Negligenti

Enciclopedia Dantesca (1970)

negligenti


Sotto la comune denominazione di n., che come tale ricorre soltanto in Pg IV 110, a proposito di Belacqua (colui che mostra sé più negligente / che se pigrizia fosse sua serocchia), si suole designare il complesso delle anime collocate nell'Antipurgatorio: n. perché tardarono a pentirsi sino all'ultimo momento della loro vita.

Le anime sono divise in quattro schiere: morti in contumacia della Chiesa, e cioè gli scomunicati (procedono lentamente lungo la spiaggia dell'antipurgatorio; tra essi è Manfredi; cfr. Pg III 46-145, e v. anche SCOMUNICATI); i neghittosi o pigri, e cioè coloro che trascurarono in vita di esercitare la virtù (sono seduti presso un grande masso; tra essi è Belacqua, Pg IV 97-139, e cfr. anche pigro); i morti di morte violenta che si pentirono e perdonarono (pentendo e perdonando) nello stremo della vita (procedono nel secondo balzo del monte; tra essi sono Iacopo del Cassero, bonconte da Montefeltro, Pia, Benincasa da Laterina, Guccio Tarlati, ecc.: Pg V 22-136, VI 1-24; e cfr. morti per forza); e i principi che in vita trascurarono i compiti inerenti alla loro missione politica (siedono nella valletta e cantano il Salve, Regina; tra essi sono Rodolfo d'Asburgo, Ottocaro II di Boemia, Nino Visconti, Corrado Malaspina, ecc.: Pg VII 1-136, VIII 1-139; e cfr. Valletta dei principi). per il concetto di negligenza in d. e per la varia natura e comportamento spirituale delle varie sezioni, v. anche ANTIPURGATORIO.