DE GIOVANNI, Nicola

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 (1988)

DE GIOVANNI, Nicola

Danilo Prefumo

Nacque a Genova il 4 giugno del 1802 da Cesare e da Antonia Ginocchio; dal padre, un commerciante dilettante di violino, ricevette la prima istruzione musicale. Avviato all'attività commerciale, continuò però privatamente lo studio del violino e della composizione sotto la guida del genovese Giacomo Costa e del torinese Giuseppe Gabetti, violinista e direttore di banda, autore della celebre "marcia reale". Non vi sono invece documenti probanti che egli abbia ricevuto lezioni da Paganini; ed anzi Paganini, nelle sue lettere, espresse sempre giudizi non particolarmente lusinghieri nei confronti del De Giovanni.

Definitivamente orientatosi verso la musica, il D. abbandonò ben presto l'attività paterna e cominciò ad esibirsi come violinista e direttore di una piccola orchestra di dilettanti intorno agli anni '20. Le prime notizie di suoi concerti risalgono al luglio e all'ottobre del 1825; in quel periodo il D. si fece ascoltare, con la sua orchestra, al teatro di Albaro (Genova), proponendo anche alcune variazioni di sua composizione. Nel 1827 concorse al posto di "altro primo violino" nella costituenda orchestra del teatro Carlo Felice di Genova, insieme con certi Belloni e Sampietro, ma gli fu preferito il Sampietro. L'8 marzo 1829 tenne un'accademia al Carlo Felice, riscuotendo successo di pubblico e di critica; in quello stesso anno vinse il posto di primo violino nell'orchestra del teatro comunale di Bologna, avendo la meglio su tredici concorrenti. Di ritomo a Genova durante una pausa della sua attività direttoriale bolognese, si fece ascoltare ancora una volta nel principale teatro della sua città natale il 20 agosto 1830, rinnovando il successo dell'anno precedente. Pur attivo come primo violino direttore a Bologna, non mancò di dirigere in numerose altre città italiane, come Pisa, Livorno, Sinigaglia, Lucca e Roma.

Nominato membro onorario delle Accademie filarmoniche di Bologna e di Roma, sul finire del 1836 fu chiamato a dirigere l'orchestra ducale di Parma. Qualche tempo prima Paganini, cui la duchessa Maria Luisa aveva affidato la riforma di tale orchestra, aveva invece proposto l'assunzione di Carlo Bignami nello stesso importante ruolo di primo violino; la scelta in favore del D. fu uno dei motivi che determinarono le sue dimissioni dall'incarico.

La prima esibizione del D. alla guida dell'orchestra parmense ebbe luogo il 26 dicembre 1836 con Il pirata di Vincenzo Bellini. La sua nomina a primo violino e direttore della musica strumentale fu ratificata con decreto sovrano qualche tempo dopo, l'8 febbr. 1837; il D. ricevette da allora uno stipendio di 3.000 lire, 500 delle quali assegnate con l'obbligo di dare lezioni di violino. Mantenne tale carica fino al 26 genn. 1856, cioè fino a due mesi prima della morte; ebbe tuttavia la possibilità di dirigere spettacoli in altre città: il 23 maggio 1837 diresse a Bologna I Puritani di Bellini, ed altre volte ancora egli si fece ascoltare, in quegli anni, a Perugia, Cesena, Treviso, Mantova e Verona. Il 12 dicembre 1843, nel corso di una grande accademia alla corte parmense cui parteciparono anche il pianista S. Golinelli e il contrabbassista V. Bottesini, fu eseguita una sua fantasia a piena orchestra.

Molto apprezzato dai contemporanei, godette anche della stima di G. Meyerbeer, che nel 1853 si congratulò personalmente con lui. Fu invitato più volte a dirigere a Londra, ma la corte gli rifiutò sempre il permesso di recarsi nella capitale inglese; allorché il permesso fu accordato, nel 1856, il musicista genovese era ormai troppo malato per poter intraprendere il desiderato viaggio in Inghilterra. Morì a Parma il 14 marzo 1856.

