Montemurlo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Montemurlo

Simonetta Saffiotti Bernardi

Castello fra Prato e Pistoia, appartenente dal sec. XI ai conti Guidi.

Per la sua posizione geografica prospicente Pistoia, M. fu esposto ai ripetuti attacchi di questa città che vi esercitava il controllo mediante la fortezza di Montale, e nello stesso tempo fu oggetto delle mire fiorentine. Firenze infatti aveva tutto l'interesse che questo castello restasse nelle mani di suoi alleati, e allorché il conte Guido Guerra, che col suo matrimonio con Gualdrada dei Ravignani (If XVI 37-38) era entrato a far parte della cittadinanza fiorentina, fu spodestato dai Pistoiesi, inviò sue milizie per aiutare il conte a rientrare in possesso del castello (1204). Mantenere la signoria su M. fu comunque molto difficoltoso per i Guidi, che dovettero sempre ricorrere ad alleanze per frenare le mire della città rivale. Morto Guido Guerra, i suoi eredi, non essendo più in condizioni di difendere M. e nello stesso tempo avendo urgente bisogno di denaro, trattarono col podestà di Pistoia, Orlandino de' Porcari, la vendita del castello per 18.000 libbre. La trattativa era già in via di perfezionamento (maggio 1219), e la somma di 14.000 libre era già stata incassata dai rettori pisani dell'ordine degli Ospitalieri e depositata nella sacrestia della chiesa del Santo Sepolcro, allorché la transazione venne risaputa a Firenze, per l'indiscrezione del conte Aginulfo di Romena - suppone il Davidsohn -, e quindi si trovò il modo di fare annullare il negozio. Per cui dietro versamento di 5000 libbre pisane il castello di M. fu sottomesso a Firenze: a questo negozio, quale " procurator Communis Florentiae ", intervenne Mosca de' Lamberti (1219). Ma nel 1220 l'imperatore Federico II confermò nuovamente ai conti Guidi il possesso del castello; i Fiorentini comunque seguitarono a intervenire nelle questioni di M.; infatti nel 1228, cercando appigli per muover guerra a Pistoia, presero a pretesto la confisca, fatta dai Pistoiesi, di alcune terre di cittadini fiorentini proprio nel territorio di Montemurlo. La vendita del castello infine venne perfezionata nel 1254 allorché Firenze rilevò i diritti del conti Guidi su M. in cambio del pagamento dei debiti che questi avevano. L'acquisto definitivo del castello comunque avvenne nel 1273 per la vendita del conte Guido Selvatico, erede di Guido Guerra VI, che aveva riacquistato i suoi diritti su M. dopo il ritorno dei guelfi in seguito alla battaglia di Benevento (1267).

M. è ricordato da Cacciaguida, il quale depreca l'avvento di nuovi cittadini in Firenze, segno di corruzione di costumi e presagio di fatale decadenza: Se la gente ch'al mondo più traligna / non fosse stata a Cesare noverca, / ma come madre a suo figlio benigna / ... sariesi Montemurlo ancor de' Conti (Pd XVI 64). Quindi l'annessione di M. a Firenze e l'inurbamento dei conti Guidi è visto da D. come un segno del degenerare dei tempi provocato dalla rivalità che ha opposto la Chiesa all'Impero. Altro collegamento di M. col mondo di D. si ha nel fatto che proprio in questo castello Focaccia de' Cancellieri uccideva Detto di messer Re de' Rossi, dando così l'avvio a una lunga serie di delitti (If XXXII 63).

Bibl. - G. Villani, Cronica V 31; Davidsohn, Storia, ad indicem; Toynbee, Dictionary, sub voce.

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