DELL'ABATE, Nicolò

Enciclopedia Italiana (1931)

DELL'ABATE, Nicolò

Giovanni COPERTINI

Pittore. Nacque a Modena nel 1512 (?), morì in Francia nel 1571. La sua operosità si svolse a Modena fino al 1548, a Bologna (circa 1548-1552) e in Francia (1552-1571). Nel 1546 finì il fregio della sala della Comunità di Modena e nell'anno seguente il Martirio dei Santi Pietro e Paolo (già in S. Pietro, ora nella Galleria di Dresda). Si conservano nella Galleria Estense di Modena gli affreschi staccati dalla Rocca di Scandiano. Fra le opere condotte in Bologna merita ricordo il fregio d'una sala della Biblioteca universitaria per la piacevole rappresentazione dell'elegante vita cinquecentesca italiana. Chiamato a Fontainebleau da Enrico II, su consiglio del Primaticcio, nel principio del 1552, attese a grandi affreschi, su disegno dello stesso Primaticcio, quasi tutti perduti. Operò anche nel castello di Beauregard presso Blois e a Parigi (palazzo Soubise, palazzo Tolosa e palazzo reale). Il periodo modenese è caratterizzato dall'influenza dossesca e correggesca; al suo termine e nelle opere bolognesi traluce l'eleganza del Parmigianino, che diventa a Fontainebleau predominante, sotto l'influsso del Primaticcio. Più delle rappresentazioni, ispirategli dai poemi epici e cavallereschi, hanno interesse nell'opera di Nicolò i paesaggi, imitati dal Parmigianino e gli schietti accenni alla vita signorile del suo tempo. Ritrattista, egli s'ispirò pure al Parmigianino e al Primaticcio, accostandosi invece al Dosso per il colore. Nicolò fu uno dei maggiori rappresentanti del manierismo cinquecentesco italiano in Francia e degl'iniziatori della "Scuola di Fontainebleau". L'alta fama di cui egli ebbe a godere nel passato, è documentata dal grande numero delle incisioni riproducenti i suoi lavori.

Il figliuolo Giulio Camillo lavorò a Fontainebleau alle dipendenze paterne, cosicché al padre è spesso attribuita anche l'opera del figlio.

Bibl.: L. Dimier, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907 (con la bibl. precedente), cui sono da aggiungere (oltre agli antichi scrittori: Vasari, Lancilotto, Vedriani, ecc.), G. Bortolucci, Cenni storici sulle sale del Palazzo Comunale recentemente restaurate, Modena 1923; L. Fröhlich-Burm, Parmigianino und der Manierismus, Vienna 1921, p. 135 segg. Inoltre, si possono consultare con profitto: C. Gamba, Un ritratto e un paesaggio di Nicolò dell'Abate, in Cronache d'arte, I (1924), pp. 77-89; G. Zucchini, La scoperta di affreschi di Nicolò dell'Abate in Bologna, in Il comune di Bologna, giugno 1929, n. 6; A. Fabrizi, L'Eneide nei dodici quadri di Nicolò dell'Abate, in Capitolium, VI (1930), pp. 504-16.

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