Staël ‹stal›, Nicolas de. - Pittore (Pietrogrado1916 - Antibes1955). Nel 1919, in seguito alla Rivoluzione russa, la sua famiglia si rifugiò in Polonia; rimasto orfano giovanissimo (1922), S. fu accolto da amici a Bruxelles dove, dal 1932 al 1936, frequentò l'Accademia di belle arti; in quegli stessi anni visitò Parigi, l'Olanda, l'Algeria, il Marocco, l'Italia, la Spagna. Nel 1933 si arruolò nella Legione straniera; smobilitato nel 1940, si recò prima a Nizza e di nuovo a Parigi dove visse compiendo frequenti soggiorni nel sud della Francia; nel 1948 assunse la cittadinanza francese. In contatto con G. Braque e A. Lanskoy, avviò allora una febbrile ricerca che lo condusse, attraverso le prime esperienze informali definite da una matericità densa e da un segno inquieto, aggrovigliato, a soluzioni caratterizzate dalla tendenza al grande formato e da una progressiva geometrizzazione della tessitura cromatica. Dopo il 1952, S. giunse a risultati di grande intensità espressiva in cui riaffiorano elementi figurali dalle gamme cromatiche più fluide (Grande concerto, 1955, Antibes, Musée Picasso). Nel 1955, mentre la sua fama si andava affermando in Europa e negli USA, pose termine bruscamente alla sua vita inquieta con il suicidio. Il Musée national d'art moderne di Parigi ospita un interessante nucleo di opere.
STAËL, Nicolas de. - Pittore, nato il 5 gennaio 1914 a Pietroburgo, morto suicida ad Antibes il 16 marzo 1955. Fu a lungo in Belgio, in Francia, in Spagna, in Italia e negli S. U. A.
Dopo una prima esperienza figurativa picassiana (1941-42), dal 1943 praticò una pittura astratta con echi di V. Kandinskij ...
de ‹dé› prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune, per es., nel...
‹dé› [dal lat. de, de-]. – 1. Prefisso, soprattutto verbale, che si trova in molte voci di derivazione latina, nelle quali indica ora allontanamento (per es. deviare, deportare), ora abbassamento o movimento dall’alto in basso (per es. degradare, deprimere,...