MATESE, Monte

Enciclopedia Italiana (1934)

MATESE, Monte (A. T., 27-28-29)

Carmelo Colamonico

È un massiccio calcareo spettante all'Appennino Campano, il quale si allunga da NO. a SE., a figura di quadrilatero, circoscritto abbastanza nettamente dal Volturno a O., dal Calore a S., dal Tammaro a E., dal Biferno a NE. Salvo per la piccola parte che manda le acque al Biferno, il Matese appartiene idrograficamente al versante del Mar Tirreno. Il massiccio scende generalmente con ripidi pendii sulle valle di questi fiumi ed è nell'interno accidentato da avvallamenti, su cui s'innalzano groppe di alture fino a 2050 m. (M. Miletto); le valli e le fosse interne sono a carattere carsico e mettono capo a inghiottitoi, nei quali le acque si disperdono per scaturire sulle fiancate esterne, a varia altezza, con piccole polle e con sorgenti qualche volta ricchissime (Torano). Il Matese ha vaste foreste (faggi) e ottimi pascoli; raccoglie numerosi centri abitati, i più interni dei quali (Gallo e Letino) hanno conservato tradizioni e consuetudini di vita speciali, che vengono rapidamente abbandonando.

Bibl.: C. Colamonico, Genesi della valle del Lete nel Matese, Firenze 1923; id., Matese, Milano 1928; id., Tracce glaciali sul Matese, Napoli 1930; G. Dainelli, Guida della escursione al Matese, Napoli 1930.