Newcastle-upon-Tyne

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Città dell’Inghilterra (200.200 ab. nel 2008), sulla sinistra dell’estuario del Tyne, a 13 km dal mare. I giacimenti carboniferi dei suoi dintorni e la profondità dell’estuario, che permise lo sviluppo di un ottimo porto, esteso su ambedue le rive, sono all’origine della floridezza della città, uno dei maggiori mercati per l’esportazione del carbone. Notevole l’industria meccanica (cantieri navali), metallurgica, chimica, delle materie plastiche e delle armi. Lungo il fiume sono sorti altri centri: Gateshead, unita a N. da numerosi ponti; Tynemouth, North e South Shields (che ne rappresentano gli avamporti).

Deve la sua origine a una stazione militare (castrum) fondata dai Romani sull’estuario del Tyne. Nell’Alto Medioevo, divenuta centro di vita monastica, era chiamata Monkchester. Fu distrutta dai Danesi nel 9° sec. e da Guglielmo il Conquistatore nella 2ª metà dell’11°; nel 1080 Roberto di Normandia vi costruì un castello, e da allora ebbe il nome attuale.

Malattia di N. Malattia infettiva (detta anche pseudopeste aviaria) scoperta da T.M. Doyle nel 1927. È un’affezione sostenuta da un virus specifico a RNA appartenente al genere dei Paramyxovirus che attacca soprattutto il pollame (polli, tacchini, faraone, fagiani e anatre), in cui ha particolare gravità. All’uomo l’infezione può trasmettersi per contatto con pollame o con virus conservati (infezioni da laboratorio). Il periodo d’incubazione varia da poche ore a 2-3 giorni e si manifesta con lesioni oculari, ingrossamento della linfo-ghiandola preauricolare, febbre, cefalea e brividi. Il decorso è favorevole e la malattia si esaurisce in 1-2 settimane.

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