New economy

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L’insieme dei fenomeni economici, ma anche sociali e culturali, associati all’impetuoso sviluppo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT, Information and Communications Technology), che ha caratterizzato l’ultimo scorcio del 20° secolo. L’espressione è impiegata nel linguaggio dei mezzi di comunicazione di massa, ma anche in contesti più tecnici e specializzati. In termini più generali si può parlare del sorgere di una n. ogniqualvolta l’introduzione e la diffusione di nuove tecnologie determinino cambiamenti profondi a livello economico e sociale, con una conseguente accelerazione della crescita della ricchezza, della produttività, dello sviluppo sociale, e la trasformazione degli stessi modi di vita. In tal senso, innovazioni come la macchina a vapore, il motore a scoppio, il telegrafo, il telefono ecc. hanno dato vita a una new economy.

Per quanto riguarda la situazione attuale, le nuove tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni hanno contribuito in misura determinante a elevare i tassi di crescita attraverso tre fattori fondamentali. Innanzitutto, l’introduzione di nuove tecnologie ha reso più efficienti i processi produttivi, anche quelli tradizionali legati alla produzione di beni e servizi ‘maturi’, grazie alla possibilità di ridurre una serie di costi all’interno delle imprese (costi di distribuzione, organizzativi ecc.). In secondo luogo, l’adozione delle nuove tecnologie ha generato ingenti processi di investimento sia in capitale fisico sia in capitale umano (informatizzazione dei processi di produzione e di scambio, assunzione di forza lavoro altamente qualificata ecc.). Infine, si è avuta una crescita della produzione proprio da parte dei settori che producono comunicazione e informazione. A un livello più generale, la rivoluzione tecnologica nel campo delle ICT ha contribuito a un funzionamento più efficiente dei mercati, in quanto l’accesso a informazioni d’importanza cruciale è reso meno costoso e più rapido. In particolare, le ICT hanno avuto un impatto di grandissima portata sul funzionamento dei mercati finanziari, e inoltre, consentendo una diffusione delle informazioni e delle conoscenze che travalica senza ostacoli significativi i tradizionali confini nazionali, hanno contribuito notevolmente al processo di globalizzazione economica, finanziaria e culturale.

Nell’opinione di molti, la rivoluzione tecnologica e la n. hanno segnato l’inizio di una fase storica del tutto nuova e originale rispetto al passato, che obbedisce a leggi economiche non più assimilabili a quelle valide per le precedenti esperienze storiche. L’esperienza statunitense di crescita sostanzialmente ininterrotta per quasi un decennio ha indotto alcuni economisti a sostenere la scomparsa del fenomeno dei cicli economici e la minore attualità del problema dell’inflazione. Tuttavia, la maggioranza degli economisti e degli osservatori, pur non negando l’enorme importanza delle nuove tecnologie e del loro impatto economico, si è dimostrata più cauta, ritenendo che i meccanismi economici fondamentali, tipici delle economie di mercato, siano ancora attivi. Questa diversità di opinioni sulla natura e sulla portata della n. ha avuto un riscontro concreto anche nell’atteggiamento degli investitori di fronte allo straordinario andamento della borsa statunitense, caratterizzato negli ultimi anni 1990 da una crescita impetuosa degli indici, soprattutto di quelli relativi al settore delle ICT.

I sostenitori dell’inizio di un’era economica del tutto nuova rispetto al passato hanno guardato all’andamento dei mercati finanziari con grande fiducia, convinti che esso riflettesse fondamentalmente i nuovi fenomeni economici sottostanti (più elevata produttività e più elevata redditività degli investimenti); gli osservatori più cauti hanno sottolineato invece come i pur significativi reali progressi economici non giustificassero un andamento così euforico degli indici di borsa. Per questi ultimi il forte aumento delle quotazioni azionarie era in gran parte spiegato dal ben noto fenomeno delle bolle speculative. L’esperienza del mercato finanziario e dell’economia statunitense tra la fine del 20° e l’inizio del 21° sec., quando si sono registrate forti riduzioni delle quotazioni di borsa e l’economia reale ha cominciato a dare segni di rallentamento e poi di recessione, sembra complessivamente aver dato ragione alle posizioni più caute sulla natura della new economy. Si può quindi sostenere che i sostanziali processi innovativi, messi in atto dalla adozione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, non implicano di per sé un radicale mutamento di alcune caratteristiche di fondo delle economie di mercato, anche se possono comportare una significativa accelerazione nell’andamento di alcune variabili (come la produttività) e l’attenuarsi di altri fenomeni, come quello di un’inflazione elevata, che aveva afflitto gran parte delle economie negli anni 1970 e 1980.

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