NEPAL

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

NEPAL

Mario Ortolani
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Anna Filigenzi
Giovanni Verardi

(XXIV, p. 588; App. III, II, p. 237; IV, II, p. 566)

La ricognizione geografica del N. è enormemente progredita dopo il 1951, l'anno della svolta, allorché il paese venne aperto alla penetrazione economica e culturale straniera dopo un'ermetica chiusura durata due secoli. Il progredire delle conoscenze è merito soprattutto della scuola geografica tedesca già animata da C. Troll (Bonn). Le ricerche, estese in realtà all'intero N., si sono particolarmente concentrate sull'area di culminazione della catena himalayana − Khumbu Himal − dalla quale emerge la vetta dell'Everest. Del Khumbu Himal è stata pubblicata anche una bella carta topografica a colori, di grande formato, in scala 1:50.000. In questa regione di alta o altissima montagna è stata studiata non soltanto la struttura tridimensionale dei fenomeni geografici, ma anche la stratificazione altimetrica di manifestazioni fisiche e umane: vegetazione, colture, insediamento. In particolare il limite superiore del bosco, costituito spesso da betulle in formazione compatta, oscilla attorno ai 4200 m s.m. L'insediamento permanente s'arresta ora a 4000 m, ma qualche piccolo campo coltivato a patate o a grano saraceno si trova fino a 4300 m. Ancora più in alto fino a lambire quota 5000 m salgono le capanne pastorali estive per l'allevamento dello yak, il bue dell'Himalaya. A queste alte quote si è adattata la civiltà degli sherpa mongoloidi.

Anche la popolazione del N. aumenta molto rapidamente, come in tutti i paesi dello spazio indiano. Gli abitanti, che erano 11.556.000 nel 1971, risultarono 15.023.000 alla successiva rilevazione del 1981. Una stima per l'anno 1991 indica un totale di 19.360.000 unità. Il coefficiente di accrescimento si mantiene sul 2,5% annuo. La capitale Katmandu aveva 393.494 abitanti nel 1981. Più di metà della superficie territoriale dello stato viene registrata come improduttiva di alta montagna. Nella superficie residua si ottengono raccolti di riso (36.000.000 q nel 1991), di mais (12.350.000 q) e di frumento che sono sufficienti per sfamare la popolazione.

La ''risaia'' per eccellenza è rappresentata dal Terai orientale, cioè dalla lista di pianura che si estende ai piedi delle colline pre-himalayane. L'alta pianura è costituita da terreni alluvionali sciolti, facili alla lavorazione, ed è orlata a valle, verso il confine con l'India, da terreni alluvionali minuti, compatti, impermeabili. Viene perciò a formarsi anche qui una linea di risorgive che assicurano acqua alle colture. In pratica però la risaia resta inondata per effetto del monsone che si scatena da giugno a ottobre. Fino a una ventina di anni addietro nel Terai imperversava la malaria: più di due terzi della popolazione, che doveva frequentare questo territorio all'epoca del monsone per la coltura del riso, ne era affetta. Ma l'azione energica e capillare condotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, specialmente fra il 1956 e il 1969, ha debellato completamente il pericoloso morbo. Oggi nel Terai, che si estende su una superficie di 23.000 km2, abita circa un terzo della popolazione nepalese.

Bibl.: W. Haffner, Nepal Himalaya, Wiesbaden 1979; L. Cuccoli, Nepal: da territorio-cardine tra due culture a stato-cuscinetto, in Universo, 60 (1980); R. Rieffel, Le Népal, Parigi 1982; Y.P. Pant, Trade and co-operation in South Asia: a Nepalese perspective, Delhi 1991.

