LUCKNOW, Museo di

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

LUCKNOW, Museo di

G. Verardi

L'origine dell'allora Provincial Museum risale al 1863, quando, dopo il Mutiny che proprio a L. aveva assunto aspetti di particolare gravità, gli Inglesi sottoposero ad amministrazione diretta lo stato di Oudh (Awadh).

Alla nuova istituzione cominciarono ad accedere numerosi materiali provenienti da tutte le United Provinces (oggi Uttar Pradesh), di cui L. era divenuta capitale, in particolare quelli rinvenuti negli scavi che negli anni '80 e '90 il curatore del museo e Archaeological Surveyor A. Führer aveva condotto nel sito di Kaṅkālī Ṭīlā a Mathurā. Tra il 1889 e il 1891, e ancora nel 1896, entrarono infatti a far parte delle collezioni centinaia di sculture, antiche e medievali, provenienti dallo stūpa jaina e dal tempio dei Digambara, e altre venute alla luce nelle vicinanze del sito: oltre ad āyāgapaṭa e immagini di Tirthaṃkara, balaustre e toraṇa (portali) di stūpa jaina e buddhisti e immagini del Buddha, molte delle quali iscritte, risalenti a epoca kusäna (I-II sec. d.C.). Dalla stessa Kaṅkālī Ṭīlā e da altre località della Mathurā kusāna giunsero al museo anche immagini del pantheon protovisnuita come quella, assai rara per l'epoca, di Visnu Trivikrama, e quelle di Balarāma, iconografie scivaite, e una ben nota rappresentazione di Agni antropomorfo fiammeggiante.

I numerosi scavi che si vennero man mano compiendo nel primo decennio del nostro secolo - a Bhīṭā (v.) a opera di J. Marshall, a Kasiā (Kuśinagara, v.) a opera di J. Ph. Vogel e H. Sāstri, e a Sāheṭh Māheṭh (Srāvastī, v.), ancora a opera di J. Ph. Vogel - arricchirono grandemente le collezioni, tanto che nel 1910, dopo l'acquisto fattone dal Governo delle United Provinces, esse vennero trasferite nel Lai Bāradarī, edificio già parte del palazzo che l'ultimo sovrano dell'Oudh aveva fatto costruire per sé. Nella nuova sede, accanto alla sala con le antichità di Mathurâ ne venne allestita una per i ritrovamenti di Srāvastī, mentre un'altra ancora raccoglieva la produzione hindu.

Tra i materiali di quest'ultima, particolare menzione merita la grande statua di un cavallo proveniente da Kharigarh, che un'iscrizione ora poco leggibile mette in relazione con Samudragupta (c.a 345-380 d.C.), il più grande sovrano della dinastia Gupta: si tratta certamente di un cavallo che ricorda l’aśvamedha, il grande sacrificio vedico celebrato nell'India antica da tutti i sovrani d'osservanza brahmanica. Il museo possiede un'altra grande statua di cavallo, molto danneggiata, proveniente da Darelgañj presso Allahabad.

In seguito ad assegnazioni (importante quella del 1931), scambi e acquisti, il museo andò anche raccogliendo una buona collezione di arte del Gandhāra, e tra i materiali di cui man mano si arricchì va segnalata l'importante collezione numismatica, una delle principali in India, che conta una interessante raccolta di monete indo-greche e kuṣāṇa. Il museo possiede anche la più grande collezione, il cui nucleo si è formato sin dal 1896, di utensili di rame provenienti da varie parti dell'India, e in particolare dai ripostigli della piana gangetica (copper hoards), tra cui si notano le celebri figure stilizzate antropomorfe. Già ritenuti indicatori privilegiati degli insediamenti arii della seconda metà del II millennio a.C., sono considerati oggi appartenenti a culture indigene.

Una buona parte dei materiali archeologici (il museo, divenuto ormai State Museum, possiede anche altre sezioni) venne sistemata nel 1983 in un'ala del nuovo edifico museale nel Banarsi Bāgh. Nella prima galleria sono stati sistemati i materiali preistorici, quelli da Harappā, Mohenjo-daro e Kalibangan, materiali maurya e suñga (III e II-I sec. a.C.) e quelli provenienti da Kaṅkālī Ṭīlā. Nella seconda hanno trovato posto le sculture buddhiste di Mathurā e del Gandhārā unitamente a quelle hindu più antiche. Il bollettino del museo, che si pubblica dal 1968, testimonia la vitalità di un'istituzione allo stesso tempo ricca di materiali e attiva.

Bibl.: V. Smith, The Jain Stufa and Other Antiquities of Mathurä (ASI, New Imperial Series, 20), Allahabad 1901, pp. 1-6; ASIAR, dal 1902-03 al 1936-37, passim; C. J. Brown, Catalogue of Coins in the Provincial Museum, Lucknow, Lucknow 1920; AA.VV., Catalogue of Coins of the Guptas, Mau- kharis, etc. in the Provincial Museum Lucknow, Lucknow 1920; B. B. Lai, Further Copper Hoards from the Gangetic Basin, in Ancient India, VII, 1951, pp. 20-39, in part. 27-30; Indian Archaeology. A Review, dal 1953-54, passim; Bullet- tin of Museums and Archaeology in U.P., dal 1968, passim; N. P. Joshi, R. G. Sharma, Catalogue of Gandhära Sculptures in the State Museum, Lucknow, Lucknow 1969; A. K. Srivastava, Catalogue of the Indo-Greek Coins in the State Museum, Lucknow 1969; N. P. Joshi, Catalogue of the Brahmanical Sculptures in the State Museum, Lucknow (Part I), Lucknow 1972; A. K. Srivastava (ed.), Catalogue of Šaka-Pahlava Coins of North India, Lucknow 1972; N. P. Joshi, Brahmanical Sculptures in the State Museum, Lucknow (Part II), 2 voll., Lucknow 1989.