MURZUCH

Enciclopedia Italiana (1934)

MURZUCH (A. T., 113-114)

Attilio Mori

Città del Fezzan (Libia meridionale) e antica capitale della regione. Se ne attribuisce l'origine al santo sceriffo marocchino Sīdī el-Muntasir, capo della dinastia degli Ulad Mohammed, che l'avrebbe fondata ai primi del sec. XIV. La città giace in una depressione umida e malsana detta el-Hofra (la Fossa). La sua posizione geografica secondo recenti determinazioni, è di 25°54′51″ lat. N. e 13°54′37″ long. E.; l'altitudine è di 395 m. s. m.

Divenuta capitale della regione, ebbe un periodo di notevole prosperità, particolarmente per la sua posizione sulla via delle carovane che esercitavano il traffico tra il Sudan e Tripoli. F. Hornemann, che primo europeo vi pervenne al principio del 1800, ne fornì una sommaria descrizione, rilevandone l'importanza commerciale, specialmente per il traffico degli schiavi. Dopo di lui fu visitata e descritta da G. F. Lyon e dagli altri viaggiatori che da Tripoli attraverso il Fezzan penetrarono nel Sudan, e principalmente da G. Barth e da H. Nachtigal. Dopo la conquista turca, eretta a capoluogo del caimacanato del Fezzan, la città subì qualche miglioramento, onde al confronto degli altri abitati sahariani poteva apparire come un centro urbano di qualche importanza, sebbene la sua popolazione di poco superasse i 1600 ab. Con l'abolizione del traffico degli schiavi (1865) se ne iniziò la decadenza e Murzuch fu considerata dai dominatori come un luogo di relegazione e di pena per i funzionarî che vi erano destinati. Occupata dalla colonna Miani il 4 marzo 1914, poté, nei pochi mesi che durò l'occupazione, migliorare alquanto le sue condizioni, sebbene il capoluogo della regione, per ragioni igieniche e geografiche, venisse trasferito a Sebha. Dopo il ritiro degl'Italiani (novembre 1914) e sino alla nuova occupazione avvenuta il 24 gennaio 1930, le condizioni della città si fecero naturalmente sempre più tristi; ma nei quattro anni da allora trascorsi la sua trasformazione si è andata accentuando. Ristabilita la sede del comando di zona a Sebha, Murzuch fu fatta sede di sottozona. Per opera del comando locale, riattato l'antico castello di assai antica origine, ma trasformato già dai Turchi, ristabilita la moschea grande ivi esistente e le altre della città, vennero istituiti ambulatorî, scuole, uffici pubblici varî per l'amministrazione e per i servizî civili e militari.

La città ha la forma press'a poco di un rettangolo di 500 per 300 m. Recinta da una cortina di mura in gran parte cadenti, misura quindi un'area di circa 15 ha. della quale solo un terzo forse è coperto d'abitazioni. Nell'angolo nord-ovest delle mura sorge il castello cui fa capo una larga strada nel senso della diagonale chiamata il "dendal", che un tempo pare fosse fiancheggiata da portici. Nel lato a levante di quella si trova il quartiere abitato dagli Sciorfa (Arabi); in quello a ponente, in gran parte occupato da case in rovina e da aree scoperte, si trova la piazza del mercato, la caserma dei carabinieri, ecc. La popolazione attuale della città è stimata di appena 700 ab., meno di un quarto di quella che era alla metà del secolo scorso. A parte le vicende politiche militari che essa ha subito negli ultimi decennî e la decadenza del commercio carovaniero, contribuì allo spopolamento la malaria determinata dai numerosi laghetti e stagni palustri disseminati nei dintorni e che ora si cerca di bonificare.

Bibl.: Oltre alle grandi relazioni di viaggio del Barth e del Nachtigal, per le quali v. alla voce fezzan, una descrizioner recente della città con pianta e illustrazioni si trova in E. Scarin, Murzuch negli ultimi secoli, in L'Universo, dicembre 1933.

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