Muro di Berlino

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Muro di Berlino

Silvia Moretti

Il simbolo di un mondo spaccato a metà

Alla fine della Seconda guerra mondiale, Berlino divenne il simbolo della divisione del mondo in due blocchi: i regimi comunisti a Est e i paesi democratici a Ovest. Nel 1961 le autorità della Germania dell’Est costruirono in mezzo alla città un Muro che, per ventotto anni, contrappose due modelli di vita diametralmente contrari: una città vivace, libera e consumista a ovest, una città tetra e oppressa a est

La Germania, un paese diviso

Pochi anni dopo la sconfitta della Germania nazista e la fine della Seconda guerra mondiale, la Germania fu divisa in due Stati. Era il 1949 e da un unico paese dove si parlava la stessa lingua nacquero due Stati diversi e nemici: a est la Repubblica Democratica, un regime comunista controllato dall’Unione Sovietica; a ovest la Repubblica Federale, un paese Democratico alleato delle potenze occidentali. La città di Berlino si trovava nella Repubblica Democratica ed era anch’essa divisa in due parti, spartita a metà tra i due blocchi: la parte ovest era controllata dagli Occidentali (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti), la parte est dai Sovietici.

Per tutti gli anni Cinquanta il traffico tra Berlino Est e Berlino Ovest fu intenso: attraverso i varchi controllati dalle forze di polizia che si trovavano nel mezzo della città andavano e venivano giornalmente migliaia di persone. Moltissimi Berlinesi dell’Est lavoravano nella parte occidentale della città e visitavano parenti e amici che abitavano a ovest, o andavano al cinema se avevano abbastanza soldi. Ma moltissimi abitanti della Germania dell’Est abbandonavano il proprio paese, dove non c’era libertà, per fuggire a Berlino Ovest e di lì nella Germania Federale. Tra il 1949 e il 1961 fuggirono circa due milioni e mezzo di persone e i dirigenti della Germania dell’Est decisero che bisognava trovare un rimedio.

Il simbolo della Guerra fredda

Per riprendere il controllo della situazione i dirigenti della Germania comunista decisero di isolare completamente Berlino dal resto del paese e di costruire un Muro che divideva la parte orientale da quella occidentale. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 cominciò la costruzione del Muro: la metropolitana di superficie e quella sotterranea furono interrotte, qualsiasi collegamento sospeso. Filo spinato, corrente ad alta tensione, cemento armato e torrette di controllo comparvero improvvisamente nel centro di Berlino, dividendo a metà scuole, palazzi, persino cimiteri. Da quel momento nessuno poté più passare a Ovest senza un regolare permesso. I primissimi giorni fu ancora facile per i Berlinesi dell’Est scappare dall’altra parte: ci fu persino chi, abitando nei palazzi che segnavano il confine tra i due settori, si buttò dalle finestre di casa prima che queste venissero murate.

Per tutto il periodo della guerra fredda, fino al 1989, quando il Muro fu abbattuto, più di 5.000 persone riuscirono a scavalcare il Muro, moltissime furono arrestate e oltre 150 furono uccise. I primi tempi i Tedeschi orientali ricorsero a ogni stratagemma per scappare: tunnel sotterranei, automobili con doppio fondo, teleferiche artigianali da un palazzo all’altro, mongolfiere. Ma i mezzi di controllo diventarono sempre più sofisticati e col passare del tempo divenne quasi impossibile oltrepassare il Muro perché le guardie avevano l’ordine di sparare a chiunque si avvicinasse alla terra di nessuno davanti al Muro.

Un mucchio di pietre

Nella seconda metà degli anni Ottanta il blocco comunista in Europa mostrò evidenti segni di crisi. La politica riformatrice di Michail Gorbačëv, leader dell’Unione Sovietica dal 1985, favorì e accelerò il crollo dei regimi comunisti. A Berlino tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre 1989 centinaia di migliaia di abitanti manifestarono nelle strade invocando libere elezioni, libertà di stampa e di viaggiare. Mentre i dirigenti della Germania dell’Est cercavano di controllare e indirizzare le proteste della popolazione, il simbolo più sinistro della repressione venne preso d’assalto pacificamente dai Berlinesi dell’Est.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 novembre gli abitanti della città iniziarono la conquista e l’abbattimento del Muro: da Est e da Ovest migliaia di persone si arrampicarono sul Muro per abbracciarsi, ballare, festeggiare. Preso a picconate, raschiato, martellato, il Muro mostrò i primi squarci e nel giro di alcune settimane si era trasformato in un cumulo di macerie.

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