Oltre che violinista e direttore d'orchestra, il D. fu anche un compositore piuttosto prolifico. Molte delle sue composizioni inedite, rimaste alla sua morte in mano del fratello, sono purtroppo andate perdute; ne sopravvivono soltanto una trentina (mentre i numeri d'opus raggiungono il 155), alcune delle quali manoscritte (tutte presso la Biblioteca del conservatorio N. Paganini di Genova), ed altre pubblicate dai principali editori di Milano e di Genova.

Una parte cospicua della produzione del D. è costituita da opere di carattere virtuosistico per violino e pianoforte: si tratta in genere di fantasie o rimembranze su motivi di opere celebri (soprattutto di Verdi, ma anche di Donizetti, Mercadante, Meyerbeer e Bellini) che rivelano una tecnica violinistica molto avanzata e ricca di elementi paganiniani (tremoli della mano sinistra, ottave, arpeggi balzati, ecc.), mentre le parti pianistiche si limitano in genere ad un accompagnamento piuttosto schematico. Di maggior impegno formale risultano invece le opere cameristiche; tralasciando il Nonetto con pianoforte op. 154, costruito secondo la formula abituale del pot-pourri su motivi dei Vespri siciliani di Verdi, rivelano maggiori elementi di interesse i tre Trii per violino, viola e violoncello opp. 124, 125 e 126 (l'ultimo dei quali dedicato al violinista genovese Camillo Sivori) e i tre Quintetti per due violini, viola, violoncello e contrabbasso opp. 127, 128 e 129. Articolati in genere in quattro movimenti, col minuetto o scherzo abitualmente in seconda posizione (come nei quartetti paganiniani), questi lavori presentano una scrittura vivacemente concertante, nel segno di uno stile che sembra voler conciliare la brillantezza cameristica paganiniana con una certa levigatezza di modi di inconfondibile impronta mendelssoniana. Di notevole impegno concertante sono anche i sei duetti per violino e viola (tre dei quali dedicati a Sivori), anche questi generalmente in quattro movimenti, con gli allegri d'apertura preceduti da brevi introduzioni.

Poco numerose, e non di particolare interesse, sono invece le opere per e con orchestra; tra queste, oltre a tre ouvertures e ad una fantasia, si segnalano soprattutto un Adagio e Polacca e un Andante e Polonese per violino e orchestra, probabilmente risalenti agli anni giovanili. Il D. ci ha lasciato anche una Messa da requiem a quattro voci con accompagnamento d'orchestra op. 58, pubblicata da Ricordi di Milano nel 1856, d'impostazione sostanzialmente corale e del tutto aliena da concessioni al vocalismo melodrammatico.

Opere: con numero d'opus, prevalentemente pubblicati a Milano dall'editore Ricordi: Capriccio sulla Saffo di Pacini, clarinetto e pianoforte, op. 60 (1857); Rimembranze dell'opera Linda di Chamonix di Donizetti, violino e pianoforte, op. 66, Canti (s.d.); Divertimento sull'opera Ernani per violino e pianoforte, op. 66, Canti (s.d.); Divertimento sull'opera Ernani di Verdi, violino e pianoforte, op. 67 (1863); Divertimento sulla Cavatina d'Elvira nell'Ernani di Verdi, clarinetto e pianoforte, op. 78 (1865); Ouverture per orchestra in Fa minore, op. 80 (ms. Bibl. del conservatorio di Genova, segn. sc. 25); Tre Trii per violino, viola e violoncello, opp. 124-125-126, Canti (s. d.); Tre Quintetti per due violini, viola, violoncello e contrabbasso, opp. 127, 128, 129, id. (s. d.); Trio religioso, violino, viola e violoncello, op. 130 (ms. Biblioteca del conservatorio di Genova, sc. 25); Fantasia, violino, viola e violoncello, op. 131 (ms. ibid., sc. 35); Passatempo, violino, viola violoncello, op. 132 (ms. ibid., sc. 35); Sestetto, violino, violoncello, viola, clarinetto, tromba contrabbasso, op. 137 (ms. ibid., segn. E. 5.25); Tre Melodie caratteristiche, violino, viola e violoncello, op. 154, Vismara (s. d.); Nonetto sopra motivi dei Vespri Siciliani di Verdi, violino, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, oboe, clarinetto, fagotto e pianoforte, op. 154 (1856); Rimembranze dai Vespri Siciliani di Verdi, violino e pianoforte (1856).

