NOLTE, Nick

Enciclopedia del Cinema (2004)

Nolte, Nick (propr. Nicholas King)

Gaia Marotta

Attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a Omaha (Nebraska) l'8 febbraio 1941. Caratterizzato da una prorompente fisicità e dal fascino deciso dell'uomo sicuro di sé, grazie alle notevoli qualità recitative affinate dalla lunga esperienza teatrale, a partire dalla fine degli anni Settanta ha interpretato sul grande schermo personaggi duri, cinici, spesso sbandati, di cui, con grande sensibilità, ha saputo far emergere fragilità e debolezze.

Abbandonata l'Arizona State University e il progetto di intraprendere la carriera di giocatore di football, N. decise di dedicarsi al teatro studiando arte drammatica presso la Pasadena Playhouse e più tardi alla Stella Adler's Academy di Los Angeles. Durante i primi quattordici anni della sua carriera viaggiò per gli Stati Uniti al seguito di piccole compagnie teatrali, finché nel 1976, ormai non più giovanissimo, ottenne un ruolo nella nota serie televisiva Rich man, poor man, che gli permise di farsi conoscere dal grande pubblico. L'anno successivo esordì nel cinema con il film d'avventura The deep (Abissi) di Peter Yates, mettendosi in luce al fianco di Jacqueline Bisset. Ottenne quindi un sempre crescente successo grazie a una serie di interpretazioni in film appartenenti a generi diversi: fu veterano del Vietnam in Who'll stop the rain? (1978; I guerrieri dell'inferno) di Karel Reisz; giocatore professionista di football in North Dallas forty (1979; I mastini di Dallas) di Ted Kotcheff e poliziotto dalle maniere brusche nel thriller urbano dal ri-tmo incalzante 48 hours (1982; 48 ore) di Walter Hill.È stato però con Under fire (1983; Sotto tiro) di Roger Spottiswoode, che N. ha mostrato di saper affrontare con complessità di sfumature il personaggio drammatico di Russell Price, fotoreporter cinico e senza ideali, che vive un percorso lacerante rivelandosi incapace di restare neutrale e insensibile di fronte al dramma della guerra in Nicaragua (tra il dittatore Anastasio Somoza e i sandinisti), in cui nessuno risulta infine totalmente innocente. Dopo questo film N., in contrasto con la sua forte immagine virile, ha continuato a interpretare figure maschili caratterizzate da sfaccettate psicologie, spesso tormentate da dubbi, disagi e paure: avventato e saggio barbone in Down and out in Beverly Hills (1986; Su e giù per Beverly Hills) di Paul Mazursky; ranger texano di Extreme prejudice (1987; Ricercati: ufficialmente morti) di Hill; sergente disertore e poi re di una tribù del Borneo in Farewell to the king (1988; Addio al re) di John Milius; geniale, ossessivo e quasi brutale pittore nell'episodio Life lessons (Lezioni di vita) diretto da Martin Scorsese del film collettivo New York stories (1989); investigatore privato in Everybody wins (1990; Alla ricerca dell'assassino) di Reisz; allenatore di football che affronta vergogna, senso di colpa e ricordi opprimenti per sfuggire al dramma del proprio passato in The prince of tides (1991; Il principe delle maree) di Barbra Streisand, ruolo per il quale ha ottenuto una nomination all'Oscar; smarrito avvocato che si ribella al sadico criminale (Robert De Niro) per difendere la propria famiglia in Cape fear (1991; Cape fear ‒ Il promontorio della paura) sempre di Scorsese; padre combattuto dal dolore e dal senso d'impotenza di fronte alla malattia del proprio figlio in Lorenzo's oil (1992; L'olio di Lorenzo) di George Miller; allenatore di una squadra di basket in Blue chips (1994; Basta vincere) di William Friedkin. Dopo il noir Mulholland falls (1996; Scomodi omicidi) di Lee Tamahori, nel 1997 N. ha ottenuto una nuova nomination all'Oscar per l'interpretazione di uno sceriffo del Sud, un uomo alla deriva ossessionato da un padre violento, nel film Affliction (1997) di Paul Schrader, cui hanno fatto seguito U turn (1997; U turn ‒ Inversione di marcia) di Oliver Stone, The thin red line (1998; La sottile linea rossa) di Terrence Malick, Breakfast of champions (1999; La colazione dei campioni) di Alan Rudolph, The good thief (2002; Triplo gioco) di Neil Jordan e Hulk (2003) di Ang Lee, in cui interpreta uno scienziato folle.

Nel corso della sua carriera l'attore ha dimostrato di saper ricoprire anche ruoli brillanti e meno impegnati come nella divertente e macabra commedia The ultimate solution of Grace Quigley (1984; Agenzia Omicidi) di Anthony Harvey, al fianco di Katharine Hepburn; in Three fugitives (1989; In fuga per tre) di Francis Weber, accanto a un esilarante Martin Short, e nelle commedie I love trouble (1994; Inviati molto speciali) di Charles Shyer e I'll do anything (1994; Una figlia in carriera) di James L. Brooks. N. ha inoltre interpretato due film in costume diretti da James Ivory, Jefferson in Paris (1995; Jefferson a Parigi) e The golden Bowl (2000).

Bibliografia

M. Weiser, Nick Nolte: caught in the act, Troy (MI) 1999.

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