Condizioni economiche. − Per quanto riguarda le condizioni economico-sociali della popolazione, stime della Banca mondiale, relative al 1991, attribuivano al paese un prodotto interno lordo pro capite inferiore ai 200 dollari. Nonostante le difficoltà di stimare su una base monetaria il reddito prodotto da un paese ancora largamente dominato da un'economia di sussistenza, permane il fatto che il N. ha una struttura economica fortemente arretrata e caratterizzata dalla persistenza di una grande povertà. Nell'intervallo 1969-90 la crescita del PIL pro capite in termini reali si è aggirata sullo 0,6% l'anno; la speranza di vita alla nascita supera di poco i 50 anni, mentre ancor oggi i tre quarti circa della popolazione sono analfabeti. Sempre nel 1990 il 60% del reddito proveniva dall'agricoltura (cui peraltro si dedicava oltre il 90% della popolazione attiva) e soltanto il 6% dal settore manifatturiero. Alla stessa data l'ammontare complessivo del debito estero era di circa 1,4 miliardi di dollari.

Nel 1985 è stato varato un programma di lungo periodo (articolato su 15 anni) per il soddisfacimento dei cosiddetti basic needs, con l'obiettivo di raddoppiare le produzioni agricole, in modo da alleggerire la dipendenza del N. dalla massiccia importazione di prodotti alimentari. Nonostante l'esistenza di un grandissimo potenziale di energia idroelettrica (di cui solo lo 0,2% viene attualmente utilizzato) è tuttora molto intenso lo sfruttamento del patrimonio forestale per gli usi energetici di tipo domestico. Per alleviare la bilancia commerciale dai costi d'importazione dei prodotti energetici, il N. ha siglato un accordo con due multinazionali per intraprendere una campagna sistematica di esplorazione petrolifera nella sezione sud-orientale del paese. Infine, una buona voce attiva della bilancia dei pagamenti riguarda il turismo: nel 1991 oltre 290.000 turisti hanno visitato il paese.

Storia. - La storia del N. nel corso degli anni Settanta e Ottanta appare caratterizzata da una forte domanda di democratizzazione della vita politica; obiettivi principali sono stati la transizione da una monarchia assoluta a una monarchia costituzionale, la sostituzione del sistema della Rashtiya panchayat (Assemblea nazionale, in parte unicamerale, eletta indirettamente, in parte nominata dal re) con un governo parlamentare su base partitica, la fine della messa al bando dei partiti e della censura. Dopo le prime tiepide riforme del 1975, che si limitavano a concedere elezioni più frequenti, nel maggio 1980 si tenne un referendum che bocciò, col 54% dei voti, la proposta delle opposizioni a favore di una democrazia multipartitica, preferendo un sistema panchayat riformato. Furono comunque varati emendamenti alla costituzione che consentirono, nel maggio 1981, lo svolgimento delle prime elezioni legislative dirette dopo il 1959, ancora su base non-partitica.

La difficile situazione economica, aggravata da una carestia seguita a un'eccezionale siccità nel 1982, e l'inasprimento delle misure repressive, specie nei riguardi della stampa, riaccesero la tensione, che culminò nel 1985 con una campagna di disobbedienza civile promossa dal NCP (National Congress Party) e con attentati dinamitardi probabilmente organizzati da movimenti estremisti antimonarchici di recente costituzione. Il governo rispose con severe leggi antiterroristiche e con un'ancor più accentuata politica di repressione cui fecero seguito, specie tra il 1988 e il 1989, numerosi arresti politici, fra cui quello del presidente del NCP. Il 18 febbraio 1990 si costituiva formalmente il MRD (Movement for the Restoration of Democracy), fondato dal NCP e dall'ULF (United Left Front), che riuniva gruppi d'ispirazione comunista e laburista. Il governo tentò d'impedirne l'inaugurazione con arresti e censure alla stampa, e i violenti disordini che ne seguirono si aggravarono nei giorni successivi, allorché la polizia aprì il fuoco su un'immensa folla di dimostranti in marcia verso il palazzo reale, causando una cinquantina di morti.

