NANISMO

Enciclopedia Italiana (1934)

NANISMO

Giuseppe REVERBERI
Augusto BEGUINOT

Nella specie umana può essere una caratteristica normale, ereditaria di alcuni popoli come i Negriti, i Negrilli, gli Akka, i Boscimani, ecc., che consiste in una riduzione notevole della statura: è più usualmente conosciuta col nome di pigmeismo. Non può considerarsi come un carattere d' inferiorità di questi popoli e molto meno come anomalia: infatti le proporzioni tra i diversi organi del corpo sono conservate e lo sviluppo psichico è normale: è un carattere fisiologico.

Viene invece considerata come anomalia di costituzione generale una forma di microsomia che può comparire anche tra i popoli europei e che in realtà potrebbe considerarsi anche come fisiologica. Predilige il sesso maschile, è trasmessa dal padre ed è considerata come una variazione estrema in meno del tipo medio (Pende). Gl'individui che presentano questo carattere hanno una statura che si aggira sui 100 cm. come limite massimo.

Questa specie di microsomia è conosciuta anche negli animali: Jennings mise in evidenza nei parameci di una popolazione eterogenea l'esistenza d'individui nani (40 μ) e di individui giganti (310 μ) e poté estrarre, tra gli altri, i due genotipi ciascuno a curva di variabilità caratteristica e costante.

Un tipo di nanismo di origine ghiandolare è il nanismo di Paltauf che può considerarsi come esempio di inibizione parziale dello sviluppo: infatti mentre in questo tipo lo sviluppo del cranio è normale, è assai ridotto quello del resto dello scheletro.

Più spiccatamente in relazione con disfunzione ghiandolare sono tipi di nanismo infantilistici e di infantilismi propriamente detti che Pende spiega ammettendo una duplicità funzionale ormonale, correlata, rispettivamente, con la crescita ponderale dell'organismo o con la crescita delle proporzioni. I due gruppi possono essere diversamente colpiti.

È merito della biologia sperimentale l'aver gettato qualche luce sul meccanismo d'azione dei fattori dello sviluppo e l'avere esaltata la distinzione che deve farsi tra questi stessi fattori e quelli della forma dell'organismo.

Particolarmente illustrative sono le esperienze di ablazione della tiroide in animali in stadî giovanili: in questi lo sviluppo scheletrico si arresta precocemente e l'animale rimane nano. Negli animali che subiscono metamorfosi questa può essere ritardata o accelerata: le esperienze di Gudernatsch, Cotronei, Giacomini hanno mostrato, ad es., che i girini di rana nutriti con tiroide si metamorfosano assai precocemente ma originano delle rane nane; invece nutriti con timo si accrescono enormemente e difficilmente riescono a metamorfosarsi.

Negli esperimenti di Morgan sulla Drosophila sono comparse razze stabili di mosche nane e di mosche giganti: il nanismo e il gigantismo in questi casi sono vere mutazioni: come a mutazioni sono dovuti i casi di nanismo o gigantismo degli organi (ali vestigiali, occhi ridotti, ecc.).

L'importanza del numero dei cromosomi nei riguardi del nanismo e del gigantismo è indubbiamente dimostrata da alcuni casi: l'Artemia salina raccolta a Capo d'Istria è gigante rispetto alla stessa specie raccolta a Cagliari (C. Artom) e ha un corredo cromosomico tetraploide (84 cr.). Così pure nella specie di Oenothera lamarkiana vi è una varietà a dimensioni ridotte e denominata perciò var. nanella: in essa il numero di cromosomi è inferiore a quello tipico della specie: mentre le var. gigas e semi-gigas hanno rispettivamente un corredo cromosomico tetraploide e triploide. Ancora nella Datura stramonium la grandezza totale della pianta, dei fiori, delle foglie, del frutto, aumenta gradatamente, in diverse varietà, in relazione con l'aumento del numero dei cromosomi.

È relativamente facile ottenere - volendo - organismi giganti o nani: l'embriologia sperimentale ha mostrato che si possono ottenere larve di grandezza ridotta asportando una certa quantità di citoplasma da uova del tipo regolativo o separando nelle stesse uova i primi blastomeri: in questo caso si avranno larve nane di grandezza metà o un quarto della grandezza tipica. Viceversa, dalle stesse uova regolative producendo la fusione di uova o blastule si possono ottenere individui giganti.

Come appare, molto diversi sono i fattori che regolano l'accrescimento di un individuo: comunque sono sempre distinti dai fattori che conducono alla realizzazione della forma dell'organismo.

Botanica. - Si dà questo nome a riduzione dalla normale statura dei vegetali, dovuta a condizioni sfavorevoli di ambiente che causano un'insufficiente nutrizione (sterilità del suolo, altitudine, scarsa illuminazione, concorrenza vitale, ecc.). Tali forme nane furono spesso interpretate come specie ereditarie, ma che non lo siano lo dimostra la facile e pronta reversibilità nel tipo, appena che siano poste a vegetare in condizioni adatte. In molte piante il nanismo non è solo riduzione, ma semplificazione di organi e particolarmente dell'apparato fogliare: l'individuo nano fiorisce e fruttifica con foglie di tipo giovanile o pedofilli (neocarpia di Buscalioni, pedocarpia di Béguinot).

Ma nel ciclo di una data specie esistono in natura e spesso insorgono in coltura varietà e forme nane perfettamente ereditarie (sino dalla prima generazione) dovute a mutazione e, quindi, a un cambiamento germinale del quale in generale ci sfuggono le cause. Finalmente in molti generi vi sono specie costantemente pigmee e che forse ripetono la stessa origine.

Bibl.: P. Gauchery, Recherches sur le nanisme végétal, in Annal. Sc. Nat., Botanique, s. 8ª, IX (1889), pp. 61-156; A. Béguinot, Il nanismo del genere "Plantago" e le sue cause. Osservazioni e ricerche sperimentali, in Nuov. giorn. bot. ital., n. s., XV (1908), pp. 205-306.

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