Monocoltura

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Tipo particolare di sfruttamento del suolo agrario, che consiste nel coltivare il terreno con una sola specie o varietà di piante per più anni. Perché la m. sia conveniente sono necessarie condizioni di clima e di suolo particolarmente adatte, e che le zone così tenute siano di facile accesso, e quindi favorevoli agli scambi. In linea di massima la m. non comporta i vantaggi, colturali ed economici, che si hanno invece con l’avvicendamento delle colture; maggiore sarebbe il danno, inoltre, che deriverebbe nel caso di calamità naturali e di crisi del mercato.

A livello macroeconomico, sono caratterizzati da condizioni di m. quei paesi che presentano un’economia prevalentemente basata sull’apporto di uno o due prodotti agricoli. Tali caratteristiche individuano tipicamente le economie dislocate in Asia, Africa e America Latina in cui prevale una situazione di sottosviluppo. Nel determinarle hanno certo influito fattori climatici e ambientali particolari, ma va soprattutto evidenziato il ruolo di fattori di ordine storico che hanno reso l’economia dei paesi considerati del tutto dipendente da interessi estranei a quelli interni ai paesi stessi. I governi coloniali, infatti, hanno imposto a tali paesi, in forme dirette o indirette, specializzazioni produttive che, sulla base delle condizioni naturali in essi esistenti, ponessero le loro economie in condizioni di ‘complementarità’ rispetto a quelle dei paesi dominanti.

Il sottosviluppo è legato a una situazione in cui, nell’economia di un dato paese, prevale come settore produttivo l’agricoltura, con livelli di produttività del lavoro estremamente bassi. La permanenza di un’economia monocolturale in molti paesi, anche dopo la fine della dominazione coloniale, è dovuta a una serie di fattori interdipendenti. In particolare, nell’ambito del settore agricolo, la diversificazione delle colture è ostacolata tanto dal lato della domanda (all’interno, agisce il noto ‘circolo vizioso della povertà’; sui mercati esteri, vi sono difficoltà a trovare mercati d’esportazione per altri prodotti agricoli), quanto dal lato dell’offerta (oltre alle condizioni geografiche, agiscono molto spesso l’organizzazione produttiva che è alla base del sistema delle piantagioni e la stessa specializzazione della manodopera). Poiché un paese a economia monocolturale è caratterizzato da un’altissima percentuale, sul totale delle esportazioni, di uno o due prodotti agricoli, implicazioni dirette di tale situazione sono la forte variabilità nel breve periodo e il sostanziale declino nel lungo periodo dei proventi da esportazione del paese considerato. I prodotti interessati, infatti, sono di solito caratterizzati da una bassa elasticità-prezzo ed elasticità-reddito della domanda (internazionale), contro una struttura rigida dell’offerta. Si verifica allora che tanto il volume quanto i prezzi dei prodotti esportati tendono a diminuire, sia nel breve sia nel lungo periodo. Ciò comporta che, dati i prezzi dei prodotti importati, certamente rigidi e spesso, anzi, sottoposti a continui aumenti, si è in presenza di un rilevante andamento sfavorevole della capacità d’importazione dei paesi a economia monocolturale, andamento che si riflette sulla stessa possibilità di avviare un sano processo di sviluppo.

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