuni dignitarî ecclesiastici usano durante le funzioni solenni. In origine era rotonda o arrotondata in alto, ma dal sec. XII ha preso la forma attuale, schiacciata e terminata in alto con due punte cuspidali, anteriore e posteriore (cornua), e recante in basso due fasce (vittae, infulae) pendenti sulle spalle. Probabilmente deriva dal copricapo estraliturgico usato dai papi tra il 900 e il 1000. Poi passò tra gli indumenti liturgici e fu concesso ad alcuni vescovi e anche a principi laici; alla metà del sec. XII divenne comune per tutto l'episcopato. Presentemente, oltrechè del papa e dei vescovi, la mitra è propria dei cardinali, degli abati detti mitrati, e, per privilegio, anche di alcuni prelati o capitolari ai quali è accordato lo ius pontificalium.

Il suo uso è disciplinato dal Ceremomale dei vescovi (I, 17), sia quanto al tempo e al luogo, sia anche quanto alla qualità, distinguendosi in mitra "preziosa" (ornata di pietre preziose), "aurifregiata" (di broccato d'oro [e "semplice" (di stoffa bianca di seta o di lino). La forma della mitra latina è stata adottata anche da alcune chiese orientali; altre, come la greca, usano una mitra a forma di corona reale sormontata da una croce, e in altre, infine, è cilindrica.

Bibl.: J. Braun, Die liturgische Gewandung im Occident und Orient, Friburgo in B. 1907 (traduz. italiana: Torino 1914, p. 147 seg.); L. Duchesne, Origine du culte chrétien, 5ª ed., Parigi 1920, cap. ii°.

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