Il governo fu costretto a cedere, e l'8 aprile uno storico annuncio del re Birendra autorizzava la revisione della costituzione per la transizione a una monarchia costituzionale, con elezioni multipartitiche. Seguì, a breve distanza, l'amnistia per tutti i detenuti politici e religiosi e l'abolizione della pena di morte. La nuova costituzione, che fu promulgata ufficialmente dal re il 9 novembre 1990, sancisce il regime di monarchia costituzionale e i diritti fondamentali; l'induismo è riconosciuto religione di stato ma, fatta eccezione per alcune restrizioni al proselitismo, si garantisce la libertà di culto. Il governo si basa su un sistema bicamerale, composto dalla Pratinidhi Sabha (House of Representatives), con 205 membri, e dalla Rashtriya Sabha (National Council), con 60 membri. Un Consiglio di Stato (Raj Parishad), composto da 15 membri, 8 dei quali sono scelti dal re, è stato istituito su proposta di questo.

Venti partiti dei 44 ufficialmente registrati parteciparono alle elezioni del 12 maggio 1991; partito di maggioranza risultò il NCP con 110 seggi, seguito dell'UCPN (United Communist Party of Nepal) con 69 seggi. Nonostante le importanti conquiste democratiche in politica, non si allentavano le tensioni sociali, a causa della pesante situazione economica. L'aprile 1992 fu un mese di violenti disordini: nel corso di uno sciopero generale indetto a Katmandu contro l'aumento del costo della vita e la corruzione del governo, violenti scontri con la polizia causarono la morte di sei dimostranti, innescando una serie di tumulti che pose in gravi difficoltà il governo, già provato da forti dissensi interni al partito di maggioranza.

In economia grande rilevanza hanno i rapporti con l'Unione Indiana, regolati da trattati di commercio e transito, quest'ultimo di vitale importanza per un paese geograficamente chiuso come il Nepal. Una grave crisi si verificò nel 1987, alcuni mesi dopo la stipulazione di un trattato di cooperazione economica: l'India accusava il N. di fornire asilo ai ribelli nazionalisti del Bengala occidentale, accusa respinta dal N. che recriminava a sua volta ripetute violazioni di confine da parte della polizia indiana durante l'inseguimento dei ribelli. Altro argomento di contesa era l'acquisto, da parte del N., di forniture militari dalla Cina; ritenendolo una violazione del trattato di pace stipulato nel 1950, nel 1989 l'India rifiutò di rinnovare i trattati commerciali, chiudendo 13 dei 15 punti di transito, con gravi ripercussioni sull'economia già precaria del Nepal. La crisi rientrò e in gesto di pacificazione il N. sospese le forniture militari dalla Cina; nel 1991 furono rinnovati i trattati e nel 1992 la cooperazione economica bilaterale fu estesa con ulteriori accordi sul commercio e lo sfruttamento delle risorse idriche comuni.

Anche la Cina rappresenta per il N. un importante polo di riferimento economico; nel 1984 si tenne un primo incontro programmatico per la cooperazione tra i due paesi, divenuto dal 1986 un appuntamento annuale. Un tangibile aiuto da parte della Cina è stato l'incremento delle importazioni al fine di ridurre lo squilibrio della bilancia commerciale. Significativi sono anche i rapporti col Pakistan (un accordo commerciale del 1962 è stato rinnovato nel 1982) e col Bangla Desh, specie per lo sfruttamento di acque comuni; un trattato di cooperazione economica col Giappone è stato varato nel 1991. Il N. persegue una politica estera di non-allineamento, e intrattiene relazioni diplomatiche con 99 paesi. È inoltre membro fondatore della SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation), formalmente istituita nel 1985.

Bibl.: Nepal: Perspectives on continuity and change, a cura di K.P. Malla, Katmandu 1989; N. Khadka, Foreign aid, poverty and stagnation in Nepal, Nuova Delhi 1991; Spring awakening: an account of the 1990 revolution in Nepal, a cura di M. Hoftun e W. Raeper, ivi 1992; P. Uprethy, Political awakening in Nepal, ivi 1992; L. Zivetz, Private enterprise and the state in modern Nepal, Madras 1992.

