CAVERI, Nicolò

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CAVERI (De Caverio, Caverius), Nicolò

Roberto Ricciardi

Non si conosce la data di nascita di questo cartografo genovese. Si hanno buoni motivi di credere che egli sia nato verso la seconda metà del sec. XV a Genova nella contrada di Quinto. La famiglia Caveri (o Cavero) aveva qui proprietà terriere, confinanti con quelle dei parenti di Cristoforo Colombo, com'è attestato da numerosi atti notarili dell'Arch. di Stato di Genova.

Apprendiamo così che il 7 febbr. 1488 Antonino (o Antoniotto) Colombo, zio paterno di Cristoforo, cedette al notaio Antonio Gallo il suo credito di 16 lire genovesi nei confronti di Simonino "de Caverio", il quale fino a quel momento risultava detenuto, su istanza del creditore, nel carcere di Malapaga, destinato in Genova ai debitori morosi. Il padre di Cristoforo, Domenico, è menzionato insieme con "Thomas de Caverio", figlio di Lanzerotto, di professione barbiere, in un atto del 15 nov. 1491.

Il documento più importante ai fini della conoscenza del C. è l'atto del 28 ag. 1505 (f. 46v), proveniente dal Liber rationum privatarum di Antonio Gallo, le cui proprietà di Quinto erano contigue, evidentemente, a quelle dei Caveri e, com'è noto, anche a quelle dei Colombo. Il notaio riconosce di dovere 100 lire genovesi per il riscatto definitivo "della casa e della terra di Quinto", in quanto, al momento dell'acquisto, non era stato calcolato il valore della terza parte dell'appezzamento (la zona ad ovest delle case preesistenti e andate in rovina), costituente l'eredità di Bartolomea Caveri, figlia di Antonina, che era figlia a sua volta di Dexerino Caveri. Dato che il Gallo specifica di aver già comprato (in epoca imprecisata ma anteriore al 1505) "aliquot pecios terrae" da Giacomino e Nicolò Caveri mediante regolare contratto, possiamo dedurre che Antonma, Giacomino e Nicolò fossero fratelli, figli di Dexerino, che costui morendo avesse diviso in tre parti l'asse ereditario, che Giacomino e Nicolò avessero venduto in precedenza (presumibilmente tra il 1491 e il 1494) le loro pottioni, con vecchie case fatiscenti, al notaio Gallo, e lo stesso, dopo qualche tempo, avesse fatto Bartolomea, alla morte della madre.

In atti successivi sono ancora menzionati "Baptinus de Caverio" (15 marzo 1507, ibid., f. 68v) e "Pantaleus de Caverio" (3 maggio 1529). Non sappiamo in che rapporto stessero con Nicolò.

Questi documenti non provano, certo, una familiarità della famiglia Caveri, del C. in particolare, con quella dei Colombo. Niente sappiamo del resto circa l'attività e la professione del C., che lo metta in contatto o in rapporto con il futuro scopritore dell'America. Tuttavia il notaio Gallo, che curava gli interessi delle due famiglie, fu anche il primo biografo di Colombo e autore anche di un'opera, De navigatione Columbi (1506; pubblicata da A. Pandiani), nella quale egli descriveva i viaggi che portarono il suo compatriota alla scoperta del continente occidentale, arrestandosi al termine del secondo. Probabilmente proprio il notaio costituì, con i cugini di Colombo, Giovanni, Matteo, Amighetto, iltramite tra Cristoforo e il C., autore di una carta geografica del mondo nella quale sono confluiti dati, notizie e misurazioni compiuti da Colombo in occasione dei suoi primi viaggi di scoperta e di esplorazione. Risulta infatti dall'esplicita testimonianza del Gallo che egli ebbe tra le mani una lettera-relazione di Colombo sul secondo viaggio e una sua carta geografica, che probabilmente servì da modello a quella del C., scoperta nel 1890 dal Gallois e conservata attualmente negli Archivi del Servizio idrografico della marina in Parigi.

