Perahia, Murray

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Pianista statunitense (n. New York 1947). P. si è imposto, a partire dagli anni Settanta, come uno dei migliori interpreti del repertorio classico e romantico. La sua ricerca interpretativa, dalla scelta dei tempi e delle dinamiche al fraseggio, ai rapporti strutturali all'interno della composizione, è incentrata soprattutto su una visione di grande equilibrio e coerenza e su una profonda comprensione del linguaggio musicale. La sua tecnica ineccepibile, senza inutili concessioni al puro virtuosismo, si esprime innanzitutto nella qualità del suono, sempre di grande bellezza, ottenuta con un tocco di rara luminosità e nitidezza.

Vita e opere

Dopo gli studi di pianoforte con J. Haien, si è diplomato in composizione e in direzione d'orchestra presso la Mannes school of music di New York con A. Balsam, perfezionandosi poi con M. Horszowski. Nel 1967 ha suonato per la prima volta al festival di Marlboro (Vermont) al fianco di R. Serkin e P. Casals e, nel 1968, ha debuttato alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di A. Schneider. La vittoria nel 1972 alla Leeds international piano competition ha avviato P. a una brillante carriera di solista in tutto il mondo, in collaborazione con le principali orchestre europee e nordamericane e con direttori quali L. Bernstein, R. Muti, G. Solti, C. Abbado e Z. Mehta. Nel 1973 ha debuttato al festival di Aldeburgh, del quale è stato condirettore (1981-89). Intensa e costante anche la sua attività nel campo della musica da camera, per la quale ha collaborato con artisti come P. Tortelier, P. Zukerman, il citato Schneider, R. Lupu, D. Fischer-Dieskau, P. Pears e con i Quartetti di Budapest, Galimir e Guarnieri. Il suo repertorio è incentrato su Mozart (integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra, con la English chamber orchestra a partire dal 1977, come solista e direttore), Beethoven (integrale dei Concerti con l'Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, diretta da B. Haitink) e i grandi romantici, in partic. Chopin (per l'esecuzione degli Études, Op. 10 e Op. 25, ha vinto un Grammy Award nel 2003), Mendelssohn, Schubert e Schumann; ha affrontato lavori per tastiera di Bach (vincendo un Grammy Award nel 1999 per l'esecuzione delle Suites inglesi 1, 3 e 6 ), Händel e D. Scarlatti. Larghi consensi ha meritato la sua interpretazione dell'opera di Bartók (per l'esecuzione della Sonata per due piani e percussioni ha ricevuto un Grammy Award nel 1989).

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