BARONE, Nicola

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARONE, Nicola

Giorgio Cencetti

Nato a Napoli il 3 maggio 1858, laureato in giurisprudenza nel 1879, nel 1881 entrò all'Archivio di Stato di Napoli, allora diretto da Bartotolomeo Capasso, mentre Michele Russi vi insegnava paleografia e diplomatica. Quegli anni di formazione furono decisivi per il B., che non lasciò più l'Archivio napoletano e vi compì tutta la sua carriera, fino a raggiungere nel 1917 il grado di soprintendente, col quale lo diresse fino al 1929, anno in cui fu collocato a riposo. Non meno tranquilla e ordinata fu la sua vita d'insegnante: chiamato nel 1901 a reggere la scuola annessa all'Archivio, continuò a tenerla fino al 1929, dedicandovi cura costante anche dopo la assunzione alla soprintendenza; libero docente di paleografia e diplomatica nel 1903, tenne l'incarico dell'insegnamento di quelle discipline nell'università di Napoli dal 1906 al 1933, fino a quando, cioè, dové lasciarlo per compiuti limiti di età. Morì a Napoli il 19 genn. 1945. Come studioso, il B. ebbe produzione copiosa ma frammentaria e, soprattutto nei primi anni, talora occasionale e d'interesse prevalentemente locale e regionale, seppur sempre scrupolosa e fondata su serie ricerche d'archivio. La parte migliore è forse costituita da studi biografici d'argomento napoletano, fra i quali va notato quello su Antonio Galateo, premiato nel 1892 dall'Accademia Pontaniana. Attratto più tardi dagli studi paleografici e diplomatici, vi dedicò il medesimo scrupolo e vi portò la medesima frammentarietà, il medesimo gusto biografico e, in parte, il medesimo interesse regionale, specie nella trattazione storica di quelle discipline: accanto a due memorie sulla vita e sulle opere di uomini illustri come G. C. Trombelli e A. Fumagalli, tra il 1888 e il igiq pubblicò una serie di articoli sull'insegnamento della paleografia e della diplomatica nel Grande Archivio e nell'università di Napoli nei secoli XVIII e XIX, soffermandosi particolarmente sulle figure di alcuni insegnanti, da E. Caputo ad A. A. Pelliccia, a M. Baffi, al Russi, e di alcuni cultori della materia, come O. Piscicelli Taeggi. Non gli mancò l'intuizione dell'esistenza e dell'importanza di alcuni argomenti fin allora trascurati, come le scritture umanistiche, le moderne e la curialesca, da lui impropriamente definita "tachigrafia", e ne fece oggetto di brevi saggi, nei quali peraltro quell'intuizionp non appare sempre confortata da corrispondente approfondimento dell'indagine critica. Altri studi particolari, l'ultimo dei quali è del 1929, riguardano le filigrane della carta in Napoli, l'illustrazione di alcuni singoli codici e diplomi, alcuni aspetti del formulario delle carte private nel Mezzogiorno italiano.

Serio e onesto ricercatore d'archivio, il B. si distinse anche per il coscienzioso impegno didattico. Il suo insegnamento rimase sempre al di qua del rinnovamento degli studi paleografici operato nei primi del sec. XIX dal Traube e ancor prima, per quanto riguarda la diplomatica, dai grandi diplornatisti tedeschi: ma, pur ancorato agli schemi del Paoli, fu apprezzabilmente efficace per la limpida chiarezza dell'impostazione e dell'esposizione Queste doti si riflettono nella sua opera più diffusa, il manuale scolastico che, pubblicato la prima volta a Napoli nel 1902 come Sommario di lezioni di paleografia, ampliato più tardi col titolo di Paleografia latina, diplomatica e nozioni di scienze ausiliari (Potenza 1911), ebbe anche una terza edizione nel 1923. Caratteristiche simili a quelle finora dette si ravvisano negli scritti di archivistica, nei quali non sempre sono esattamente colti i termini sostanziali dei problemi di dottrina che stanno alla base di molte questioni pratiche, mentre chiare ed agevoli sono, invece, le scolastiche Lezioni di archivistica, che vennero pubblicate a Napoli nel 1914.

Fra la settantina di scritti, tutti di non grande mole, pubblicati dal B., dei quali esiste un elenco a stampa per i primi trentotto (Pubblicazioni del prof. N. Barone, s.n.t. [ma Napoli 1910]), potranno segnalarsi, oltre ai due manuali già citati: Nuovi studi sulla vita e sulle opere di Antonio Galateo, Napoli 1892; Notizia della scrittura umanistica nei manoscritti e nei documenti napolitani del XV secolo, in Atti d. R. Accad. di archeologia, lettere e belle arti di Napoli, XX, 2 (1899), mem. I I; I Prolegomeni dello scibile archivistico, Napoli 1900; Cenno paleografico del terzo Periodo della scrittura latina, in Atti d. Accad. Pontaniana, XXXIII (1903); Gli studi paleografici e diplomatici in Napoli e nelle provincie napoletane dal 1818 all'età nostra, ibid., mem. IX; Paleografia e diplomatica..., Napoli 1904; Il primo lavoro di paleografia e diplomatica dei documenti delle provincie napolitane, in Atti d. Accad. Pontaniana, XL (1910), mem. III; L'edizione napolitana dell'opera "De re diplomatica", ibid., XLI (1911), mem. II; Per lo studio della paleografia latina nei codici medievali delle regioni napolitane, ibid., XLIII (1913), mem. I; Intorno alla voce "onciale" attributo di scrittura, Sarno 1916; Per lo studio dell'archivistica, in Atti d. Accad. Pontaniana, XLVI (1916), mem. I; Intorno al registro di Federico II, Napoli 1926; Di alcuni codici testé esposti nel museo storico-paleografico del R. Archivio di Stato di Napoli, in MOUCFEZOV, IV (1928), pp. 224-237.

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Min. Interni, fascicolo personale; A. Zazo, Commemorazione di N. B., in Atti d. Accad. Pontaniana, n.s., 1 (1947), pp. 343-345.

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