NATO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

NATO

Angelo TAMBORRA
Mario TORSIELLO

Sigla (dall'ingl. North Atlantic Treaty Organization; in fr. otan, da Organisation du Traité de l'Atlantique Nord) con la quale è indicata anche in Italia l'organizzazione del trattato nord-atlantico, alleanza politica e militare che, fra membri originarî e successive accessioni, lega: Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Canada, Danimarca, S. U. A., Francia, Gran Bretagna, Islanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Grecia, Turchia, Repubblica Fed. di Germania. A essa si è giunti dopo una serie di fatti e un complesso atteggiamento politico dell'URSS, che hanno indotto i paesi dell'Occidente a stringersi in alleanza. All'indomani della seconda guerra mondiale la situazione determinatasi nei paesi dell'Europa orientale, praticamente entrati nell'area d'influenza dell'URSS e la conseguente presa del potere da parte del partito comunista (da ultimo in Cecoslovacchia nel febbraio 1948); i contrasti fra l'URSS e le potenze occidentali a proposito della Germania culminati nel blocco di Berlino (dal giugno 1948); il preoccupante stato di tensione in varie parti del mondo - dalla Grecia all'Indocina, dall'Iran alla Corea, ecc. - determinarono fra le potenze occidentali una più attiva presa di contatti che ebbero negli S. U. A. l'elemento direttivo e coordinatore. Lo stesso piano Marshall o ERP, al quale era stato dato l'avvio già nel giugno 1947, si inquadrava nel proposito di venire incontro ai problemi economici dell'Europa allo scopo di facilitare la soluzione dei problemi di politica interna specialmente nei paesi dove esisteva un forte partito comunista. Altro passo innanzi era stata la firma il 17 marzo 1948 del cosiddetto patto di Bruxelles per un'alleanza difensiva e di mutua assistenza fra il Regno Unito, la Francia e il Benelux. Nonostante un memorandum sovietico che sottolineava il carattere ostile dell'intesa in corso di elaborazione, il 4 aprile 1949 a Washington fu sottoscritto il trattato dell'Atlantico del Nord da parte dei ministri degli Esteri dei seguenti stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e S. U. A.

Formulato in termini di estrema chiarezza, il Trattato dell'Atlantico del Nord ha una caratteristica particolare: concluso nell'ambito delle N.U., esso non è soltanto un trattato di alleanza per la difesa di tutta una zona geografica, ma è diretto anche al preciso intento, da parte dei contraenti, di "salvaguardare la libertà, il comune retaggio e la civiltà dei loro popoli, fondati sui principî della democrazia, della libertà individuale e del dominio della legge". A differenza di analoghi accordi, gli impegni dell'Alleanza Atlantica hanno un carattere essenzialmente preventivo, nel senso di scoraggiare in partenza ogni eventuale aggressore: per l'art. 3 infatti le potenze firmatarie, "agendo individualmente e congiuntamente, in modo continuo ed effettivo mediante lo sviluppo delle loro risorse e prestandosi reciprocamente assistenza" si impegnano a mantenere ed accrescere "la loro capacità individuale e collettiva di resistenza ad un attacco armato"; in caso di minaccia all'integrità territoriale, all'indipendenza politica o alla sicurezza di una parte contraente si avrà una consultazione fra tutte; un attacco diretto contro una parte "sarà considerato diretto contro tutte le parti" giustificando ogni azione di difesa sia individuale sia collettiva, recando tutta la situazione a conoscenza del Consiglio di Sicurezza delle N.U., cui è riconosciuta la responsabilità "primaria" per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Organo centrale e direttivo dell'Alleanza Atlantica è il Consiglio, in cui ogni potenza è rappresentata, e che "organizzato in modo da potersi riunire rapidamente in qualsiasi momento" ha "la funzione di esaminare le questioni concernenti l'applicazione del Trattato"; da esso ha preso vita tutta la struttura dell'Alleanza che va sotto il nome di NATO.

Dal 1949 quelle che sono state definite le "frontiere strategiche" della NATO si sono estese al Mediterraneo Orientale sino ai confini meridionali dell'URSS, quando il permanere della tensione internazionale suggerirono a Grecia e Turchia di aderire all'Alleanza (18 febbraio 1952); in senso analogo e per le identiche preoccupazioni il 9 maggio 1955 fu accolta nella NATO la Repubblica Federale di Germania.

