FRISCHLIN, Nikodemus

Enciclopedia Italiana (1932)

FRISCHLIN, Nikodemus

Giuseppe Zamboni

Nato nel 1547, morto nel 1590: è l'ultimo umanista notevole della Germania del sec. XVI. Professore all'università di Tubinga, poeta laureato e comes palatinus, si attirò col temperamento litigioso, indomabile, l'odio dei colleghi, e a causa della tendenza anticortigiana della sua lezione introduttiva alle egloghe di Virgilio, perdette la vita.

Il suo ingegno, prevalentemente polemico e drammatico, non si manifesta né nello scialbo poema epico biblico Hebraeis (scritto nel 1590, pubblicato nel 1599), né nelle elegie, zeppe di erudizione storica e di sentenze morali, né nelle poesie latine, che sono, a eccezione di quelle in cui esprime con vigore passioni momentanee o descrive vicende personali, ricalchi di pochissimo valore. La sua vena comico-satirica si rivela soprattutto nelle commedie Priscianus Vapulanus (1578) e Julius Redivivus (1585, ristampa Berlino 1912), che hanno per modelli Aristofane e Plauto; nelle vivaci scene comiche popolareggianti intercalate nei drammi; infine nelle facezie (pubblicate postume nel 1600), che per concisione, brio, spirito realistico, talvolta assai libero, sempre spoglio d'intenti moralistici, rappresentano, dopo quelle più classiche e fini del Bebel, un punto culminante della facezia nel sec. XVI. Il F. era maestro nel disegnare figure comiche, nel satireggiare i dotti del tempo, con tratti osservati nella vita reale, e perciò riesce meno bene negli argomenti serî: le tragedie Dido (1581) e Venus (1584), sono rifacimenti dotti, senza soffio di poesia, dell'Eneide. Coltivò anche il dramma biblico (Rebecca, Susanna, imitata poi da Enrico Giulo di Brunswick) secondo il nuovo procedimento umanistico, opposto alla struttura del dramma medievale (divisione in atti, coro, minor numero di personaggi, azione più serrata). Ma di tutti i suoi drammi mitologici o sacri non vivono oggi se non alcune figure ridicole e le scene comiche, per le quali ricorre spesso alla letteratura grossolana e realistica del tempo. Dei suoi scritti in tedesco il più noto è la leggenda St. Christoffel (Deutsche Dichtungen, a cura di D. F. Strauss, Stoccarda 1857).

Bibl.: D. F. Strauss, Leben u. Schriften d. Dichters u. Philol. N. F., Stoccarda 1856; R. Fink, Stud. zu d. Dramen des N. F., Lipsia 1920; E. Nemeyer, N. F. als Dramatiker, Rostock 1924.

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