Senza numero d'opus (salvo diversa indicazione, tutte le opere manoscritte sono conservate alla Biblioteca del Conservatorio di Genova, sc. 35): Adagio e Polacca, violino e orchestra (ms.); Andante e Polonese, violino e orchestra (ms.); Ouverture in fa minore orchestra (ms.); Ouverture in la maggiore, orchestra (ms.); Tre Duetti, violino e viola (Milano-Lucca, s. d.); Tre Duetti, violino e viola (Genova Gasparini, s. d.); Tre Melodie, violino, viola e violoncello (Milano 1856); Serenata per Ozzano, violino e viola (ms.); Gran pezzo di bravura, violino e violoncello (Milano 1844); Fantasia concertante sul Trovatore di Verdi, due violini (ibid. 1855), Fantasia sopra motivi dell'opera I due Foscari di Verdi, violino e pianoforte (ibid. s. d.); Fantasia sopra la cavatina del Roberto Devereux di Donizetti, violino e pianoforte (ibid. s. d.); Variazioni sopra un'aria della Lucia di Lammermoor di Donizetti, violino e pianoforte (ibid. s. d.); Valzer sopra motivi dell'opera I due Foscari di Verdi, pianoforte a quattro mani (ibid. 1856); Metodo teorico-pratico per ben fare gli armonici semplici, trillati, e doppi (ms. Biblioteca del conservatorio di Genova, segn. M.2.9.).

Violinista e compositore fu anche il fratello Domenico, nato a Genova il 14 marzo 1820. Allievo di Nicola, si esibì in pubblico per la prima volta nel marzo del 1837 al teatro Carlo Felice di Genova, suonando negli intervalli della rappresentazione di un'opera lirica. Tenne poi numerose altre accademie a Venezia, Genova, Verona, Perugia, Nizza, Lucca e Bologna. Su raccomandazione del fratello, fu nominato vicedirettore della musica strumentale nell'orchestra del teatro di Parma; dopo la morte del fratello fu nominato professore di violino e capo dei secondi nella stessa orchestra, e occupò tale posto fin quasi, alla morte. Fu insignito della medaglia Aretina e di quella delle feste rossiniane. Morì a Parma il 5 genn. 1904.

Domenico ci ha lasciato soltanto nove composizioni, in genere fantasie o divertimenti per violino e pianoforte su motivi celebri di opere teatrali, una Serenata per banda del 1897 e un Pensiero elegiaco per violino e pianoforte composto in morte del fratello Nicola.

Le sue composizioni furono quasi tutte pubblicate a Milano da Ricordi e Canti, salvo diversa indicazione: Fantasia sopra l'opera Il Reggente di Mercadante, violino e pianoforte (s. d.); Divertimento sull'opera La sonnambula di Bellini per violino e pianoforte (s. d.); Fantasia sopra motivi dell'opera Attila di Verdi per violino e pianoforte (s. d.); Fantasia sul Roberto il Diavolo di Meyerbeer per violino e pianoforte (1876); Divertimento su La Forza del destino di Verdi per violino e pianoforte (s.d.); Pensiero elegiaco per violino e pianoforte (1856); "Se fossi bella", romanza senza parole per pianoforte e violino (Bologna 1899); "Sui nostri monti", serenata campestre per banda (Firenze 1898); Souvenir dell'opera Faust di Gounod per violino e pianoforte (s.d.).

Bibl.: A. Codignola, Paganini intimo, Genova 1935, pp. 254, 299 s., 369, 463, 493 ss.; N. Pelicelli, Musicisti in Parma, in Note d'archivio, XII (1935), pp. 334 ss.; M. Ferrarini, Paganini, la Regia Orchestra di Parma e i suoi direttori, in Aurea Parma, XXIX (1940), pp. 165-173; S. Martinotti, Ottocento strumentale ital., Bologna 1972, pp. 95 s., 152 s.; G. Piumatti, Catal. delle opere dei musicisti liguri esistenti presso la Biblioteca del Conservatorio di musica "Nicolò Paganini" di Genova, Genova 1975, pp. 19 s.; C. M. Rietmann, Il violino e Genova, Genova 1975, pp. 49 ss.; L. Gamberini, La vita musicale europea del 1800 - Archivio musicale genovese, Città di Castello 1978, pp. 283 s.

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