Contemporaneamente a questo accrescersi della "copertura" territoriale dell'Alleanza, questa si veniva dando una struttura organizzativa politica, militare, economica, ecc.; attraverso i suoi organi ed in collegamento con i governi la NATO dava vita ad una politica in certo modo unitaria e coordinata fra tutte le potenze dell'Alleanza, anche se non sono mancate talvolta divergenze di punti di vista. Al di là di essi, l'Alleanza, grazie all'intima collaborazione di tutti gli stati membri e dei loro organi, tende a trasformarsi in quella che già comincia a chiamarsi "Comunità Atlantica" retta da una spina dorsale organizzativa vasta e capillare che impegna e si spera possa sempre più impegnare in futuro tutte le strutture particolari dei singoli stati. Se lo stato nazionale, di tipo diciamo europeo, esclusivista e limitato nelle sue forze e nelle sue prospettive politiche, è indubbiamente in crisi, nulla più dell'Alleanza Atlantica - in un momento di difficile vita di relazione con l'URSS e il mondo comunista - pur rimanendo una associazione di stati sovrani ne vuole rappresentare, come tendenza o intenzione, un superamento, in vista di solidarietà più vaste, concretamente operanti nella vita internazionale.

La NATO per rispondere a queste esigenze si è data una struttura organizzativa articolata come segue.

Al Consiglio Atlantico (North Atlantic Council), costituito dai ministri degli Esteri dei 15 paesi, spetta la più alta autorità; ogni potenza vi ha un rappresentante permanente ed il segretario generale ne è il presidente ed è capo del segretariato internazionale; le decisioni sono prese all'unanimità, senza votazione. Dal Consiglio dipendono: a) la struttura civile distinta in comitati: politico, economico, dell'esame annuale, degli armamenti, scientifico, delle infrastrutture, degli oleodotti, ecc.; b) la struttura militare a proposito della quale si danno qui di seguito alcuni particolari.

Nel 1949 fu decisa la costituzione di un comitato di difesa (ministri della Difesa) per la redazione dei piani unificati e l'inserimento, nella sezione militare del Consiglio, di un comitato militare formato dai capi di S.M. degli stati membri e di gruppi strategici regionali per lo studio dei piani relativi all'Europa, al Mediterraneo, alla regione canadese-americana, all'Atlantico del nord, poi in gran parte assorbiti dalla successiva organizzazione di comando. Poiché il comitato militare non poteva riunirsi in permanenza, ebbe alle dipendenze il comitato dei rappresentanti militari, e un gruppo permanente, formato dai capi di S.M. della Francia, dell'Inghilterra e degli Stati Uniti. L'impostazione iniziale andò gradualmente evolvendosi. In seguito agli avvenimenti della Corea, il 15 settembre 1950 il Consiglio decise di spostare il più possibile ad est la resistenza all'aggressione in Europa (contributo della Germania) e la formazione di una forza unificata, sotto la direzione strategica del gruppo permanente e il controllo di un comandante supremo assistito da uno S. M. integrato, suddivisa in tre aliquote (permanentemente assegnata, di prevista assegnazione, a disposizione degli stati membri per la difesa dei singoli territorî). Il concetto strategico si perfezionò per affiancare alla difesa avanzata delle linee terrestri e marittime, cioè di tutto il territorio alleato (difesa integrale, non periferica) immediate e contemporanee rappresaglie (controffensiva forze aeree strategiche) in caso di aggressione. Si iniziò quindi la riorganizzazione militare con la nomina (18 dicembre 1950) del comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR: gen. Dwight David Eisenhower); il 3 maggio 1951 si perfezionò il consiglio sopprimendo il comitato di difesa, costituendo un ufficio militare di standardizzazione e un comitato per lo studio delle risorse economiche. Fu deliberata l'istituzione a Parigi del "NATO Defence College" (inizio 19 novembre 1951) per preparare elementi militari e civili destinati a ricoprire posti chiave, allo studio dei problemi militari dell'alleanza. Nella sessione di Lisbona (20-21 febbraio 1952) vennero stabiliti i contingenti che ogni stato avrebbe dovuto fornire e mantenere a partire dal 1952 (complessivamente 50 divisioni, 4000 aerei, speciali forze navali) e sulla fine del 1952 si costituirono il Comando supremo dell'Atlantico (SACLANT), i Comandi della Manica (CHANCOM) e del Mediterraneo (CINCAFMED, Commander in Chief Allied Forces Mediterranean). Infine, nel 1953, si presero accordi sui programmi "a corto e lungo termine" e si stabilì la revisione annuale delle forze.

