NANCHINO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

NANCHINO (XXIV, p. 193)

Mario TOSCANO

La città, secondo dati del luglio 1947, contava 1.037.766 abitanti.

Storia. - Iniziatosi il 7 luglio 1937 il conflitto cino-giapponese, ed occupata Shanghai nella prima decade di novembre, i nipponici puntarono come a primo obiettivo su Nanchino, ove Ch'ang Kai-shek aveva adunato 300.000 uomini per difendere la capitale. Ma ciononostante le forze giapponesi riuscirono a entrare nella città il 15 dicembre, al comando del tenente generale principe Jasuhico Asaca.

Cadute le speranze di un'intesa con Ch'ang Kai-shek, il Giappone effettuava ripetuti tentativi per costituire a Nanchino un Governo provvisorio composto da elementi filonipponici che attirasse a sé nuove forze e nuove adesioni cinesi alle condizioni enunciate da Tōkyō per risolvere il conflitto, sulla base di una stretta collaborazione della Cina alla costituzione dell'Ordine Nuovo nella più grande Asia Orientale. In questo ordine di idee il 23 dicembre 1937 si costituiva a Nanchino una Commissione autonoma di governo con a capo Tao-Hsi-scian, il quale emanò un proclama di condanna della politica anti-giapponese e filo-comunista del governo del Kwo-min t'ang. Il 28 marzo 1938 veniva poi insediato a Nanchino il governo riformato della repubblica cinese con giurisdizione sulle tre provincie del Kiang-su del Che-kiang e dell'An-Hwei. Ne fu presidente Liang-Hungrih, il quale sottolineò il carattere provvisorio del suo movimento che intendeva cooperare con quello di Pechino, cui avrebbe aderito non appena ristabilite le comunicazioni ferroviarie. La prevista fusione, oggetto di laboriose quanto infruttuose trattative dall'aprile al novembre 1938, doveva invece entrare in una nuova fase conclusiva dopo la fuga di Uang-Ching-uei da Ch'ung K'ing 4 giorni prima delle famose dichiarazioni programmatiche del principe Konoye (22 dicembre 1938).

Quella eminente personalità del governo nazionale, che il Kwo-min t'ang aveva destituito dalle sue cariche, era stata seguita da un gruppo di alti funzionarî cinesi. Con la loro collaborazione egli insediava a Nanchino il 30 marzo 1940 un "governo centrale cinese", con giurisdizione su tutte le provincie occupate dai Nipponici. Coadiuvato da un Kwo-min t'ang ortodosso e da un consiglio politico provvisorio, il 30 novembre concludeva col Giappone un trattato di alleanza militare e politico mirante a sostituire il governo nazionale di Ch'ang Kai-shek, ad unificare la Cina ed a lavorare d'intesa con Tōkyō. Ma, mentre il governo di Nanchino si ostinava nel disegno di debellare il governo nazionale di Ch'ang Kai-shek, questo, sostenuto dalle Nazioni Unite, poteva resistere tenacemente contro l'azione disgregatrice di Nanchino e l'invasione dei Giapponesi sino alla loro capitolazione e il 9 settembre 1945 celebrare solennemente la fine della guerra in Nanchino, ove il governo nazionale dalla sua sede provvisoria di Ch'ung K'ing fece ritorno ufficialmente il 25 maggio 1946.

Nel corso dell'offensiva comunista sferrata da Mao Tse Tung contro il governo nazionale, nel gennaio 1949, la capitale della Cina nazionale fu trasferita a Canton.

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