Archeologia. - Soltanto negli anni Sessanta, a molti decenni di distanza dalle pionieristiche ricognizioni fatte nel tarai centro-occidentale, si è dato inizio in N. a un'attività archeologica vera e propria. Essa ha avuto come campo d'indagine due particolari aree, i ''nuovi distretti'' del tarai e la Valle di Katmandu. La prima area riveste un'importanza storica del tutto particolare poiché vi si trova il sito di Lumbinī, luogo di nascita del Buddha, identificato grazie a un'iscrizione su colonna di Aśoka (3° secolo a.C.). A breve distanza da Lumbinī, dove sono stati portati alla luce i resti di un insediamento monastico tardo-antico, si è cercato di provare, con lo scavo, l'identificazione del sito di Tilaurākoṭ con Kapilavastu, la città in cui il Buddha visse fino alla Rinuncia. Le vestigia portate alla luce (due porte monumentali, le fondazioni di un palazzo, ecc.) non sono state sufficienti a dirimere il grave dissidio che ha come secondo termine di riferimento lo scavo, in territorio indiano, del sito di Piprahwā-Ganwahriā, identificato a sua volta come Kapilavastu, ma probabile area esclusivamente monastica dipendente dall'insediamento urbano di Tilaurākoṭ.

Ricognizioni e scavi nei ''nuovi distretti'' hanno individuato numerosissimi altri insediamenti, che dai più antichi (6°-5° secolo a.C.) ai più recenti (tempio di Kodan, 7°-11° secolo d.C.) partecipano tutti dei tratti distintivi della civiltà gangetica. Notevole rilevanza rivestono, nel tarai centro-orientale, i resti della grande città medievale di Simraongarh, capitale della dinastia gangetico-orientale dei Sena (11°-13° secolo), non priva di testimonianze, ancora da indagare, assai più antiche.

Nella Valle di Katmandu, particolare attenzione è stata dedicata dagli anni Cinquanta in poi allo studio del patrimonio epigrafico Licchavi (5°-8° secolo), continuamente accresciuto, che documenta l'esistenza di un'amministrazione statale efficiente e di palazzi o cancellerie reali, e che consente soprattutto la costruzione di un'ossatura cronologica della storia antica della regione. È stato definitivamente riconosciuto che le due ere a cui le iscrizioni fanno riferimento sono l'era Śāka del 78 d.C., corrispondente forse all'era introdotta dal sovrano kuṣāṇa Kaniṣka, e l'era di Mānadeva-Aṃśuvarman, del 575-76 d.C.

Mentre alcuni studiosi raccoglievano i materiali iconografici più antichi della Valle e riuscivano a stabilirne lo stretto legame con l'arte kuṣāṇa (1°-3° secolo d.C.), gli scavi regolari condotti, dopo precedenti tentativi coronati da scarso successo, tra il 1984 e il 1989 ad Harigaon, hanno dimostrato che nel 1° secolo a.C. la Valle di Katmandu era già pienamente inserita nel più vasto e articolato sistema politico-culturale gangetico. Si segnala il ritrovamento di un frammento di scultura in arenaria rossa di Mathurā, uno dei più antichi che siano documentati tra quanti dalla città sulla Yamunā vennero esportati nel 1° secolo a.C. e nel secolo seguente in tutto il Nord del Subcontinente, dove servirono da modelli iconografici, e l'esistenza di una vasca monumentale, pertinente a un'area sacra, costruita negli anni di poco precedenti l'inizio della nostra era. I materiali provenienti dagli strati più antichi del sito richiamano da vicino la produzione Śāka-Pahlava (1° secolo a.C.-inizi del 1° secolo d.C.), abbastanza ben documentata nel Gandhāra ma pressoché sconosciuta nell'India orientale, dove anche il materiale kuṣāṇa, pure presente ad Harigaon, è raro. Al tempo di Aṃśuvarman vennero costruiti edifici monumentali relativi a un santuario probabilmente scivaita. La sua distruzione a causa di un terremoto intorno al 630 d.C. fu la premessa dell'edificazione sul medesimo sito di un santuario buddhista quando Narendradeva prese il potere nel 644 d.C. Intorno all'800 d.C., in seguito all'imporsi su tutto il territorio nepalese di un'autorità politica legata al visnuismo, i monumenti buddhisti vennero distrutti e fu costruito al loro posto un tempio visnuita dedicato a Satya Nārāyaṇa. La presenza di numerosi centri di conservazione e studio dei monumenti ha poi contribuito a un notevole accrescimento delle nostre conoscenze sull'architettura e la scultura di epoca Malla (13°-18° secolo), che segnano tutt'oggi l'aspetto di Katmandu e delle città vicine.

