NEARCO

Enciclopedia Italiana (1934)

NEARCO (Νέαρχος, Nearchus)

Piero Treves

Ammiraglio macedone. Nato nell'isola di Creta da una famiglia di navigatori, che presto si trasferì ad Anfipoli, N. fu tra gli amici più intimi di Alessandro. Nel conflitto che schierò avversi Alessandro e Filippo, N. parteggiò per Alessandro e ne soffrì l'esilio. Richiamato alla corte, quando Alessandro salì al trono, N. ebbe nel 334 la satrapia di Licia e di Panfilia. Nei primi anni della grande anabasi, N. rimase nell'ombra, per emergerne durante la spedizione indiana, quando Alessandro volle N. a capo dell'armata navale che, nel novembre del 326, cominciò a discendere il corso dell'Idaspe, mentre l'esercito marciava lungo le sponde. Nell'estate del 325 si giunse a Pattala, sulla foce dell'Indo. Qui, soddisfacendo il suo stesso desiderio, Alessandro, che aveva predisposto per sé e la truppa il ritorno attraverso i deserti della Gedrosia, affidò a N. il comando della grande armata che dalle foci dell'Indo, lungo il litorale degli Oreiti e degl'Ittiofagi, doveva raggiungere il golfo Persico e, attraversandolo, le foci dell'Eufrate, senza che, nel frattempo, venissero meno i contatti con le truppe di terra. La navigazione durò dall'ottobre 325 all'inizio dell'inverno 324; e ricostruirla è facile grazie a N. medesimo, che ha redatto e pubblicato il suo giornale di bordo, e ad Arriano, che su quello fondò la sua descrizione dell'Indica. Onorato da Alessandro con una corona d'oro, e ammesso nella cognazione del suo signore grazie alle nozze con una figlia di Mentore e di Barsine, N. divenne il grande ammiraglio di Alessandro, che lo fece navarco della spedizione d'Arabia, rimasta in tronco al momento della partenza per la morte subitanea di Alessandro. N., fedele al suo re, sdegnò di gareggiare con gli altri generali. Pare tornasse alla sua satrapia. Certo, forte dell'amicizia di Antiġono, dedicò i suoi ultimi anni alla narrazione della sua odissea indiana. Il tratto fondamentale del suo carattere è la disinteressata fedeltà ad Alessandro e la cieca fiducia in lui.

I frammenti di N. e lo squarcio dell'Indica arrianea sono pubblicati da F. Jacoby, Fragm. d. griech. Hist., n. 133 (II B, p. 677 segg.; II D, p. 445 segg.), con ampio commento e bibl. Altra recente edizione dell'Indica a cura di P. Chantraine (Parigi 1927).

Bibl.: W. Vincent, The voyage of N., Londra 1797; W. Tomaschek, Topographische Erläuterung der Küstenfahrt N. vom Indus bis zum Euphrat, in Wien., Sitzungsber. (phil.-hist. Kl.), CXXI (1890), fasc. VIII; H. Berve, Das Alexanderreich, II, Monaco 1926, pp. 269-272; G. Radet, Alexandre le Grand, Parigi 1931, pp. 308 segg., 402-404; V. Ehrenberg, in Festchrift M. Wintrnitz, Lipsia 1933, pp. 296-297; H. Strasburger, Ptolemaios und Alexander, Lipsia 1934, passim.