Zacuto, Mose

Enciclopedia Dantesca (1970)

Zacuto (Sakkuto), Mosè

Giovanni Garbini

Rabbino di famiglia portoghese (Amsterdam 1620-Mantova 1697); recatosi dapprima a Poznan, nel 1645 giunse a Verona, poi a Venezia, dove fu fatto rabbino; nel 1673 fu rabbino a Mantova.

Assiduo cultore della cabala, compose 47 poemi religiosi e un dramma, Yĕsōd 'ōlam (La fondazione del mondo), avente come protagonista Abramo. La sua opera più notevole è il Tŏfteh 'ārūkh (L'inferno preparato o esposto, 1715), un poema didascalico (185 strofe di 5 versi) largamente influenzato dalla cabala e dalle tradizioni ebraiche medievali; in esso è presentato il defunto che si meraviglia della morte e che viene istruito da un demonio che lo schernisce e gl'illustra le sette stanze della geenna; il componimento è chiuso da un breve accenno alle sette porte del Paradiso (quest'ultimo sarà sviluppato da Giacobbe Daniele Olmo). Il Tŏfteh 'ārūkh fu pubblicato a Venezia nel 1715.

Bibl. - G. Karpeles, Geschichte der judischen Literatur, II, Berlino 1909, 245-246 (recens. di E. B[envenuti], in " Bull. " XXI [1914] 150); A.B. Rhine, The Secular Hebrew Poetry of Italy, in " Jewish Quarterly Review " I (1910-11) 392-402; G. Sch[olem], in Encyclopedia Judaica, XVI, Gerusalemme 1971, 903-908.

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