Si tratta di un planisfero a colori su pergamena di ampie dimensioni (cm 115 × 225), del tipo nord-sud, disegnato secondo il metodo delle "rose dei venti", caratteristico delle carte tardomedievali e rinascimentali, con l'indicazione dei gradi di latitudine (da 71° lat. Nord a 57° lat. Sud). A sinistra in basso si legge la dicitura "opus Nicolay de Caverio ianuensis". Sino a trent'anni fa si leggeva "Canerio", e gli studiosi moderni di geografia e cartografia credevano all'esistenza di un Nicolò Canerio (o Caneiro). Il merito di aver individuato l'errore e ristabilito l'esatta lettura del nome del C., cercando di ricostruirne anche la vita e la personalità, spetta a Paolo Revelli, che nel 1947 annunciò (Un cartografo, pp. 449 ss.) di aver riconosciuto nel cartografo un amico e collaboratore di Colombo.

Non c'è dubbio che l'esperienza di Colombo, la sua raccolta di dati geotopografici e marinari venne utilizzata dal C.; permane tuttavia la difficoltà di mettere in relazione la carta disegnata dal C. con quelle di Colombo e dei suoi collaboratori, principalmente di Juán de la Cosa (1500). Infatti la toponomastica della carta del C. è in lingua portoghese (con rare voci spagnole e italiane), mentre la duplicazione della rappresentazione di Cuba (come sporgenza peninsulare del continente "asiatico" e come isola, a un tempo) riflette la prinutiva concezione di Colombo e le successive correzioni apportate appunto dal suo pilota Juán de la Cosa nonché da Amerigo Vespucci. La terminologia portoghese non è un elemento decisivo per ritenere che la carta fu disegnata in Portogallo d'altronde sappiamo di una permanenza di Colombo a Lisbona nel 1476 e che il fratello minore Bartolomeo proprio qui "tabellis pingendis pperam dedit, queis ad usum nauticum iustis illineationibus et proportionibus servatis, maria, portus, littora, sinus, insulae effigiantur": Gallo, p. 82); in una leggenda del planisfero si sottolinea con legittima soddisfazione che la scoperta delle Antille è dovuta a "Collombo ienoeize", e che questo è avvenuto "por mandado do..: rey dom Fernando... de Castella". Di qui si può trarre la conclusione di una pluralità di fonti che confluirono nel planisfero del C.: carte originali riferentesi ai primi tre viaggidi Colombo (1492-1500), carte nautiche portoghesi derivate dall'esplorazione condotta dal Vespucci per conto del re del Portogallo (1501-02), del tipo di quelle di Bartolomeo Colombo, planisferi preesistenti come quello di Alberto Cantino, eseguito certamente in Portogallo (1501-02), ognuna delle quali ha influito sulla terminologia, morfologia e planimetria del "portolano" del Caveri. Quindi la maggior parte degli studiosi propende a collocare il suo planisfero al 1502-05.

La difficoltà principale nella biografia del C. è quella di attribuirgli con sicurezza la professione di cartografo, di cui niente sappiamo, metterlo in rapporto con Colombo e identificarlo con l'autore della carta, benché vari indizi contribuiscano a rendere estremamente probabile questa coincidenza. Come per la nascita e per gli atti principali, pubblici e privati, della sua vita, così non conosciamo niente neanche delle circostanze, dell'epoca e della località dove avvenne la morte del Caveri.

