NETTUNO

Enciclopedia Italiana (1934)

NETTUNO

Francesco Porro de Somenzi

. Dopo la scoperta di Urano, avvenuta il 13 marzo 1781 per merito di Guglielmo Herschel, i limiti del sistema solare apparvero d'un tratto estesi, senza alcun termine preciso, oltre la sfera nella quale gli antichi avevano supposto si aggirassero i cinque pianeti conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno). Perdeva ogni significazione misteriosa il numero di sette astri mobili, ottenuto dall'aggiungere ai cinque pianeti propriamente detti il Sole e la Luna: numero rimasto inalterato per la sostituzione copernicana della Terra all'astro maggiore. Nacque così il pensiero di verificare se oltre l'orbita di Urano esistessero altri corpi erranti intorno al Sole: e la cosa sembrò più che probabile, anzi certa, quando nel 1821 dalle tavole di Bouvard risultò impossibile spiegare con la teoria newtoniana della gravitazione alcune irregolarità residue nei movimenti del pianeta herscheliano. Prendeva credito tra gli astronomi la congettura che le anomalie osservate dipendessero dalle perturbazioni esercitate sopra Urano da un corpo incognito, situato oltre la sua traiettoria: e già nel 1823 F. W. Bessel additò, in una lettera a H. M. Olbers, la possibilità di giungere a conclusioni assai utili al progresso della scienza, sviluppando le conseguenze meccaniche dell'ipotesi. Affrontato con energia e competenza, sotto la direzione del grande astronomo, da un allievo di lui, Flemin, il problema sarebbe stato condotto a soluzione, se una morte prematura non avesse nel 1840 rapito agli studî il giovane ricercatore. Ripreso in Francia da J. Le Verrier, sotto la guida di F. Arago, e in Inghilterra da J. C. Adams, lo studio delle perturbazioni di Urano condusse l'astronomo francese a dimostrare in primo luogo che esse non potevano provenire da un pianeta interno alla sua orbita, perché in tal caso il loro effetto si sarebbe dovuto rivelare pure sopra Saturno. Delimitato così il campo, il Le Verrier riuscì nel 1846 a determinare gli elementi dell'orbita, dai quali J. G. Galle, astronomo della specola di Berlino, fu guidato nella ricerca del pianeta incognito nel cielo, in posizione non molto distante da quella che il calcolo assegnava. Al trionfo dell'insigne matematico si è data la massima importanza, come al primo saggio di quell'astronomia dell'invisibile, che è stata sviluppata in tanti altri campi della scienza astronomica; ma non bisogna dimenticare che la prima idea della possibilità di scoprire astri incogniti con la ricerca teoretica delle loro azioni sui visibili è dovuta al genio penetrante di Bessel, il quale, oltre all'avere additato la vera strada per risolvere il problema dell'astro transuraniano, è pure stato il primo effettivo scopritore di un astro non visibile, il satellite di Sirio. Giustizia vuole pure si ricordi che, qualche anno prima di Le Verrier, gli elementi di Nettuno erano stati calcolati dall'Adams, il quale avrebbe certamente preceduto il Le Verrier nella scoperta, se G. B. Airy, direttore dell'osservatorio di Greenwich, non si fosse mostrato scettico sul valore dei risultati, e se J. Challis avesse condotto le indagini sul cielo con metodo migliore.

Nettuno, che sino alla recente scoperta di Plutone rimase il più esterno dei pianeti circolanti intorno al Sole, percorre in circa 165 anni un'orbita quasi rigorosamente circolare (eccentricità minore di 1/100), inclinata di meno di 2° sul piano dell'eclittica. Si presenta nel campo di un telescopio di mezzana potenza come un disco azzurrognolo di soli 2 secondi e mezzo di ampiezza, sul quale non si è riusciti sinora a discernere macchie o segni di riferimento, e neppure indizî di schiacciamento polare: ciò che impedisce di determinare la durata della rotazione e la direzione dell'asse nello spazio. Lo spettro della luce, esaminato con mezzi potenti, rivela parecchie linee di Fraunhofer sottili, accompagnate da fasce di assorbimento uguali a quelle che furono osservate in Urano, il che fa pensare a un'atmosfera simile nei due pianeti, ma assai differente in composizione da quella della Terra. La massa è 17 volte quella del nostro pianeta, ma il volume è proporzionalmente assai maggiore, perché la densità, come quella degli altri pianeti esteriori, è notevolmente minore (circa un quarto della densità terrestre). Nettuno ha un satellite, scoperto da W. Lassell nell'ottobre 1846 a Malta: come i satelliti di Urano, questo corpo si muove intorno al suo pianeta in senso opposto a quello delle rivoluzioni degli altri corpi: il moto retrogrado è particolarità pure di qualche satellite tra i più esterni di Giove e di Saturno.