L'organizzazione attuale (1959) comprende il comitato militare, suprema autorità militare (capi di S.M.D. di ciascuno stato) a cui sono subordinati il comitato dei rappresentanti militari e il gruppo permanente (o Standing Group, comprendente i rappresentanti del Regno Unito, Francia e S. U. A.), organo esecutivo che coordina e integra i piani di difesa. Le relazioni tra consiglio e comitato militare sono assicurate da un ufficio di collegamento. Dal comitato militare dipendono i comandi supremi alleati in Europa (Nord, Centro, Sud, Mediterraneo), dell'Atlantico (zone est ed ovest, aeronavale, flotta d'intervento), della Manica, il Gruppo strategico regionale Canada-S. U. A., il h) ato Defence College, l'Ufficio di standardizzazione militare, gli organismi delle trasmissioni in Europa, i gruppi consiglio rícerche e sviluppo aeronautici e addestramento aereo. I Comandi Nord, Centro e Sud Europa sono articolati in comandi delle forze terrestri, aeree e navali.

La potenza militare della NATO ha raggiunto una notevole consistenza con l'approvazione dei piani, le direttive ai comandanti, la creazione di un complesso unificato e cooperante di comandi. Da ricordare la preparazione delle cariche direttive, la costruzione di imponenti infrastrutture, l'armamento atomico, il controllo dei programmi militari, tutti fattori concreti di sicurezza. Sono tuttavia emerse deficienze, ripercussioni dell'assenza di una politica comune per tutti i problemi. Tra di esse: la ristretta costituzione dello Standing Group, che non include membri il cui apporto è di una certa consistenza; attribuzioni nazionali aventi attinenza su aspetti operativi mentre l'impiego è devoluto alla NATO; lentezza nella standardizzazione dei materiali (vigono tre sistemi: concessione diretta, fabbricazione negli stati con licenza NATO, brevetti e fabbricazione nazionali); mancata unificazione organica e dottrinaria; visione del problema strategico che sovente non concilia singole necessità di difesa che pur interessano tutto l'Occidente. Infine, difficoltà a veder contemperate le esigenze militari nazionali e quelle unitarie della NATO: come per la Francia, che ha richiesto il controllo delle basi di missili medî poste sul suo territorio e la costituzione di un Comando NATO per l'Africa del Nord, irrigidimento che nel 1959 ha indotto al trasferimento a basi situate in Inghilterra di formazioni aeree strategiche americane già stazionanti in Francia.

Dopo l'istituzione del segretariato generale della NATO si sono succeduti come segretario generale: Lord H. L. Ismay (1952-1957), P.-H. Spaak (1957-1961) e dal 18 aprile 1961 Dirk Stikker (ex ministro degli Esteri olandese).

Al gen. Eisenhower sono succeduti come comandanti supremi atlantici in Europa, il 1° giugno 1952 il gen. M. B. Ridgway, l'11 luglio 1953 il gen. A. M. Gruenther, il 20 novembre 1956 il gen. L. Norstad, tutti americani.

L'elemento fondamentale che caratterizza la NATO è l'esistenza di una consultazione fra gli stati membri che "implica una discussione collettiva dei problemi ai primissimi stadî dell'elaborazione delle politiche prima che sia stata definitivamente fissata la posizione dei singoli paesi". Si può quindi parlare veramente di una politica coordinata, quali che siano le discussioni all'interno dell'alleanza.

Sorta con compiti di difesa contro l'espansionismo sovietico, indubbiamente la NATO ha rappresentato una remora efficace, anche se ha sollecitato dall'altra parte, col patto di Varsavia del 14 maggio 1955, la formazione di un'alleanza analoga. In complesso, nella fase attuale delle relazioni internazionali caratterizzata da blocchi contrapposti, la NATO esprime la politica coordinata delle potenze occidentali e in questo senso rappresenta la spina dorsale degli orientamenti di politica estera di ogni singolo stato.

Bibl.: OTAN, Organisation du traité de l'Atlantique Nord, Parigi 1953; Lord H. L. Ismay, NATO. The first five years, Parigi 1954 (trad. it., Milano 1955); M. Salvadori, La comunità atlantica, Roma 1957; H. A. Kissinger, Nuclear Weapons and Foreign Policy, New York 1957; B. T. Moore, Nato and the future of Europe, New York 1958; V. De Caprariis, Storia di una Alleanza: genesi e significato del Patto Atlantico, Roma 1959; Facts about NATO (a cura del Servizio informazioni della NATO), Utrecht 1959; OTAN, Documentation sur l'OTAN, Parigi 1959.

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