MIXOMA

Enciclopedia Italiana (1934)

MIXOMA (dal gr. μύξα "muco")

Gaetano Fichera

Tumore costituito da tessuto mucoso, ossia da una struttura largamente diffusa nell'embrione, residuata alla nascita nel cordone ombelicale, rappresentata nell'adulto dall'umore vitreo; da alcuni autori viene compreso fra i sarcomi quale neoplasma a elementi connettivi sdifferenziati, capaci talvolta di decorso maligno. Esso, però, va considerato a parte perché nella vita extrauterina si origina da elementi a evoluzione già completa: è quindi eterologo.

Più frequente in tipi misti di blastoma, il mixoma si presenta di rado nella forma pura (che taluno riferisce insieme col glioma, neuroma, osteoma a iperplasia da stimolazione cronica), molle, trasparente, giallognolo-biancastro, filante. Macroscopicamente appare ben circoscritto, a nodi rotondeggianti o lobulato; può assumere aspetto polipoide o fungoso. All'esame microscopico si rivela costituito da sostanza omogenea, gelatinosa, sparsa di cellule stellate o fusiformi, percorsa da numerosi piccoli vasi sanguigni. A seconda del prevalere di alcuni componenti si distinguono il mixoma duro, lipomatoso, telangectasico, cistico. Può essere congenito, soprattutto nella cute, nel cuore, nel mesentere; oppure sorgere in diverse sedi: lungo i nervi, all'ombelico, dalle guaine muscolari e dalle fasce, dal periostio, dal tessuto sottosieroso e sottomucoso, dal midollo osseo, dal rene, dal testicolo, come pure dalla mammella dove, per i rapporti con l'elemento ghiandolare adenomatoso, prende il nome di mixoma intracanalicolare. Ha sviluppo espansivo; circondato da capsula, raramente diviene infiltrante; di regola, pertanto, non dà metastasi e asportato non recidiva, ciò che rappresenta la norma in caso di mixoma puro.

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