Monte

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Anatomia

M. di Venere (o del pube) Regione situata nella parte anteriore della vulva: posta al davanti della sinfisi pubica, si presenta di forma triangolare, delimitata lateralmente dalle pieghe dell’inguine e superiormente dal solco del pube; in basso si continua senza limiti netti con le grandi labbra; è costituita da un cuscinetto di tessuto cellulo-adiposo, il cui rivestimento cutaneo, glabro nella bambina, si presenta coperto, nella donna pubere, di peli.

Economia

Nome con cui nel Medioevo (con implicita l’idea di accumulazione) furono designati: a) istituti o luoghi dove si raccoglieva il denaro offerto o depositato, denaro che poteva essere a sua volta versato o soltanto a chi aveva partecipato a formare il fondo o anche ad altri (per es., a Firenze, M. delle doti; a Napoli, M. dei maritaggi; a Bologna, M. dei matrimoni; a Benevento, 17° sec., M. dei morti); b) fondi di denaro messi insieme da più persone per l’esercizio di un traffico o per altri scopi, specialmente per mutua assistenza (per es., M. dell’utilità a Venezia; M. dei gentiluomini cortigiani a Napoli); c) il cumulo dei prestiti agli Stati, volontari o forzati, che per la sospensione, inizialmente temporanea e poi sempre più lunga, del loro ammortamento, finivano per assumere carattere di rendite perpetue; i sottoscrittori dei prestiti stessi si univano in associazione e questa riscuoteva dallo Stato i proventi delle entrate impegnate a garanzia del prestito e li distribuiva tra i montisti; d) ammassi di merci, specialmente cereali (m. frumentari), costituiti su iniziativa di privati laici o ecclesiastici al principio dell’età moderna nelle regioni agricole, per permettere ai contadini poveri di prelevare dal m. la quantità di grano necessaria alla semina e restituirla, aumentata di un tanto per l’interesse, al momento del raccolto; fiorirono soprattutto nell’Italia meridionale e anche in Sardegna arrivando alla massima diffusione nel 17° secolo.

Nel 15° sec. sorsero i primi m. di pietà, istituti destinati a concedere prestiti di importo anche minimo, a miti condizioni, con garanzia di pegno su cose mobili. In Italia, i francescani Bernardino da Feltre e Barnaba da Terni furono i primi fautori di queste istituzioni, che si diffusero largamente dopo la fondazione del M. di pietà di Perugia (1462) e soprattutto dopo la bolla di Leone X (1515) che riconobbe la liceità dell’interesse, se destinato a coprire le spese d’esercizio. Costituiti originariamente con oblazioni volontarie, alimentati dalla pubblica beneficenza e dal cumulo degli interessi (quando il prestito non era gratuito), aggiunsero con il tempo altri scopi a quello iniziale e, specie nelle grandi città, assunsero spesso carattere di istituti di credito. Fuori dell’Italia ebbero una diffusione limitata: tra i più notevoli quelli di Bruges (1572), Lille (1607), Parigi (1643, rigoglioso fino alla Rivoluzione), Madrid (primi del 18° sec., presto degenerato in banco di usura). In Italia, con l’Unità, furono dapprima inquadrati (legge 20 novembre 1859) fra le opere pie; solo più tardi (legge 4 maggio 1898), svincolati in parte da tale inquadramento, i m. di pietà furono autorizzati a esercitare il credito, in misura limitata. Nel 1935 assunsero la denominazione di m. di pegni, modificata poi (l. 745/10 maggio 1938) in quella di m. di credito su pegno. Tali enti bancari, prevalentemente ritenuti di diritto pubblico, si propongono come attività fondamentale di concedere prestiti di importo anche minimo a miti condizioni, con garanzia di pegno su cose mobili per loro natura; possono ricevere depositi fruttiferi e compiere alcune operazioni bancarie, quali l’acquisto di titoli di Stato o equiparati, le sovvenzioni sui titoli stessi o contro cessioni del quinto dello stipendio, a dipendenti di aziende pubbliche, i mutui ipotecari.

Con significati affini ai precedenti, nell’uso moderno: m. premi, la somma totale che, dedotte le spese e le tasse, è destinata a essere divisa tra i vincitori di una lotteria o di altro gioco a premi (totocalcio, superenalotto ecc.); m. cedole, nella contabilità bancaria, conto acceso per la rilevazione del movimento delle cedole staccate dai titoli di proprietà della banca e di terzi depositanti; patrimonio in m., in contabilità, il patrimonio netto di un’impresa, risultante dalla somma algebrica dei valori attribuiti alle attività e alle passività; m. ore o m. salari, somma totale delle ore lavorate o dei salari/stipendi pagati in un’azienda o nel paese intero per unità di tempo.

Meteorologia

Brezza di m. Brezza che nelle regioni montuose soffia dopo il tramonto, quando, per effetto del raffreddamento delle cime montuose e dei versanti, l’aria si appesantisce, scivola lungo i pendii e defluisce verso la pianura ove la pressione atmosferica è minore.

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