Assai minore è stato l'impegno di ricerca in altre aree del paese. Dopo le pionieristiche ricerche nel N. occidentale e nella parte di Tibet compresa entro i confini nepalesi, da parte di G.Tucci, negli anni Quaranta e Cinquanta, si segnalano l'attività ricognitiva, e talora conservativa, del locale Department of Archaeology e l'inizio, nel 1990, di ricerche archeologiche nel Mustang. Vedi tav. f.t.

Bibl.: Accanto alla rivista Ancient Nepal, pubblicata dal Department of Archaeology, e a numerose altre riviste in nepali e in inglese che si pubblicano a Katmandu (Kailash, Pūrṇimā, Rolamba, ecc.), si vedano: C. Mukherji, A report on a tour of exploration of the antiquities of Kapilavastu, Tarai of Nepal, during february and march, 1899, in Archaeological Survey of India Imperial Series, 26, 1, Calcutta 1901; S.Lévi, Le Népal. Etude historique d'un royaume hindou, 3 voll., Parigi 1905-08; E.H. Walsh, The coinage of Nepal, in Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland, luglio 1908, pp. 669-759 e 1132-36; R. Gnoli, Nepalese inscriptions in Gupta characters, Roma 1956; G. Tucci, Preliminary report on two scientific expeditions in Nepal, ivi 1956; S. M. Joshi, Nepālī rāṣṭriya mudrā ("La monetazione nazionale del N."), Lalitpur, V. S. 2017 [1960]; S.B.Deo, Archaeological excavations in Kathmandu: 1965, Katmandu 1968; Id., Archaeological investigations in the Nepal Tarai: 1964, ivi 1968; D. Mitra, Excavations at Tilaura-kot and Kodan and explorations in the Nepalese Tarai, ivi 1972; P. R. Sharma, Preliminary study of the art and architecture of the Karnali Basin, West Nepal, Parigi 1972; D. Vajracharya, Licchavikālakā abhilekha [Iscrizioni del periodo Licchavi], Katmandu 1973; Tilaura Kot. Fortified village in Terai excavated in 1967-1977, a cura di Z. Nakamura, ii (Tavole), Tokyo 1978; B. K. Rijal, Archaeological remains of Kapilavastu, Lumbini and Devadaha, Katmandu 1979; L. S. Bangdel, The early sculptures of Nepal, Nuova Delhi 1982; M.S. Slusser, Nepal Mandala. A cultural history of the Kathmandu Valley, 2 voll., Princeton 1982; D. R. Regmi, Inscriptions of Ancient Nepal, 3 voll., Nuova Delhi 1983; G. Verardi e altri, Harigaon Satya Nārāyaṇa, Kathmandu. A report on the excavations carried out in 1984-1988, Roma 1988; N.G. Rhodes, K. Gabrisch, C. Valdettaro, The coinage of Nepal from the earliest times until 1911, Londra 1989; G. Verardi, Excavations at Harigaon, Kathmandu. Final report, 2 voll., Roma 1992.

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