Fonti e Bibl.: I docc. cit.riguardanti la fam.Caveri in Arch. di Stato di Genova, ms. 711: Rationum privatarum A. Galli, anni 1504-1509, ff. 46v, 68v, e, ed. in Racc. di docc. e studi pubbl. d. R. Commiss. Colombiana, pt. II, vol.I, doc. LXX (Atti del notaio Giac. Rondonina), p. 147(Atti… Giov. de Benedetti), p. 55 (Atti… F. Ferro); Sul C.vedi A. Galli De navigatione Columbi per inaccessum antea Oceanum commentariolum, in Rerum Italic. Scriptores, XXIII, 1, a cura di A. Pandiani, pp. 79-87; E.Pandiani, Vita privata genovese nel Rinascim., Genova 1915, pp.268-333; P. Revelli, Un cartografo genovese amico a C. Colombo: N. C., in Rendic. dell'Accad. naz. dei Lincei, classe di sc. mor., stor. e filol.,VIII (1947), pp. 449-458. L'originale della carta del C. è nelle Archives du Service hydrographique de la Marine di Parigi: ne diede per primo notizie L. Gallois, Une nouvelle carte marine du XVIe siècle: le portulan de Nicolas de Canerio, in Bull. de la Soc. de géogr. de Lyon, IX (1890) pp. 97-119; K.Kretschmer, Die Entdeckung Amerikas in ihrer Bedeutung für die Gesch. des Weltbildes, Berlin 1892, p. 376, tav. VIII, 1; H. Harrisse, The discovery of North America... with an essay on the early cartography of the New World, Paris-London 1892, pp. 305-335, 428-430; G. Marcel, Reproductions de cartes et globes relatives à la decouverte de l'Amerique du XVIe au XVIIIe siècle, Paris 1893, pp. 15, 20, tavv. 2-3; W. Tomaschek, Vorder- und Hinterindien nachdem beiden Weltkarter des A. Cantino und N. de Canerio, in Mitteil. der K. K. Geograph. Gesellschaft in Wien, XL (1897), pp. 366-380; E. L. Stevenson, Marine world chart of N. de Canerio Ianuensis, 1502 (circa), New York 1907; A. Kammerer, La mer Rouge, l'Abyssinie et l'Arabie depuis l'antiquité, II, Le Caire 1935, p. 390, fig. 78,tavv. CLI-CLII, CLIV (rappresentazione del mappamondo centrale del planisfero di "Canerio" e della sezione dell'Oceano Indiano); A. Cortesão, Cartografia e cartògrafos portugueses dos séculos XV e XVI, I,Lisboa 1935, pp. 144-151; G. R. F. Prowse, Cartological Material, I,Winnipeg 1936, p. 154; D. Leite, A exploração do litoral do Brasil na cartografia de primeira década do sèculo XVI, in Hist. da Colonização portuguesa do Brasil, II, Lisboa 1941, pp. 397-400; Sixteenth-century maps relat. to Canada, Ottawa 1956, p. 7n. 7 (attribuiscono la carta del C. al periodo 1502-1506; il Leite ritiene che non possa essere più antica del 1505). Un'acuta analisi del planisfero del C. relativamente alle scoperte geograf. nel Nuovo Mondo, in G. E. Nunn, The geographical conception of Columbus, IV, New York 1924; Id., The identity of "Florida" on the Cantino Map of 1502, ibid. 1926, pp. 91-141; R. Almagià, Gli Italiani primi esploratori dell'America, Roma 1937, pp. 7, 270, 397-398, 408. Oltre all'art. cit., importante del Revelli è l'opera Cristoforo Colombo e la scuola cartografica genovese, I,Genova 1937, p. CXXIV e passim; II, tav. 44; Id., Mostra colombiana internaz., Genova 1950, p. 214(con attribuz. della carta del C. al 1502). Sempre al 1502l'attribuisce S. Ruge, Die Entwicklung der Kartographie von Amerika, Hildesheim 1962, p. 12, fondandosi sull'argomento che prima di quell'anno non si trovano carte con l'indicaz. dei gradi di latitudine. Sottolinea l'importanza della mappa ms. R. Lister, Antique maps and their cartographers, London 1970, p. 110, che nonostante gli studi del Revelli continua a scrivere "Caneiro". W. Bonacker, Karten-macher aller Länder und Zeiten, Stuttgart 1966, s.v., scrive esattamente "Nicolai de Caveri", ma lo considera un cartografo portoghese.

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