BERDJAEV, Nikolaj Aleksandrovič

Enciclopedia Italiana (1930)

BERDJAEV, Nikolaj Aleksandrovič

Ettore Lo Gatto

Filosofo russo contemporaneo, nato a Kiev nel 1874. Con Bulgakov, Florenskij, Frank e altri, forma nella storia del pensiero russo il gruppo dei "filosofi religiosi". Negli anni 1904-05 fece parte della redazione della rivista Voprosy žizni (Problemi della vita); nel 1919, in piena guerra civile, fondò a Mosca la "Libera accademia per la cultura spirituale" che ebbe per compito di mantener viva la cultura nelle condizioni sfavorevoli del tempo. Nel 1922 fu espulso dalla Russia insieme ad altri letterati e scienziati, e si stabilì prima a Berlino e poi a Parigi, dove dirige la rivista di studî filosofici e religiosi Put′ (La via).

L'evoluzione del B. dal marxismo della fine del sec. XIX all'ortodossia è stata caratteristica di molta parte dell'"intellighenzia" russa del tempo; essa rivela anche una fase intermedia d'idealismo critico. I due punti essenziali del pensiero di B. sono la ricerca dell'idea di Dio e la ricerca del senso della storia. Come pensatore religioso B. porta il suo universalismo cristiano addirittura a visioni apocalittiche e presentimenti escatologici; la sua concezione della storia, strettamente legata a quella della religione, è per conseguenza, pessimistica, soprattutto nei riguardi della civiltà europea, tarlata dal democraticismo.

In uno dei suoi primi scritti: Soggettivismo ed individualismo nella filosofia sociale (1900), contenente uno studio critico su N. Michajlovskij, B. faceva l'originale tentativo di conciliare la dottrina sociale di Marx con la morale kantiana. Nel 1902 il B. era già nel campo avverso al marxismo come mostrano i suoi Problemi dell'idealismo. Una fase ulteriore dell'evoluzione fu segnata dal volume Sub specie aeternitatis (1907), in cui era difesa la formula del "realismo mistico" che trovò una sua precisazione in La nuova coscienza religiosa e la socialità, dello stesso anno. Gli anni seguenti furono dedicati dal B. allo studio della "crisi spirituale dell'intellighenzia", com'egli stesso la chiamò nella raccolta di articoli del 1910, crisi che aveva trovato la sua eco in una famosissima raccolta Pietre miliari (1909), in cui da autori diversi era stata attaccata la tradizionale concezione materialistica e antireligiosa degl'intellettuali russi. La concezione filosofica di B. si precisò nei libri La filosofia della libertà del 1911, Chomjakov (studio sul capo della scuola slavofila) del 1912 e Il Senso della creazione (1916), che può essere considerata la sua opera capitale. Nel 1917-18 uscì la raccolta Il destino della Russia, cui negli anni di esilio seguirono Il senso della storia (1923), La filosofia della disuguaglianza: (1923), Un nuovo Medioevo (1924), La concezione di Dostoevskij (1924), La filosofia del libero spirito (1929).

Bibl.: Il più ampio e recente scritto sul B. è in tedesco: Bennert, Die Krisis der Gegenwart und die kommende Kultur: Eine Einführung in die Geschichtsphilosophie Berdjajevs, Lipsia 1928. Per l'interferenza dell'attività di B. nel movimento letterario russo nel primo decennio del sec. XX vedi N. von Arseniew, Die russische Literatur der Neuzeit und Gegenwart, Magonz 1929, e anche S. A. Vengerov, Russkaja Literatura XX veka (La lett. russa del sec. XX), Mosca 1914; T. Masaryk, Zur russischen Geschichts- und Religionsphilosphie, Jena 1913, voll. 2 (trad. it. di E. Lo Gatto, Roma 1923); E. Radlov, Storia della filosofia russa (trad. di E. Lo Gatto), Roma 1925; B. Jakovenko, Filosofi russi, Roma 1927; V. V. Zenkovskij, Russkie mysliteli i Evropa (I pensatori russi e l'Europa), Parigi s. a. [1927]. Delle sue opere sono state tradotte: L'anima della Russia, Roma 1917; Die Weltanschauung Dostojewskijs, Monaco 1925; Der Sinn der Geschichte, id., 1925; Das neue Mittelalter, Darmstdt 1927; Der Sinn des Schaffens, Tubinga 1927; Un nouveau Moyen-Âge, Parigi 1927; L'esprit de Dostoiewski, Parigi 1929.

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