Montemalo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Montemalo


Odierno Montemario, colle dominante Roma a nord-ovest della città; ricordato da Cacciaguida, allorché depreca il progressivo degenerare dei costumi fiorentini al confronto della purezza del tempo antico: Non era vinto ancora Montemalo / dal vostro Uccellatoio, che, com'è vinto / nel montar sù, così sarà nel calo (Pd XV 109).

Il confronto fra i due colli, l'uno prospicente Roma, l'altro Firenze, ha un preciso significato: come M. ai tempi di Roma imperiale era divenuto luogo residenziale ricco di ville e torri, così l'Uccellatoio, con l'estendersi di Firenze, si era arricchito di edifici e fortezze. Ma questi edifici possono significar la rovina per la città; infatti in tempo di pace sono simbolo di vita dissipata, mentre in tempo di guerra distraggono milizie per la loro difesa. E quindi come lo splendore di M. fu seguito dalla decadenza di Roma, così quella di Firenze dovrebb'essere segnata dall'arricchimento dell'Uccellatoio.

La menzione di M., il primo luogo da cui si vede Roma provenendo da Firenze, percorrendo la via Trionfale, e il suo parallelo con l'Uccellatoio, sulla strada per Bologna, è apparsa come reminiscenza del viaggio a Roma di D. (sul quale cfr. alla v. ROMA).

Il nome di M. era comunemente usato nel Medioevo, per quanto Federico Il volle ribattezzare il colle Montegioia; infatti la denominazione odierna di Montemario risale al secolo XV, allorché sul colle fu costruita la villa di Mario Mellini.

Bibl. - Bassermann, Orme 7-8; V. Cian, Chiosa dantesca: M., in " Giorn. stor. " LXXVII (1921) 365-366; A. Frugoni, D. e la Roma del suo tempo, in D. e Roma, Firenze 1965, 73-96.